Calcio
Ed è subito crisi Inter
Il Sassuolo espugna il Meazza, la corsa allo scudetto è più incerta che mai
Pubblicato il 21.02.2022 11:29
di Angelo Lungo
Le luci di San Siro si accendono e illuminano la crisi dell'Inter. È ufficiale: il campionato è riaperto e non c'è un vero favorito. Tutto ribaltato, tutto è cambiato. Il Sassuolo si concede un altro scalpo clamoroso, non fa sconti alle grandi, e batte, meritatamente, pure i milanesi. Lo ha fatto attraverso il gioco e la sfrontatezza. La squadra di Dionisi ha talento, gioventù e idee. Il girone d'andata si era chiuso con l'impressione che i nerazzurri non avessero rivali. E che lo scudetto era lì a portata di mano, doveva solo essere colto. Ma il campo racconta che l'esito finale non è affatto scontato. Non sarà un torneo spettacolare o tecnico, ma certamente combattuto. Per Inzaghi il difficile comincia adesso. Si riavvolga il nastro. La situazione societaria dei meneghini è complicata. Il debito complessivo supera i 600 milioni di euro. La proprietà ha chiuso i rubinetti. I conti devono essere sistemati. La parola d'ordine è sostenibilità. Ma fare calcio ad alti livelli costa e pure tanto. Il mercato è fuori controllo. Le indiscusse capacità manageriali di Marotta hanno consentito all'Inter di sopperire alle partenze di Lukaku e Hakimi. Ma ora sta cominciando a emergere il tallone d'Achille dei campioni d'Italia: l'attacco. L'Inter esprime un buon calcio, crea occasioni e il suo impianto tattico è collaudato. Ma non riesce a concretizzare le occasioni che crea. Correa è un oggetto misterioso, pagato profumatamente, fermo da tempo a causa di continui infortuni. Sanchez sta vivendo il suo finale di carriera, può essere utilizzato solo per spezzoni di partita. Lautaro è la vera delusione. L'argentino sembra essersi incamminato sulla strada dell'incompiutezza. Buone potenzialità ma che non sono determinanti e non incidono in maniera decisiva. Si salva Dzeko, il bosniaco, nonostante l'età, lotta, si impegna e il suo rendimento non può essere messo in discussione. Non tutto è perduto: ma l'interismo comincia a vacillare, il passato insegna che, talvolta, il peggior nemico dell'Inter è essa stessa.