Calcio
"Devo fare un mezzo miracolo, ma sono gasato"
L'ex Bellinzona, Locarno e Chiasso Stefano Maccoppi ci racconta la sua nuova avventura
Pubblicato il 10.03.2022 13:32
di Carlo Scolozzi
Un uomo e il suo sogno: tornare ad allenare. Sogno realizzato, a quanto pare, visto che Stefano Maccoppi da tre giorni è l'allenatore dello Tsarko Selo Sofia, dove ha rimpiazzato un altro italiano, Andrea Sassarini. Lo raggiungiamo al telefono, ma è a pranzo con la squadra e ci chiede di ricontattarlo un'ora dopo. Non lo troviamo ancora, però è giustificatissimo, come ci spiegherà al terzo e fruttuoso tentativo di chiamata. "Sono salito in stanza e mi ha telefonato il direttore sportivo, non potevo attaccare (ride)".
Mister, com'è giunto sino in Bulgaria?
"Tramite un fondo italosvizzero, che ha acquisito una buona fetta della società".
La situazione in classifica è quasi disperata...
"In effetti siamo ultimi, a -8 dalla salvezza. Qui le quattro squadre che chiudono la graduatoria vanno tutte ai playout, ma con gli stessi punti della regular season, quindi dobbiamo ridurre un po' il gap". 
Beh, l'inizio è tranquillo (provocazione).
"Certamente, ci toccano CSKA e Ludogorets, ossia la prima e la seconda della classifica (ride ancora). Cominciamo addirittura in trasferta, sabato. Comunque sono gasato da questo avvio duro. È bello giocare contro certe squadre".
È pronto per giocarsela alla grande, insomma.
"Devo fare un mezzo miracolo sportivo, è una bella sfida, come piace a me. Amo quelle quasi impossibili, dove c'è comunque sempre uno spiraglio. Succede anche ad alti livelli: ieri il Paris Saint Germain sembrava avere ormai la partita in mano e invece ci ha lasciato le penne. Non puoi davvero mollare mai". 
Ci descriva la sua nuova squadra.
"Abbiamo delle qualità, che sono velocità e rapidità in mezzo al campo e sulle fasce. Dovremo sfruttarle".
Vi allenate in un gioiellino, giusto?
"Secondo me è meglio della Pinetina. Le strutture mi hanno davvero sorpreso. Ho diretto solo tre allenamenti, ma ho potuto subito toccare con mano la bontà della mia nuova realtà. Disponiamo di un campo a nove sintetico completamente coperto, all'interno di un centro sportivo che comprende anche un'accademia e un albergo con tanto di ristorante e SPA. I giocatori vivono qui. Ha costruito tutto il presidente, un bulgaro. Peccato solo per la neve, che sta scendendo ultimamente, ma come detto abbiamo strutture riparate".
Mister, sappiamo da nostre fonti che lei poteva accasarsi allo Sciaffusa, al Wil o al Bellinzona. 
"Non voglio fare nomi, posso semplicemente dire che avevo in ballo delle situazioni che non si sono concretizzate".
Alla sua età ha ancora voglia di fare il giramondo?
"Eh, in effetti ad aprile saranno 60, ma quando entro in campo per l'allenamento gli anni non li sento. Mi diverto ancora, mi piace stare coi giovani e insegnargli quello che ho imparato in carriera sia da giocatore che da allenatore. Eppoi la squadra mi ha accolto veramente bene. 
Segue comunque il calcio italiano e svizzero?
"Assolutamente. Specialmente Como e Piacenza, compagini nelle quali ho giocato. I lariani sono in serie B e hanno una proprietà indonesiana che ha alle spalle un gruppo inglese: faranno molto bene. In campo i risultati si vedono già adesso. Sono felice per il Mister, il mio amico Jack Gattuso. Il Piacenza invece langue a metà classifica in Serie C, incapace di compiere gli exploit di un tempo. In Svizzera seguo il Chiasso, dove gioca mio figlio Andrea, ma anche l'Yverdon di un altro mio amico, Uli Forte. Sta facendo molto bene, soprattutto in Coppa Svizzera. In Super League butto un occhio sul Lugano e sul Sion di Tramezzani".
Ultima delicata domanda: la guerra non vi tocca al momento?
"No. Il Mar Nero bagna anche la Bulgaria, ma noi siamo sull'altra costa e attualmente siamo al riparo da queste bruttissime vicende. Ho visto le immagini del bombardamento all'ospedale: è assurdo".