OFFSIDE
Vent'anni fa il ritrovamento di Helios Jermini
L'ex presidente scomparve il 4 marzo 2002 e fu trovato morto tre giorni dopo: ecco un piccolo ricordo
Pubblicato il 07.03.2022 12:22
di L.S.
Sono trascorsi esattamente vent’anni da quel 7 marzo del 2002, quando il corpo dell’allora presidente del FC Lugano Helios Jermini venne ripescato dal lago in zona Brusino all’interno della sua auto.
Jermini scomparve tre giorni prima, lunedì 4 marzo, lasciando per 72 ore tutti con il fiato sospeso. Cosa gli era successo? Era questa la domanda martellante che ci facevamo in quelle ore.
Era uscito dal suo ufficio quella mattina per andare a un appuntamento a Milano, ma non ci arrivò mai.
Lo avevamo visto per l’ultima volta il giorno prima, la domenica 3 marzo. Aveva invitato i giornalisti che solitamente seguivano il Lugano alla partita di Ginevra: era in programma l’attesa sfida con il Servette, che finì 1-0 per i granata. Si giocava ancora nel vecchio Charmilles.
Jermini aveva offerto a tutti il volo charter per seguire la partita senza doversi sobbarcare il lungo viaggio in auto. Si partì quella mattina assieme alla squadra guidata da Morinini dall’aeroporto di Lugano e si ritornò alla sera, verso le 22.00.
In tempo per ascoltare alla radio gli ultimi minuti del derby Milan-Inter: Jermini, tifoso rossonero, si informò subito del risultato della partita. Ahinoi, quella sera il “nostro” Milan, perse.
Ci salutammo ai piedi della scaletta, ringraziandolo ovviamente per il gentile omaggio del volo gratuito e dandogli appuntamento per mercoledì sera, quando a Cornaredo sarebbe stato di scena il Grasshopper.
Quella sera, con Jermini che era scomparso (il cadavere come detto fu ritrovato soltanto il giorno dopo), l’ambiente allo stadio era surreale.
Della partita non parlava nessuno, tutti erano a caccia di notizie sulla sorte del presidente.
Jermini lo conobbi nel 1991, quando fui assunto per il mio primo impiego da giornalista stagista. Lui aveva appena ritirato da Pablo Foletti, padre dell’attuale sindaco di Lugano Michele, l’allora settimanale sportivo Eco dello sport. Ecco in parte spiegato il perché del mio apporto alla rinascita di questa testata in questi ultimi mesi.
Fui assunto da Enrico Lafranchi, allora direttore e andai a firmare il contratto a Montagnola, in una bellissima villa, dove vidi per la prima volta Jermini.
Era convinto che una squadra di calcio (lui in quel momento era vicepresidente, presidente era Manzoni) avesse bisogno anche di una “buona” stampa e che avere un giornale “pro” potesse essere importante.
La cosa strana è che in quegli anni (alle fine furono solo quattro, prima che l’Eco passò di mano al Corriere del Ticino) Jermini fece sentire pochissimo la sua presenza. Ricordo solo una telefonata, quasi timida, per dirmi di passare nei pressi di Cornaredo per vedere se ci fosse qualche volto nuovo. E di fare attenzione a un “biondino”.
Si trattava di Martin Fink, che arrivò in bianconero dopo essere stato capocannoniere del campionato con la maglia del Losanna. Fu l’unica imbeccata che mi diede in quegli anni.
Per il resto mai una critica ma nemmeno un consiglio.
So che con qualche giornalista fu meno tenero: non apprezzava le critiche al suo Lugano e conservava gli articoli “incriminati” dei vari giornali, in appositi classificatori.
Personalmente ho sempre goduto di rispetto, gentilezza e disponibilità. Anche quando l’Eco chiuse e passai al Corriere del Ticino.
Ricordo la venerazione (giustamente) di Galvao, l’affetto per Morinini (quasi un figlio) e la vicenda Belardelli, quando ormai le cose stavano precipitando, ma noi ancora non potevamo saperlo.
A dire la verità ogni tanto circolavano strane voci sulla solidità del Lugano, ma nessuno sembrava crederci troppo. E comunque non avevamo le prove.
Quel marzo 2002 purtroppo ci fece aprire gli occhi. Il Lugano poi fallì, fu salvato dall’Agno di Morotti, fino ad arrivare a Renzetti e alla storia dei giorni nostri.
Jermini ha sicuramente commesso degli errori, ma almeno in campo calcistico, ha sempre cercato di fare il meglio per il “suo” Lugano. Che aveva imparato ad amare e che voleva portare a tutti i costi al successo. 
Non ci è riuscito, ma nel bene o nel male, ha scritto pagine importanti di questo club.
E oggi, mi sembrava giusto ricordarlo.
(In questa foto d'archivio, da sin. Helios Jermini, Roberto Morinini e Pietro Belardelli)