CALCIO
I primi della classe giocano a "ciapa nò"
In serie A le squadre di vertice hanno vissuto una giornata difficile, addirittura storica
Pubblicato il 22.02.2022 09:41
di Silvano Pulga
Quello che è accaduto in Serie A, questo fine settimana, è probabilmente una novità assoluta dal punto di vista statistico: delle prime 10 in classifica, ha vinto solo la Fiorentina, che era impegnata con l'Atalanta, che la precedeva. Tutte le altre sono state sconfitte o hanno pareggiato. A fare rumore, certamente, sono stati i pareggi della capolista provvisoria Milan (ha giocato una partita in più rispetto all'Inter, dietro due punti e, quindi, potenzialmente in testa alla graduatoria)  a Salerno e del Napoli a Cagliari, entrambi ottenuti in rimonta, in trasferta, e contro due squadre pericolanti. L'impresa del Sassuolo a Milano, pur essendo stata magnificata dai media della vicina Penisola, non è stata un unicum, tutto sommato, visto che i neroverdi emiliani, lontani dalle mura amiche, avevano già battuto il Milan e la Juventus. Però, non sono sfuggiti ai critici gli errori individuali di diversi interpreti in nerazzurro e alcune scelte di formazione, da parte di Inzaghi (costretto a rinunciare a Brozović e Bastoni, squalificati), quantomeno opinabili. Però, i risultati delle altre hanno attenuato gli effetti della sconfitta dei campioni in carica, i quali restano, senza dubbio, i principali indiziati per la vittoria finale.  
La sensazione, vedendo le partite, è stata quella di una deconcentrazione diffusa (anche se, a onor del vero, a Bergamo, qualche dubbio sul fuorigioco attivo di Hateboer, in occasione della rete del pareggio contro la Fiorentina annullata agli atalantini ce l'hanno ancora) e, diciamolo, anche di una qualità scadente di gran parte degli interpreti. Più che prodezze da parte degli avversari meno quotati in classifica, infatti, abbiamo soprattutto visto tanti errori dei giocatori delle squadre di vertice. Attaccanti avversari lasciati nei 16 metri liberi di colpire, errori di mira clamorosi degli attaccanti, palloni indirizzati sul primo palo passati sotto le gambe dei portieri. Insomma, per dirla come si usa dalle nostre parti, un colossale "ciapa nò" in salsa pallonara.
In tutto questo, le coppe europee, in attesa della Juventus, in scena in Spagna questa sera, hanno chiuso con un bilancio in chiaroscuro per il calcio tricolore. L'Inter ha offerto una buona prestazione casalinga contro il Liverpool ma, nel finale, si è arresa, grazie anche a un paio di errori della propria retroguardia. In Europa League, il Napoli ha ben figurato al cospetto di un Barça in fase declinante, mentre la Lazio si è arresa al Porto. Meglio l'Atalanta, che ha confermato la propria vocazione europea regolando, seppur di misura, i greci dell'Olympiakos.
Il bilancio mostra, quindi, una Serie A tutto sommato in linea con i valori del calcio medio (se il Napoli dovesse eliminare il Barcellona, potrebbe ragionevolmente puntare ad arrivare in fondo alla competizione), ma lontano dai vertici continentali. La squadra nerazzurra campione in carica scenderà sicuramente in campo ad Anfield con la voglia e il desiderio di regalare ai propri tifosi una serata storica, ovviamente. Tuttavia, i pronostici la danno sfavorita, al di là del momento no dei suoi attaccanti. Il Milan, che pure (suo malgrado) non è distratto dalle Coppe, ha invece mostrato un preoccupante deficit di concentrazione in quel di Salerno, contro una squadra in crescita, motivata, e con un nuovo allenatore in panchina. Al di là dei limiti tecnici mostrati dalla rosa, sicuramente profonda ma di qualità non sopraffina in tanti dei suoi elementi, è mancata la giusta mentalità. Una volta in vantaggio, la partita andava chiusa con cinismo ma, soprattutto, non bisognava consentire ad avversari, di qualità inferiore, di riaprirla e, addirittura, passare in vantaggio con un'azione che è stata, dal punto di vista difensivo, da museo degli orrori. Male (per la prima volta, può accadere) anche il portiere Maignan. Molti tifosi interisti hanno riso, vedendo le papere dell'estremo difensore francese; ma i più prudenti hanno preferito aspettare a esporsi sui social. E, manco a dirlo, hanno avuto ragione, visto quanto accaduto il giorno successivo a San Siro. Soprattutto per quanto riguardava la prestazione del portiere. Affaire à suivre, in definitiva: ma, per fortuna, sugli albi d'oro non viene riportata la qualità del gioco espresso. Il nome di chiunque vincerà questo campionato rimarrà scolpito nel marmo, a caratteri maiuscoli. E, tra cinquant'anni, nessuno ricorderà che si è giocato, a un certo punto, a ciapa nò anziché a pallone.