OFFSIDE
Lugano, ora l'Europa ha due strade
Domenica contro il Basilea può arrivare il sorpasso: ci sarà bisogno anche del pubblico
Pubblicato il 04.03.2022 09:58
di L.S.
Il giorno dopo il gusto della vittoria è ancora più dolce.
Il film della partita ci ricorda di un Lugano brillante, padrone del campo e capace di anestetizzare un GC che ci ha capito poco o nulla.
Croci-Torti ha messo in difficoltà quel Contini, che solo un paio di giorni prima gli impartiva a Berna un corso di comunicazione. Casi strani di un calcio che non guarda (solo) ai patentini, per fortuna.
Il Crus ci ha visto giusto (anche) stavolta. La mossa di un Lovric alla Pirlo ha dato i suoi frutti, con il nazionale sloveno che si è sentito a suo agio in una posizione dove ha potuto toccare tanti palloni.
È stato un Lugano che come per magìa si è trovato a occhi chiusi in campo, occupando sagacemente gli spazi e gestendo bene i tempi del pressing.
Sabbatini e Custodio infaticabili, Lavanchy in versione gran spolvero, Bottani sgusciante in ogni zona del campo (peccato per le due occasioni fallite), Celar finalmente implacabile.
Il mister ha puntato sui suoi uomini: nessun tipo di frustrazione o di vergogna nel dimostrare a tutti che quel gruppo, che si è formato negli anni, è ancora altamente affidabile e non passa mai di moda. E che sa anche, ohibò, giocare bene a calcio.
È stato bravo il Crus a sterzare davanti a una situazione che poteva farsi pericolosa prima della partita con il Servette: si rischiava di imboccare la strada della crisi, del malcontento, dopo un mercato che aveva lasciato qualche dubbio.
E ieri il Lugano ha vinto anche senza l’apporto della panchina: giusto dirlo. Nessuna accusa, ci mancherebbe, anche perché è probabile che in un futuro nemmeno troppo lontano i vari Aliseda, Ruegg, Valenzuela, Selassie, Belhadj e Amoura (purtroppo ancora lontano dal rientro), potranno fornire un apporto importante.
Intanto il Crus va avanti per la sua strada, lastricata di vittorie e finalizzata a preparare l’appuntamento di Coppa contro il Lucerna.
Con gli ultimi risultati però le cose si “complicano” un po’. L’Europa, parola che affascina anche se si è racalcitranti nel pronunciarla, la si può raggiungere anche attraverso il campionato. E ora che si fa?
Ciò che due settimane fa sembrava difficile, ora diventa possibile. Una bella opportunità che si staglia all’orizzonte e che il Lugano proverà senza dubbio ad acciuffare, anche con il rischio di consumare qualche energìa nervosa.
Iniziando già da dopodomani a Cornaredo contro il Basilea di Abascal.
Vincere significherebbe sorpasso. Contro quell’ex allenatore che dopo un breve peregrinare per l’Europa, ritorna su quella panchina in cui si sedette anche un Renzetti furioso.
Corsi e ricorsi storici, ricordi indelebili di un Lugano che fu e che adesso è cresciuto e vuole piazzare l’ultimo acuto. Con questo fantastico gruppo, che al di là di rinnovi o cessioni, resterà a lungo nella nostra memoria. E a cui bisognerà sempre dire grazie.
Domenica alle 14.15, prevista giornata di sole, nessuna grossa concomitanza e avversario il Basilea: non ci sono scuse per restare a casa.
Ziegler, uno a cui non manca l’esperienza, l’aveva chiesto esplicitamente in conferenza stampa: “abbiamo bisogno di sostegno, non di fischi”.
Ecco, adesso è il momento che anche il pubblico faccia un salto di qualità, che capisca l’importanza di essere vicino alla squadra, che lasci da parte i fischi e rispolveri incitamenti e applausi.
Questa squadra se lo merita.
Per quello che ha fatto e che sta facendo. E che probabilmente farà ancora.