Calcio
Juve, hai il dovere di giocare meglio
Nonostante gli innesti di Zakaria e Vlahovic, brutta prestazione nel derby col Torino
Pubblicato il 19.02.2022 12:10
di Vittorio Gerlero
“Questo è un buon punto con cui diamo seguito ai risultati positivi degli ultimi mesi. I ragazzi hanno fatto comunque una buona partita e hanno provato a vincere fino alla fine. Sono contento perché allunghiamo la striscia di risultati positivi”. No, non sono le parole di Ivan Juric nel post derby. È il discorso di Allegri, che nonostante i classici “errorini tecnici in uscita” si è detto quindi soddisfatto della prestazione e del punto portato a casa.
I derby, storicamente, sono partite incerte, strane. Spesso nascondono insidie e risultati a sorpresa, fanno storia a sé. Ma l’analisi dell’allenatore della Juventus nel post partita, ancora una volta, pare inconsistente. Come potevano arrivare i 3 punti se la Juve non ha mai tirato in porta? Ieri sera si sono viste due squadre che, almeno sulla carta, dovevano essere ribaltate: possesso palla costante del Toro, Szczesny protagonista con Milinkovic-Savic spettatore, l’attaccante Morata che rincorre per 90 minuti il terzino Singo, Dybala che interviene in scivolata su Mandragora in mezzo al campo.
I tifosi, comprensibilmente, sono usciti ancora delusi dallo Stadium: un derby si può anche pareggiare, soprattutto contro questo Toro che con Juric ha finalmente risolto i problemi delle passate stagioni. Ma dopo i 100 milioni spesi a gennaio per portare a Torino giocatori come Vlahovic e Zakaria, contro una squadra di mezza classifica bisognerebbe almeno provare a imporre il proprio gioco e tirare in porta. Invece, dopo aver subito il pareggio di Belotti (che ha segnato con 9 giocatori della Juve in area!), i bianconeri si sono chiusi ancor di più nella propria metà campo per provare a ripartire in contropiede. Con questa squadra, con questo monte ingaggi, con circa 100 milioni investiti soltanto nel mercato di gennaio e, sempre bene ricordarlo, con un allenatore che guadagna 9 milioni di euro all’anno, questo è davvero l’unico modo possibile di scendere in campo? Dopo sette mesi di lavoro insieme, non esiste un piano B?  
Il bello del calcio, e più in generale dello sport, è che non sempre vince il più forte. Ma il più forte ha l’obbligo di provarci, sempre. Senza cercare assurde giustificazioni.