Calcio
Real-Psg, sfida per il potere
Una partita che si gioca in campo e oltre
Pubblicato il 09.03.2022 13:37
di Angelo Lungo
Real contro Psg è uno scontro infinito tra poteri forti. Ne rimarrà solo uno. Gli spagnoli rappresentano l'aristocrazia del calcio europeo. Una squadra, una tradizione vincente. Una popolarità che non conosce confini. Ammalia e affascina calciatori e tifosi. La camiseta blanca esprime un apparente candore, mostra, in realtà, la volontà di potenza: imporsi sempre e ovunque.
I francesi sono i “parvenus”. Ecco i nuovi ricchi. Gli sceicchi che pompano ingenti risorse. Intendono sovvertire il vecchio ordine, sostituirlo. Non badano a spese, possono comprare senza limiti. Scontano la mancanza del blasone: il carisma legittimato dal passato. Non si fanno fermare dagli insuccessi, procedono spediti. Poco importa di un progetto tecnico-tattico. Il mantra è la vittoria.
Perez, presidente del Real, è consapevole che il sistema calcio è fuori controllo. I costi aumentano in maniera esponenziale. Una squadra di alto livello necessità di notevoli investimenti, la crescita dei ricavi è un imperativo categorico. E ha trovato la soluzione: la Superlega. Basta Uefa, basta Ceferin. Il prodotto Champions va cambiato: radicalmente. Prefigura una nuova formula: gestione diretta dei club e una montagna di soldi per i partecipanti. È il torneo elitario.
Il qatariota Al-Khelaifi, presidente del Psg, non è della stessa opinione. Ha scelto di stare dalla parte dell'Uefa. Defenestrato Agnelli alla testa dell'Eca, l'Associazione dei Club Europei, Ceferin gli ha assegnato l'importante carica. D'altra i parigini non hanno nessun problema economico. Il petrolio si vende e di questi tempi pure bene. I mezzi per continuare a spendere ci sono e sono inesauribili.
E poi c'è la questione Mbappé. Real e Psg stanno inscenando un braccio di ferro estenuante. Il fuoriclasse è conteso a suon di milioni.
In sintesi: un duello che riguarda il campo, il mercato e la politica calcistica.
Scrive George Orwell: “Sappiamo che mai nessuno prende il potere con l'intenzione di abbandonarlo”.