Sport
La tempistica di Putin dettata dallo sport
Se vogliamo stilare un’analisi degli ultimi vent’anni giungiamo a questa conclusione
Pubblicato il 11.03.2022 10:48
di Giorgio Keller
La tempistica dell’invasione russa in Ucraina è stata dettata dallo sport. Questa è una battuta forte che finora non ha trovato conferma da nessuna parte, ma se vogliamo stilare un’analisi degli ultimi vent’anni giungiamo a questa conclusione: lo sport non ha mandato l’armata russa in Ucraina, che era fatto acquisito da tempo, ma ne ha definito la tempistica.
Ma andiamo con ordine. La storia dello stato ucraino di oggi è questa. La Repubblica Socialista Sovietica Ucraina fu un membro fondatore dell'Unione Sovietica nel 1922; la nazione riconquistò l'indipendenza nel 1991, a seguito della dissoluzione dell'URSS che fu il processo di disgregazione che coinvolse il sistema politico, economico e la struttura sociale dell'Unione Sovietica che avvenne tra il 19 gennaio 1990 e il 31 dicembre 1991, portando alla scomparsa dell'Unione Sovietica, all'indipendenza delle repubbliche sovietiche e alla restaurazione dell'indipendenza nelle repubbliche baltiche (e diverse altre), dando così nascita ai cosiddetti Stati post-sovietici. A seguito dell'indipendenza, l'Ucraina si dichiarò uno Stato neutrale, formò una limitata associazione militare con la Russia ed altre nazioni della Comunità degli Stati Indipendenti, stabilendo anche un Partenariato per la pace con la NATO nel 1994.
In molti si chiedono, oggi, perché mai Putin avesse impiegato un trentennio per “riconquistare” quei suoi vecchi terreni “perduti”. La risposta ve la diamo noi: per poter vincere nello sport! Un pensiero campato in aria? Tutt’altro. Sono decenni che Putin stava orchestrando la conquista dell’Ucraina e se c’è qualcuno che finora gliel’ha impedito è stato proprio lo sport, il suo sport, quello lo voleva vedere vincitore a tutti i costi – come in quell’inutile guerra di questi giorni.
Ricapitoliamo. Giochi Olimpici del 2014 a Sotchi, la perla turistica sul Mar Nero. Le Olimpiadi non iniziano quando il presidente del CIO scandisce il classico “I declare open the Olimpic Games”, bensì una decina d’anni prima coi primi passi per la candidatura che sfocia all’aggiudicazione che di regola avviene tra sei e otto anni prima. In questo caso specifico furono sette le città candidate in un primo tempo, ridotte a tre (Sotchi, Salisburgo in Austria e PyongChang in Corea) per le votazioni finali. A dire il vero, Vancouver vinse l’edizione del 2010 sugli austriaci e i coreani e da quanto sappiamo da fonte sicura, avendo seguito quelle candidature da vicino, ritiratisi gli austriaci, i coreani sarebbero stati i favoriti per il ’14. Senonché si intromette la Russia all’ultimo momento, come fu il caso di Torino nel 2006 quando la capitale del gianduiotto soffiò via la favorita elvetica Sion. Arriva dunque l’armata rossa e il 4 luglio del 2007 di primo acchito spazza via asiatici e mitteleuropei. Putin si porta a casa Sotchi 2014.
A questo punto è legittima una prima domanda: ma se la Russia avesse invaso l’Ucraina in questo lasso di tempo, voi credete che i Giochi invernali poi si svolgevano a Sotchi? Mah…
No no, a Sotchi si chiude il 23 febbraio 2014 e Putin a mo’ di provino per la conquista del paese vicino attende e invade la Crimea appena la settimana seguente, impossessandone. Olimpic Swiss Timing? No, after Olimpic Russian Timing. Dalla Crimea all’intera Ucraina, come lo sta facendo oggi, il passo sarebbe stato relativamente breve, senonché tra le due cose non ci si fosse messo… il Mondiale di Calcio del 2018 in Russia.
Ma toh che coincidenza. Il Mondiale del 2018 venne assegnato a Zurigo il 2 dicembre del 2010 tra i candidati del continente europeo Inghilterra e le accoppiate Danimarca/Svezia e Belgio/Olanda. Competere contro la Russia al difuori del terreno da gioco a suon di voti? Ma neanche per sogno. In entrambi gli scrutini la delegazione di Putin si impone con la maggioranza richiesta. Si giocherà anche il Mondiale di Calcio del ’18 quando due anni più tardi il risultato delle ricerche della pretura di New York confermeranno che diverse nazioni vendettero il loro voto alla Russia, ivi comprese il Guatemala di Salguero e il Trinidad di Jack Warner, tutti personaggi altolocati sotto la cupola della FIFA (ancora ai tempi di Blatter) e tutti impacchettati dalla famosa azione di polizia di Zurigo.
“Internamente”, se è permesso il termine virgolettato, il Mondiale del ’18 doveva andare agli USA e quello seguente all’Australia, ma è pur vero che tra le due cose oltre alla Russia ci si mise anche il discusso Qatar sulla cui scelta non iniziamo neanche il discorso poiché non padroneggiamo la lingua di Platini e Macron assolutamente indispensabile in questo contesto…
Questa è la domanda numero due: ma se la Russia avesse invaso l’Ucraina in questo lasso di tempo, voi credete che i Mondiali del 2018 si giocavano a Sotchi, Mosca e San Pietroburgo?
Oggi siamo nel ’22. Nel frattempo (dal 2014) la Russia si inserita anche nel Mondiale di Formula 1 che si corre tra attorno agli stadi olimpici di Sochi – perlomeno si correva poiché i motori glieli hanno spenti: niente gare neanche a San Pietroburgo, la città natale di Putin, dal 2023 in poi, fuori dal calendario.
In questo 2022 i Giochi invernali si son tenuti in terra dell’amico cinese Xi Jinping che Putin, al contrario di innumerevoli altri capi di stato, è andato a trovare all’inaugurazione. Ma voi pensate che se la Russia avesse invaso l’Ucraina prima di questi Giochi, l’organizzazione olimpica avrebbe ammesso i sovietici? Ma neanche sotto l’albero di Natale! Basta vedere com’è andata a finire coi partecipanti delle Paralympics, proprio loro, ulteriormente castigati dal proprio presidente. Dulcis in fundo, oltre all’invito dell’omologo cinese a ritardare l’entrata in Ucraina a dopo i suoi Giochi invernali, Putin avrebbe atteso anche l’elezione del nuovo Kanzler tedesco dopo il ritiro della signora Merkel, notoriamente di origine Germania Est e proputiniana.
Questa è stata una semplice cronologia di avvenimenti – commentati – degli ultimi vent’anni, forse un tantino discosti dalle discussioni politiche di questi giorni: e se fosse stato così? Al centro, molti Giochi Olimpici, il cui spirito è di partecipare prima di vincere: l’invasore dell’Ucraina sembra essere di altro avviso. Troverà molti avversari.