Dove ci sono
Olimpiadi o Mondiali, pioggia di medaglie ma non solo, anche pioggia di monete.
La squadra svizzera ha raccolto 14 “patacche” (dal dialetto bernese “Plämpu”,
Tanja Frieden snowboarder, Torino 2006) di cui ben sette d’oro – e quest’ultime
tutte appannaggio di esponenti di Swiss Ski. Ebbene Swiss Olympic verserà un
totale di 440 mila franchi a coloro che al rientro dalla Cina ne avevano già
una o due al collo.
I campioni olimpici
Feuz, Odermatt, Gisin, Suter, Gut-Behrami, Regez e Gremaud riceveranno 40.000
franchi svizzeri ciascuno. Wendy Holdener e Alex Fiva 30.000 per le loro
medaglie d'argento e poi 20.000 per il bronzo. Da noi i premi possono essere
accumulati. Così Michelle Gisin e Lara Gut-Behrami intascano 60.000 franchi
svizzeri ciascuna poiché oltre all’oro hanno vinto anche un bronzo. Fin qui le
cifre.
Queste cifre –
peraltro per nulla segrete – vengono fuori dalle ricerche del sito americano
forbes.com che ha ricevuto i numeri alle diverse organizzazioni olimpiche
nazionali dai quattro angoli del mondo.
Se lo sciatore
Han Tsuen Adrian Yung, cinese di Hong Kong, avesse vinto o lo slalom speciale o
quello gigante, si sarebbe arricchito niente male: la regione amministrativa
speciale cinese (dal 1997) è in testa alla money grading list pagando
circa 590 mila franchi svizzero per l’oro olimpico. Purtroppo il suo agente non
ha fatto i conti con la sfortuna poiché il diciottenne leoncino cresciuto
all’ombra del Lion Rock Hill, una montagna nel distretto di Sha Tin District,
tra Kowloon Tai Wai nei New Territories di Hong Kong, non è giunto al
traguardo. Diciamo che Marco Odermatt abbia fatto meglio, perlomeno in gigante.
E altro che “mamma li turchi” (dialettica siciliana risalente al 17. secolo) se
Özlem Çarıkçıoğlu, Özlem Ceren Dursun oppure Furkan Akar avessero messo mano
sull’oro che gli valeva 350 mila dei nostri franchi. Solo 200 mila CHF invece erano
previsti per un malese sul gradino più alto. Citiamo Forbes: “Molti soldi, ma ciò
che li unisce è che queste nazioni non hanno mai vinto una medaglia ai Giochi
invernali”.
Le cifre si fanno
interessanti. Il paese che ai Giochi vince medaglie regolarmente e che “paga”
di più è l'Italia. 185.000 CHF sono assegnati per l'oro, 95.000 per l'argento e
62.500 per il bronzo: se non dilaga, perlomeno il CONI (Comitato Olimpico
Nazionale Italiano) non distribuisce solo noccioline. Alt! Se è vero che Lara
Gut-Behrami ha raccolto 60 mila franchi e che è assodato il fatto che certi
sportivi “ticinensis”, nei loro commenti su Facebook, si augurerebbero che la
ragazza di Comano cambiasse nazione (ne ha due a disposizione!), facendo i
conti in tasca la “neoazzurrina” avrebbe intascato 247'500 franchetti, cioè
quattro volte tanto; per conto del Liechtenstein invece 25 mila per l’oro e una
mancia per il bronzo che Forbes non elenca nemmeno.
Andando a
consultare il medagliere olimpico di Pechino, sono in tanti davanti alla
Svizzera. La Norvegia ha 16 ori ma l’atleta non riceve un sol soldo. Zero. Come
se l’inglese Ryding, dopo quello di Kitzbühel, avesse vinto anche lo slalom
olimpico. In Germania – vinci quante medaglie che vuoi – il tutto è plafonato a
20 mila a testa, rispettivamente zero per sci alpino, salto con gli sci
maschile e biathlon dove ad ogni buon conto i soldi vengono devoluto ai
rispettivi movimenti giovanili. E la grande contendente elvetica nello sci
alpino? Per l’oro olimpico l’Austria paga meno della metà della Svizzera
(17'500). Poveracci, Mayer, & Co…
Orbene, le cifre
sono le cifre e questa è una cosa. Paese che vai, sistema fiscale che trovi;
cioè, difficile sapere fin dove ogni atleta possa effettivamente incassare il
premio al netto delle tasse. Al di là di ciò vi chiederete… ma chi paga? Ad
ogni buon conto, di sicuro non paga il Comitato Olimpico Internazionale, il
noto CIO ben noto per rastrellare monete a destra e a manca ma altrettanto noto
per non distribuirne a chi, in definitiva, i Giochi li tiene in piedi: atleti e
atlete. Da noi, Swiss Olympic versa i
premi direttamente - al lordo – ai medagliati.
Parlando di soldi
e accantonando il discorso Giochi, si apre un’altra pagina. Ogni atleta bene o
male dispone dei suoi contatti privati con fornitori di materiale e sponsor. Sarà
vero che Beat Feuz prende 40 mila franchi per la vittoria più prestigiosa dei
Giochi invernali quando ne riceve 100 mila a Kitzbühel, ma, come dice col dente
avvelenato il biatleta tedesco Erik Lesser su Instagram “…cospargono il
medagliato di gloria e onore”. Non solo. Dal momento in cui da decenni
l’industria degli articoli sportivi soffre di una diminuzione di cifre
d’affari, i contratti ormai “pagano” salendo sul podio. Non temete: chi rientra
dai Giochi, poi fa cassa. Ma ne hanno tutti il loro diritto!
Dulcis in fundo,
tornando all’entrata del discorso odierno e scorrendo la trentina di nazioni
che vi proponiamo nel grafico, manca proprio il paese ospitante. Ma quanto
pagherà la Cina ai loro medagliati, nazione terza nel medagliere di Pechino con
9/4/2? Un segreto di stato. Difficile a sapere. All’interpellato di Forbes, non
dice niente nessuno, fino a un funzionario che si limita a un “…non lo
sappiamo…” senza dire il suo nome. Riuscimmo a svelarlo, il suo nome: San Po
Pü.