Sport
Olimpiadi: a conti fatti
Swiss Olympic verserà un totale di 440 mila franchi a coloro che al rientro dalla Cina avevano già una o due medaglie al collo
Pubblicato il 21.02.2022 11:25
di Giorgio Keller
Dove ci sono Olimpiadi o Mondiali, pioggia di medaglie ma non solo, anche pioggia di monete. La squadra svizzera ha raccolto 14 “patacche” (dal dialetto bernese “Plämpu”, Tanja Frieden snowboarder, Torino 2006) di cui ben sette d’oro – e quest’ultime tutte appannaggio di esponenti di Swiss Ski. Ebbene Swiss Olympic verserà un totale di 440 mila franchi a coloro che al rientro dalla Cina ne avevano già una o due al collo.
I campioni olimpici Feuz, Odermatt, Gisin, Suter, Gut-Behrami, Regez e Gremaud riceveranno 40.000 franchi svizzeri ciascuno. Wendy Holdener e Alex Fiva 30.000 per le loro medaglie d'argento e poi 20.000 per il bronzo. Da noi i premi possono essere accumulati. Così Michelle Gisin e Lara Gut-Behrami intascano 60.000 franchi svizzeri ciascuna poiché oltre all’oro hanno vinto anche un bronzo. Fin qui le cifre.
Queste cifre – peraltro per nulla segrete – vengono fuori dalle ricerche del sito americano forbes.com che ha ricevuto i numeri alle diverse organizzazioni olimpiche nazionali dai quattro angoli del mondo.
Se lo sciatore Han Tsuen Adrian Yung, cinese di Hong Kong, avesse vinto o lo slalom speciale o quello gigante, si sarebbe arricchito niente male: la regione amministrativa speciale cinese (dal 1997) è in testa alla money grading list pagando circa 590 mila franchi svizzero per l’oro olimpico. Purtroppo il suo agente non ha fatto i conti con la sfortuna poiché il diciottenne leoncino cresciuto all’ombra del Lion Rock Hill, una montagna nel distretto di Sha Tin District, tra Kowloon Tai Wai nei New Territories di Hong Kong, non è giunto al traguardo. Diciamo che Marco Odermatt abbia fatto meglio, perlomeno in gigante. E altro che “mamma li turchi” (dialettica siciliana risalente al 17. secolo) se Özlem Çarıkçıoğlu, Özlem Ceren Dursun oppure Furkan Akar avessero messo mano sull’oro che gli valeva 350 mila dei nostri franchi. Solo 200 mila CHF invece erano previsti per un malese sul gradino più alto. Citiamo Forbes: “Molti soldi, ma ciò che li unisce è che queste nazioni non hanno mai vinto una medaglia ai Giochi invernali”.
Le cifre si fanno interessanti. Il paese che ai Giochi vince medaglie regolarmente e che “paga” di più è l'Italia. 185.000 CHF sono assegnati per l'oro, 95.000 per l'argento e 62.500 per il bronzo: se non dilaga, perlomeno il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) non distribuisce solo noccioline. Alt! Se è vero che Lara Gut-Behrami ha raccolto 60 mila franchi e che è assodato il fatto che certi sportivi “ticinensis”, nei loro commenti su Facebook, si augurerebbero che la ragazza di Comano cambiasse nazione (ne ha due a disposizione!), facendo i conti in tasca la “neoazzurrina” avrebbe intascato 247'500 franchetti, cioè quattro volte tanto; per conto del Liechtenstein invece 25 mila per l’oro e una mancia per il bronzo che Forbes non elenca nemmeno.
Andando a consultare il medagliere olimpico di Pechino, sono in tanti davanti alla Svizzera. La Norvegia ha 16 ori ma l’atleta non riceve un sol soldo. Zero. Come se l’inglese Ryding, dopo quello di Kitzbühel, avesse vinto anche lo slalom olimpico. In Germania – vinci quante medaglie che vuoi – il tutto è plafonato a 20 mila a testa, rispettivamente zero per sci alpino, salto con gli sci maschile e biathlon dove ad ogni buon conto i soldi vengono devoluto ai rispettivi movimenti giovanili. E la grande contendente elvetica nello sci alpino? Per l’oro olimpico l’Austria paga meno della metà della Svizzera (17'500). Poveracci, Mayer, & Co…
Orbene, le cifre sono le cifre e questa è una cosa. Paese che vai, sistema fiscale che trovi; cioè, difficile sapere fin dove ogni atleta possa effettivamente incassare il premio al netto delle tasse. Al di là di ciò vi chiederete… ma chi paga? Ad ogni buon conto, di sicuro non paga il Comitato Olimpico Internazionale, il noto CIO ben noto per rastrellare monete a destra e a manca ma altrettanto noto per non distribuirne a chi, in definitiva, i Giochi li tiene in piedi: atleti e atlete.  Da noi, Swiss Olympic versa i premi direttamente - al lordo – ai medagliati.
Parlando di soldi e accantonando il discorso Giochi, si apre un’altra pagina. Ogni atleta bene o male dispone dei suoi contatti privati con fornitori di materiale e sponsor. Sarà vero che Beat Feuz prende 40 mila franchi per la vittoria più prestigiosa dei Giochi invernali quando ne riceve 100 mila a Kitzbühel, ma, come dice col dente avvelenato il biatleta tedesco Erik Lesser su Instagram “…cospargono il medagliato di gloria e onore”. Non solo. Dal momento in cui da decenni l’industria degli articoli sportivi soffre di una diminuzione di cifre d’affari, i contratti ormai “pagano” salendo sul podio. Non temete: chi rientra dai Giochi, poi fa cassa. Ma ne hanno tutti il loro diritto!
Dulcis in fundo, tornando all’entrata del discorso odierno e scorrendo la trentina di nazioni che vi proponiamo nel grafico, manca proprio il paese ospitante. Ma quanto pagherà la Cina ai loro medagliati, nazione terza nel medagliere di Pechino con 9/4/2? Un segreto di stato. Difficile a sapere. All’interpellato di Forbes, non dice niente nessuno, fino a un funzionario che si limita a un “…non lo sappiamo…” senza dire il suo nome. Riuscimmo a svelarlo, il suo nome: San Po Pü.