OFFSIDE
Non è il momento per gli alibi
Le difficoltà del Lugano dipendono veramente da rinnovi e mercato?
Pubblicato il 22.02.2022 10:24
di L.S.
Si sta parlando tanto della sconfitta del Lugano contro il San Gallo.
Quasi più per ciò che è successo prima, che per quanto si è visto durante i novanta minuti.
Il Lugano ha perso, ha giocato maluccio, è vero, ma la drammatizzazione del risultato è forse eccessiva. Anche perché il San Gallo, che è apparso sì superiore, non ha mai messo veramente sotto i bianconeri. Insomma, non è stata una “débâcle”.
La responsabilità maggiore di questa sconfitta sarebbe, secondo alcuni, da addebitare alla società, rea di aver comunicato con troppo anticipo l’interruzione delle trattative con Lavanchy e Custodio. Notizie che avrebbero minato la serenità dell’intero spogliatoio, oltre che tolto enormi stimoli ai giocatori.
Se tutto ciò fosse vero sarebbe grave. Gravissimo.
Che ci possa essere stata una piccola delusione da parte dei compagni e un dispiacere comune dell’ambiente bianconero, ci può stare. È normale che sia così, anche perché stiamo parlando di due giocatori che in questi anni hanno dato tanto alla squadra, rappresentandone l’asse portante. Così come lo è Sabbatini, che a maggior ragione, è stato il vero emblema sul campo di questo club nell’ultimo decennio.
Custodio e Lavanchy, è giusto chiarirlo una volta per tutte, hanno rifiutato le proposte del club.
Proposte, che stando a quanto dice il direttore dell’area tecnica Da Silva (e non abbiamo motivo per dubitare delle sue parole), erano superiori a quelle passate.
I due giocatori hanno però deciso di prendere un’altra strada. Lavanchy andrà a Sion, mentre Custodio pare destinato al San Gallo.
Lasciare il Lugano è un loro sacrosanto diritto. A scadenza di contratto, così come succederà con Lovric, ognuno è libero di fare ciò che vuole.
Ora c’è solo un problema: l’anomala reazione di una parte dell’ambiente. Far passare i giocatori come degli ingrati o peggio dei traditori, non è certo il modo migliore per preparare il finale di stagione.
Custodio e Lavanchy, così come Lovric e Sabbatini, daranno sicuramente il massimo da qui a giugno. Per finire bene un campionato finora giocato su ottimi livelli e possibilmente per portare a casa quella Coppa che a Lugano manca da quasi trent’anni. Difficile pensare altrimenti.
Affermare però che la squadra sia sotto shock per queste notizie potrebbe essere fuorviante e distogliere il focus dal reale problema che sta attanagliando la squadra.
Il problema del Lugano in queste settimane risiede altrove: nell’assenza di qualche perno, nella sterilità di un attacco che non punge e da qualche errore di troppo in fase difensiva. Specifichiamo fase difensiva e non soltanto difesa.
La società, almeno a parole, si dice tranquillissima. Si voleva una salvezza tranquilla e un bel percorso in Coppa Svizzera. Chi non avrebbe firmato per questa situazione lo scorso mese di agosto?
Croci-Torti dovrà essere bravo in questi prossimi tre mesi a usare il bilancino come se fosse un farmacista: da una parte dovrà far crescere i nuovi acquisti, che non si sono ancora adattati al nostro calcio e dall’altra dovrà garantire una tenuta a livello di risultati.
Abituato a poter contare su un’ossatura collaudata, il giovane tecnico dovrà per forza di cose avventurarsi in qualche esperimento, con la consapevolezza di poter anche sbagliare qualcosa.
Fino a giugno sarà così. Poi in estate è lecito attendersi, assieme al mercato dei giovani talenti da far crescere, l’arrivo di 3-4 pedine di una certa esperienza. Perché come ha detto Da Silva, non ci saranno grossi stravolgimenti, ma bisognerà comunque rimpiazzare i partenti.
Quei partenti che hanno esperienza e garantiscono affidabilità. E non è mica roba da poco.
(Qualche grattacapo per Mattia Croci-Torti, nella foto Putzu)