Dove ha
lavorato con i giovani, il neo tecnico degli zurighesi ha lasciato il segno. Da
calciatore si è illustrato a Thun, da allenatore a Lucerna quale vice di Fabio
Celestini. Ma in questa lunga chiacchierata ammette che il regalo più bello
della sua vita è stato quello di avere potuto vestire la maglia del Locarno.
Sei reti
subìte in due partite, un solo punto raccolto nelle tre giocate in una
settimana (sabato al Centro sportivo Heerenschürli contro il Bellinzona, 0-0).
Diverse cose sono andate storte alla Under 21 dello Zurigo, non da ultimo i
sette casi di Covid che avevano l’hanno costretta a giocare la gara con il
Bavois solo tre giorni prima di affrontare i granata.
Genesio
Colatrella ha dovuto, suo malgrado, assaggiare le prime difficoltà in questo
inizio del girone di ritorno. Ma rimane positivo: “Ne ho approfittato per fare
giocare un po’ tutti. Mi ero reso conto che le due partite contro i vodesi (la
prima persa in casa dello Stade Nyonnais) non le abbiamo azzeccate”.
E con il
Bellinzona come è andata? “È stata una partita interessante, tirata sino
all’ultimo. L’abbiamo iniziata male, loro hanno avuto due grosse occasioni in
avvio di partita (Souza, Sandrijaj), noi non siamo stati in grado di metterla
dentro negli ultimi minuti (Kissling, Reichmuth). Poteva vincere l’una o
l’altra squadra, premetto che si è giocato su un campo dove il controllo del
pallone era molto problematico. Ma non mi lamento, ho visto di peggio a Nyon”.
A proposito,
Miguel Reichmuth fa parte della rosa della prima squadra: “Esatto, anche Hodza
si allena insieme a Marchesano e compagni. Sabato ho fatto giocare anche
Kamberi e Buschman, quest’ultimo era al suo rientro dopo cinque mesi di
infortunio”. Nella U21 spiccano i nomi di Rodriguez (già ACB) e Kedus Haile
Selassié (fratello del bianconero Maren): “Il progetto dello Zurigo è di fare
giocare nella U21 anche qualche giocatore esperto consentendo così ai giovani di maturare e crescere. Roberto (fratello di Ricardo, il
“Toro” rossocrociato, ndr) funge da capitano, è un po’ il papà della squadra. E
come centrale posso contare su Genis Montolio, venticinquenne spagnolo. Quanto
a Selassié (classe 2002) è un talento puro”.
Colatrella è
alla sua prima stagione nella città della Limmat. È entusiasta di come si
lavora e dell’organizzazione della società: “Mi diverto tantissimo nel vedere i
ragazzi in continua progressione, vogliosi di sempre migliorarsi. Molti di loro
puntano al calcio professionistico, sono però consapevoli di quanto sia difficile
arrivarci. Alcuni dovranno accontentarsi di giocare in ChL o in PL Promotion. In
questa stagione abbiamo dovuto scartare diversi giocatori che giocavano poco”.
Genesio, che
conosciamo sin dai tempi in cui giocava con le bianche casacche, aveva già lavorato
tanto con i giovani. Non si è dunque stupito più di tanto quando Ancillo Canepa
lo ha chiamato alla guida della Under 21: “Il presidente Canepa è un uomo di
sport eccezionale, ha strutturato la società in modo che possa compiere passi
rilevanti anche negli anni a venire”.
Insomma il
FCZ del leggendario Edy Nägeli, poi passato nelle mani di Sven Hotz – 93 anni
in ottobre, per un ventennio anche lui amatissimo presidente-manager – con
rispetto parlando è ancora oggi la <squadra della Limmat>: “Sì, è la
squadra dei lavoratori, mentre il GC rimane per tradizione la squadra dei
ricchi. La nuova proprietà cinese è riuscita a riportare le “cavallette” in
Super League: è già qualcosa di notevole. Ma hai ragione tu quando dici che lo
Zurigo è la squadra del popolo. Figuriamoci ora che è tornata ai vertici del
campionato! Il suo allenatore sta stuzzicando mese dopo mese l’attenzione dei
tifosi (oltre 17 mila spettatori alla partita con il San Gallo, ndr).
Che tipo è
André Breitenreiter? “È una persona aperta, disponibile anche in ambito
sociale. Un grande comunicatore: ascolta con attenzione le analisi che facciamo
noi, ci dà consigli in prima persona. Come allenatore ha straordinarie
competenze tecnico-tattiche. Praticamente ci vediamo ogni giorno
all’Heerenschürli dove giocano la Under e la squadra femminile. Lo Zurigo è
fortunato ad avere un allenatore come lui”.
Parlavamo
dell’esperienza che negli anni Colatrella si è fatto con i giovani. Ha sicuramente
raccolto le soddisfazioni che cercava dopo avere smesso di giocare: la sua
carriera di calciatore aveva raggiunto l’apice con il Thun promosso in Super
League nel 2001: “Vero, come giocatore-allenatore sono poi stato in diverse
squadre della Svizzera centrale, vedi in particolare Kickers e Goldau”. Mentre
a Lucerna… : “Ho allenato le Under 17, 18 e 21, poi sono diventato responsabile
del Settore giovanile. C’era Gerry Seoane, in cinque anni abbiamo portato il
Lucerna ad alti livelli. In seguito ho deciso di tornare in campo come vice di
Celestini”.
Come è
andata? “Benissimo, abbiamo vinto la Coppa svizzera, una grande festa. Io sono
partito prima, lui in novembre: aveva avuto difficoltà con la rosa a causa di
numerosi infortuni. Stimo molto Fabio, per me è l’allenatore più forte che
circola da noi. È molto preparato, ha innovative idee di gioco. Mi auguro che
possa ritrovare presto una squadra, in Svizzera o all’estero. È comunque sotto
contratto con il Lucerna fino al 2023”.
Visto che
siamo in tema di allenatori, mi interessa un tuo parere su Aeby: “Ho notato che
rispetto alla partita dell’andata ha dato molto più equilibrio alla squadra. Jean-Michel
ha le idee chiare, mette bene in campo la squadra, ritengo sia l’allenatore
giusto per riportare il Bellinzona in ChL”. Finalmente una Challenge League a
14? “Qualcosa si sta effettivamente muovendo in seno alla SFL. Vedrei bene una
Super League a 12 e la ChL a 14: compagini come Bellinzona, Chiasso e Stade
Nyonnais meritano di giocare in Challenge”.
In chiusura
non possiamo non parlare dei tuoi trascorsi a Locarno… “È stato un periodo
bellissimo, indimenticabili i derby giocati con Chiasso e Bellinzona… Come
allenatori ho avuto Francesco Monighetti e Roberto Chiappa. Eravamo una bella
squadra: Sacchetti, Popescu, Morandi, Sitek, Pedrotti, Marzio Morocutti… Ti
dirò che per me essere stato chiamato dal Locarno è stato un grandissimo regalo.
Lo seguivo già negli anni di Pauli Schönwetter. Mi dispiace tantissimo per il club,
la regione, i tifosi, il Pardo Club… Ero stato ricontattato all’epoca in cui
avevo smesso di giocare col Thun, lo seguo ancora oggi nel calcio regionale…”. Ti
rivedremo un giorno in Ticino? “Beh, non si sa mai… Del Ticino mi piace la
mentalità e l’atmosfera che lo animano. E si parla tanto di calcio…”.
(nella foto Genesio Colatrella firma il contratto con lo Zurigo tra il presidente Ancillo Canepa e sua moglie)