CALCIO
Zeidler "l'integralista" all'esame del Crus
L'allenatore del San Gallo è tra i tecnici più interessanti del panorama elvetico
Pubblicato il 18.02.2022 22:02
di L.S.
Il San Gallo è in un buon momento, le cifre lo testimoniano. Nonostante gli ultimi incoraggianti risultati che lo hanno allontanato dalla zona pericolosa e il mercato invernale che ne ha rafforzato la rosa, è comunque Peter Zeidler a tener banco.
L’allenatore tedesco, nato l'8 agosto come Federer, è un personaggio affascinante, ditirambico nel suo modo di stare in panchina e vivere il calcio. Tutto o nulla. A volte sembra che ci sguazzi in questo volteggiare nervosamente sopra le righe.
L’impressione è che non gli basti vincere, vuole stravincere. Nel modo di giocare, di stare in campo, di imporre la sua filosofia. Indipendentemente dagli uomini a disposizione. 
E qui emerge quello che potrebbe essere un suo limite, che crea la dicotomia tra pro e contro. Tra chi lo ama e chi invece lo etichetta come integralista. Nel modo meno positivo del termine.
Essere tetragono e inflessibile vuol dire avere un sistema di gioco e forzare i giocatori ad adattarvisi, invece di cercarne uno che posso esaltarne le qualità. Un Sacchi moderno, uno che per anni ha fatto il vice di Rangnick, ora tecnico del Manchester United. Gente che non si piega e resta abbarbicata alle proprie convinzioni. Sempre e comunque.
Alla Zeman insomma, personaggi che dividono senza se e senza ma. Che forse non vinceranno mai nulla. Anzi, è probabile. Ma che nel calcio lasciano un’impronta. Che piaccia o no. Forse in maniera fin troppo egoistica, esaltando la propria figura, il proprio stile, magari a discapito dei successi del gruppo.
È giusto allenare così? È questo il compito di un allenatore? La ricerca dell’identità a tutti i costi è più importante del profitto? Del risultato? Il dibattito è aperto e apparentemente infinito.
Tutti hanno ragione e tutti hanno torto. Si potrebbe parlarne una vita, acuendo soltanto le differenze e dilatando le distanze.
Zeidler domani sera sarà ospite del Lugano, in una partita che non decide nulla, che non è uno spareggio da dentro o fuori. È una semplicissima partita di campionato, tra chi vuole restare aggrappato al vertice e chi non vuole farsi risucchiare dal fondo.
Contro il San Gallo potrebbe venir fuori una di quelle partite da ricordare. Contro avversari così non si sa mai cosa aspettarsi.
Eppure Zeidler è un libro aperto: in teoria si sa cosa aspettarsi. Non dovrebbe sorprendere, bisognerebbe anticiparne le mosse. Preparare le trappole. Dovrebbe essere facile. Anche se in questo 2002, chi lo conosce bene, dice che almeno dal profilo difensivo sembra più accorto. 
Mattia Croci-Torti lo ha studiato come sempre in maniera maniacale in questi giorni, addirittura in questi anni.
Lo ha studiato e ne ha capito i meccanismi. Sa cosa fare per disinnescarlo.
Ci riuscirà? Ovviamente non si sa.
Ecco perché Lugano-San Gallo di questa sera sarà l’ennesima sfida tra gli innamorati contro gli scettici di Zeidler.
In mezzo un giovane allenatore come il Crus che ha voglia di imprimere anche lui, nel lungo termine, il suo marchio sul calcio svizzero. Iniziando dal Lugano. Dalla sua prima esperienza panchina. Da partite come queste. Contro allenatori del genere.
Per crescere e per capire ogni giorno qualcosa di più. E chissà per vincere.
Lugano-San Gallo si gioca anche in panchina. A questo punto è chiaro a tutti.