Riprende il campionato. Per fortuna. Avevamo voglia di hockey, di tornare a sognare e perché no, a soffrire, per l’Ambrì.
Le Olimpiadi, così lontane, non hanno portato nulla di buono. L’hockey rossocrociato è uscito ridimensionato, la National League non ha fatto una grande figura. Tutto vero. Ma appena si tornerà a giocare, tutto verrà dimenticato.
Ci concentreremo di nuovo sul nostro orticello, alla corsa ai (pre)playoff che si deciderà nelle prossime tre settimane.
La speranza è che la lunga pausa abbia fatto bene all’Ambrì. Ne avremmo bisogno: meritiamo un finale ricco di pathos. Di crederci fino alla fine.
Non so se riusciremo a prenderci un posto tra le prime dieci, nelle “elette” del nostro hockey.
Restarci fuori sarebbe un fallimento, lo avevamo già scritto. Non lottare fino alla fine sarebbe un autentico disastro sportivo. Evitiamolo.
Un anno hockeysticamente nato con il varo della nuova pista, meriterebbe un finale incandescente.
A questo punto è meglio lasciar da parte discorsi filosofici sul rendimento di questo o quell’altro giocatore: adesso c’è bisogno di tutti. Del gruppo, della squadra, della mentalità vincente. Uno per tutti, tutti per uno. Nessuno escluso. Solo così potremo fare l’impresa.
Ce la giocheremo con il Berna? È possibile. Abbiamo ancora il “doppelspiel” contro gli orsi. Arriviamoci con la bava alla bocca, graffiamoli per primi. Sono forti, certo, ma non imbattibili.
Guardando sabato la partita della Salernitana contro il Milan ho avuto un sussulto: ci vuole il loro impeto, la loro voglia. Già retrocessi? Classifica alla mano potrebbe sembrare così, eppure sono andati vicino all’impresa. Battere il grande Milan. Con una grinta fuori dal comune.
Ci credono loro. Crediamoci anche noi.  

(foto Putzu)