OFFSIDE
L'enigma McSorley, il "ritorno" di Lombardi
Lugano e Ambrì finora al di sotto delle aspettative, tra speranze e analisi
Pubblicato il 01.03.2022 10:23
di L.S.
Nono e undicesimo posto in classifica. Non era certo nei sogni delle due ticinesi.
Il Lugano, che lo scorso anno aveva chiuso la Regular Season al secondo posto, a meno di clamorosi miracoli in queste ultime partite si “salverà” grazie all’introduzione dei preplayoff. Diciamocela tutta: non è una gran soddisfazione.
I bianconeri non giocano male? È vero, hanno sprazzi di buon gioco e a volte regalano l’illusione di essere una vera e propria squadra. Illusione che poi cozza drammaticamente contro la realtà delle cose, ossia di un gruppo che spesso va in corto circuito e commette errori difficilmente spiegabili.
McSorley per ora, a parte la sua indubbia bravura nel tenere a bada le critiche, ha fatto ben poco. E dire che la squadra, visto il mercato realizzato, sembra(va) decisamente buona. In fondo, se la dirigenza si era spinta a parlare di titolo nei prossimi 3-5 anni, qualche motivo ce l’aveva.
Ieri il tecnico canadese si è detto estremamente felice per l’arrivo di Abdelkader, un altro giocatore che andrà a rimpinguare il suo già importante roster.
Lo ha descritto come un leader vitale per lo spogliatoio, come se questo Lugano ne fosse sprovvisto.
La “bellezza” dell’hockey è che se anche fai male per sei/sette mesi hai tempo di riscattarti: i playoff (o preplayoff) ti concedono sempre un’ultima chance. Che tu l’abbia meritata o meno. La speranza è che il Lugano capisca la fortuna che ha tra le mani e che non si lasci sfuggire l’occasione. Altrimenti sarà inevitabile catalogare la stagione come tra le più fallimentari degli ultimi anni.
Ad Ambrì tutto sembrava tacere, anche se i mugugni qua e là non mancavano.
Il traguardo del decimo posto è ormai lontano, per non dire irraggiungibile.
In un ambiente che appariva narcotizzato e assuefatto alle sconfitte, è arrivata ieri la lettera ai tifosi di Filippo Lombardi.
Nelle ultime stagioni il presidente, che ha avuto l’indubbio merito di regalare al suo club il nuovo impianto, era apparso un po’ lontano dalle vicende sportive.
Non era più quel Lombardi tonitruante capace di risvegliare l’ambiente e sferzare la squadra nei momenti più bui.
La lettera di ieri, perciò, in un certo senso stupisce. Anche se i toni restano concilianti e mai drammatici.
Si legge, forse per la prima volto dopo tanto tempo, un leggero fastidio nelle parole di Lombardi, come se avesse finalmente voglia di andare a fondo di questa stagione triste e buia, analizzandone la situazione nel suo complesso.
E non basta il finale colmo di elogi per il settore giovanile per spazzare via l’impressione di un presidente smanioso di tornare a chinarsi più da vicino sul tema sportivo, comprensibilmente lasciato un po’ da parte in queste ultime stagioni per i più pressanti compiti che lo avevano impegnato con la nuova pista.
E il suo “ritorno” non può che far bene a tutto l’Ambrì.
(Foto Putzu)