Ho visto la luce, non quella eterna che di solito è un
treno. No più piccola, circoscritta, breve, estemporanea nel suo senso più
alto: Blerim Dzemaili. Appena finito l’angosciante minuto di silenzio per il
popolo ucraino, dentro lo stadio si torna alla realtà, perlomeno giocosa, anche
se spesso in un recondito luogo dell’anima questa predisposizione al gioco
stride con il baratro. Ma in fondo è anche resistenza. Dzemaili è il nostro fiore nelle macerie, noi che siamo così lontani e così vicini. Non aspettatevi
discorsi, Dzemaili è qui per giocare a calcio, ha 35 anni e lo fa da un pezzo,
con l’Europa nel suo cuore girovago. È tornato a casa, a Zurigo, quasi
certamente per riconoscenza al club che gli ha regalato il sogno. Potrebbero
essere poche le volte che lo vedremo ancora sul campo, chissà.
Ma c’è. Mezzala, un ruolo anche di fatica e rientri che gli
chiede l’allenatore, a lui e a Antonio Marchesano sul lato opposto del
centrocampo. Giocatori creativi, d’attacco, che sono chiamati a poetizzare la
tonnara mediana. Allora, sotto e vada come vada.
C’è il momentaccio da capovolgere, con gli avversari che non
danno tregua a tutto campo. In un istante un dai e vai da ultrasonico tra
Marchesano e Guerrero e da qui un tocco appena fuori dall’area per Dzemaili.
Potrebbe tirare, ma sono frazioni di tempo minutissime prima che un difensore
chiuda il varco, e allora ecco la luce. Eccola. Un tocco che contiene
l’esattezza dello spazio/tempo, profondo verso Ceesay che arriva con il passo
dell’antilope e spesso poi sbaglia per troppa foga. Ma quel pallone lì di
Dzemaili porta la scritta “Amami ti prego”, il suo sposalizio è con la rete e
la bacia.
Quei tre centesimi di secondo tra l’idea e il tocco di
Dzemaili è il solo spiraglio di eternità nel consueto delle partite e delle
giornate, svuota la mente dalle miserie e da altre gioie e fa intravedere
l’infinito, la luce.
Poi si torna in sé, se ne parlerà, ci saranno complimenti o
resoconti smozzicati come questo, tentativi di trattenere lo stupore, ma sarà
solo in quel momento fermato da Dzemaili che si sarà intuito un mondo perfetto.
Ma è già passato e torna la guerra.