Calcio
"Occhio Lugano, il Servette se la gioca sempre"
Il tecnico del Bellinzona Jean-Michel Aeby svela i segreti della squadra di Geiger
Pubblicato il 26.02.2022 10:41
di Carlo Scolozzi
Il calendario di Super League propone questa sera un interessante Lugano-Servette. Quarta e quinta forza del massimo torneo svizzero, infatti, duelleranno sul campo di Cornaredo a caccia di punti importanti per raddrizzare un cammino altalenante in questo 2022. Ma che squadra si troverà ad affrontare la truppa del Crus? Ce lo spiega un grande conoscitore dell'ambiente ginevrino come Jean-Michel Aeby, il tecnico del Bellinzona in Promotion League.
Mister, cosa pensa del Servette attuale?
"L'ho visto giocare dal vivo l'ultima volta a dicembre, contro il Basilea. Comunque lo seguo sempre e posso dire che ha tra le sue fila tanti buoni calciatori e che gioca bene al calcio, anche se gli capita di perdere dei punti sul finale, come accaduto col Lucerna. In ogni caso meriterebbe di trovarsi più in alto in classifica (è quinto con 29 punti in 22 partite)".
Pregi e difetti della compagine ginevrina?
"Beh, diciamo che quando perde lo fa malamente, come accaduto col San Gallo, che gli ha rifilato un 5-1. Ma è capace di essere pericolosa anche fuori casa. Ci sono due giocatori, a mio avviso, che fanno la differenza. Uno è Stevanovic, capace di dare buoni palloni agli attaccanti. Lo reputo un po' la stella di questa squadra. Dietro invece c'è Clichy, il padrone della difesa, che si fa sentire, infatti parla molto in campo e dà consigli ai giovani. Diciamo così: se Clichy parla con la voce, Stevanovic lo fa con i... piedi. Parliamo quindi di una compagine pericolosa e alla ricerca di stabilità".
Due parole, adesso, sul tecnico Alain Geiger.
"Lo conosco bene, è un grande amico, abbiamo giocato insieme in Nazionale. Poi è stato mio direttore sportivo quando allenavo il Neuchâtel Xamax. È al Servette ormai dal 2018 e con questo club che veniva dalla Challenge League è stato capace di lottare per l'Europa. Secondo me ha fatto molto bene in granata".
Non si capisce bene quale sia l'obbiettivo del Servette.
"È partito per salvarsi, a detta dei dirigenti. In futuro si punta a migliorare anno dopo anno, con calma, ma si spera ugualmente di poter vincere il campionato il più in fretta possibile. Insomma, è un Servette ambizioso ma coi piedi per terra".
Conosce il Lugano (quarto, a 33 punti)?
"Non molto, l'ho visto solo due volte. So che ha cambiato qualche giocatore e che è alle prese con alcuni infortuni. In campionato ha mollato un po', secondo me il motivo è da ricercare nell'impegno di Coppa Svizzera. Vogliono vincerla, è questo l'obbiettivo ormai".
Lugano-Servette che partita sarà, Mister?
"I bianconeri affronteranno un avversario che non scende mai in campo solo per difendersi, ma gli piace giocare. Col San Gallo ha perso 5-1, ma nel primo tempo poteva fare tre gol. A Zurigo meritava come minimo un punto. Insomma, il Lugano troverà un Servette che ama attaccare".
Un po' di amarcord adesso. I suoi ricordi del Servette?
"Come giocatore il titolo vinto nel 1994 all'ultima giornata. In quella squadra giocavano Marco Grassi e Oliver Neuville. Da allenatore la promozione in Challenge League subito dopo il fallimento. Per me e per tutti i ginevrini il Servette è la società di riferimento".