La tempistica dell’invasione russa in Ucraina
è stata dettata dallo sport. Questa è una battuta forte che finora non ha
trovato conferma da nessuna parte, ma se vogliamo stilare un’analisi degli
ultimi vent’anni giungiamo a questa conclusione: lo sport non ha mandato
l’armata russa in Ucraina, che era fatto acquisito da tempo, ma ne ha definito
la tempistica.
Ma andiamo con ordine. La storia dello stato
ucraino di oggi è questa. La Repubblica Socialista Sovietica Ucraina fu un
membro fondatore dell'Unione Sovietica nel 1922; la nazione riconquistò
l'indipendenza nel 1991, a seguito della dissoluzione dell'URSS che fu il
processo di disgregazione che coinvolse il sistema politico, economico e la
struttura sociale dell'Unione Sovietica che avvenne tra il 19 gennaio 1990 e il
31 dicembre 1991, portando alla scomparsa dell'Unione Sovietica,
all'indipendenza delle repubbliche sovietiche e alla restaurazione
dell'indipendenza nelle repubbliche baltiche (e diverse altre), dando così
nascita ai cosiddetti Stati post-sovietici. A seguito dell'indipendenza, l'Ucraina
si dichiarò uno Stato neutrale, formò una limitata associazione militare con la
Russia ed altre nazioni della Comunità degli Stati Indipendenti, stabilendo
anche un Partenariato per la pace con la NATO nel 1994.
In molti si chiedono, oggi, perché mai Putin
avesse impiegato un trentennio per “riconquistare” quei suoi vecchi terreni
“perduti”. La risposta ve la diamo noi: per poter vincere nello sport! Un
pensiero campato in aria? Tutt’altro. Sono decenni che Putin stava orchestrando
la conquista dell’Ucraina e se c’è qualcuno che finora gliel’ha impedito è
stato proprio lo sport, il suo sport, quello lo voleva vedere vincitore a tutti
i costi – come in quell’inutile guerra di questi giorni.
Ricapitoliamo. Giochi Olimpici del 2014 a
Sotchi, la perla turistica sul Mar Nero. Le Olimpiadi non iniziano quando il
presidente del CIO scandisce il classico “I declare open the Olimpic Games”,
bensì una decina d’anni prima coi primi passi per la candidatura che sfocia
all’aggiudicazione che di regola avviene tra sei e otto anni prima. In questo
caso specifico furono sette le città candidate in un primo tempo, ridotte a tre
(Sotchi, Salisburgo in Austria e PyongChang in Corea) per le votazioni finali.
A dire il vero, Vancouver vinse l’edizione del 2010 sugli austriaci e i coreani
e da quanto sappiamo da fonte sicura, avendo seguito quelle candidature da
vicino, ritiratisi gli austriaci, i coreani sarebbero stati i favoriti per il
’14. Senonché si intromette la Russia all’ultimo momento, come fu il caso di
Torino nel 2006 quando la capitale del gianduiotto soffiò via la favorita
elvetica Sion. Arriva dunque l’armata rossa e il 4 luglio del 2007 di primo
acchito spazza via asiatici e mitteleuropei. Putin si porta a casa Sotchi 2014.
A questo punto è legittima una prima domanda:
ma se la Russia avesse invaso l’Ucraina in questo lasso di tempo, voi credete
che i Giochi invernali poi si svolgevano a Sotchi? Mah…
No no, a Sotchi si chiude il 23 febbraio 2014 e
Putin a mo’ di provino per la conquista del paese vicino attende e invade la
Crimea appena la settimana seguente, impossessandone. Olimpic Swiss Timing? No,
after Olimpic Russian Timing. Dalla Crimea all’intera Ucraina, come lo sta
facendo oggi, il passo sarebbe stato relativamente breve, senonché tra le due
cose non ci si fosse messo… il Mondiale di Calcio del 2018 in Russia.
Ma toh che coincidenza. Il Mondiale del 2018
venne assegnato a Zurigo il 2 dicembre del 2010 tra i candidati del continente
europeo Inghilterra e le accoppiate Danimarca/Svezia e Belgio/Olanda. Competere
contro la Russia al difuori del terreno da gioco a suon di voti? Ma neanche per
sogno. In entrambi gli scrutini la delegazione di Putin si impone con la
maggioranza richiesta. Si giocherà anche il Mondiale di Calcio del ’18 quando
due anni più tardi il risultato delle ricerche della pretura di New York
confermeranno che diverse nazioni vendettero il loro voto alla Russia, ivi
comprese il Guatemala di Salguero e il Trinidad di Jack Warner, tutti
personaggi altolocati sotto la cupola della FIFA (ancora ai tempi di Blatter) e
tutti impacchettati dalla famosa azione di polizia di Zurigo.
“Internamente”, se è permesso il termine
virgolettato, il Mondiale del ’18 doveva andare agli USA e quello seguente
all’Australia, ma è pur vero che tra le due cose oltre alla Russia ci si mise
anche il discusso Qatar sulla cui scelta non iniziamo neanche il discorso
poiché non padroneggiamo la lingua di Platini e Macron assolutamente
indispensabile in questo contesto…
Questa è la domanda numero due: ma se la Russia
avesse invaso l’Ucraina in questo lasso di tempo, voi credete che i Mondiali
del 2018 si giocavano a Sotchi, Mosca e San Pietroburgo?
Oggi siamo nel ’22. Nel frattempo (dal 2014)
la Russia si inserita anche nel Mondiale di Formula 1 che si corre tra attorno
agli stadi olimpici di Sochi – perlomeno si correva poiché i motori glieli
hanno spenti: niente gare neanche a San Pietroburgo, la città natale di Putin,
dal 2023 in poi, fuori dal calendario.
In questo 2022 i Giochi invernali si son
tenuti in terra dell’amico cinese Xi Jinping che Putin, al contrario di
innumerevoli altri capi di stato, è andato a trovare all’inaugurazione. Ma voi
pensate che se la Russia avesse invaso l’Ucraina prima di questi Giochi,
l’organizzazione olimpica avrebbe ammesso i sovietici? Ma neanche sotto
l’albero di Natale! Basta vedere com’è andata a finire coi partecipanti delle
Paralympics, proprio loro, ulteriormente castigati dal proprio presidente.
Dulcis in fundo, oltre all’invito dell’omologo cinese a ritardare l’entrata in
Ucraina a dopo i suoi Giochi invernali, Putin avrebbe atteso anche l’elezione
del nuovo Kanzler tedesco dopo il ritiro della signora Merkel, notoriamente di
origine Germania Est e proputiniana.
Questa è stata una semplice cronologia di
avvenimenti – commentati – degli ultimi vent’anni, forse un tantino discosti
dalle discussioni politiche di questi giorni: e se fosse stato così? Al centro,
molti Giochi Olimpici, il cui spirito è di partecipare prima di vincere:
l’invasore dell’Ucraina sembra essere di altro avviso. Troverà molti avversari.