Calcio
Genesio Colatrella, volontà di ferro e idee concrete
“Allenare la Under 21 dello Zurigo mi diverte…”
Pubblicato il 16.03.2022 11:18
di Enrico Lafranchi
Dove ha lavorato con i giovani, il neo tecnico degli zurighesi ha lasciato il segno. Da calciatore si è illustrato a Thun, da allenatore a Lucerna quale vice di Fabio Celestini. Ma in questa lunga chiacchierata ammette che il regalo più bello della sua vita è stato quello di avere potuto vestire la maglia del Locarno.
Sei reti subìte in due partite, un solo punto raccolto nelle tre giocate in una settimana (sabato al Centro sportivo Heerenschürli contro il Bellinzona, 0-0). Diverse cose sono andate storte alla Under 21 dello Zurigo, non da ultimo i sette casi di Covid che avevano l’hanno costretta a giocare la gara con il Bavois solo tre giorni prima di affrontare i granata.
Genesio Colatrella ha dovuto, suo malgrado, assaggiare le prime difficoltà in questo inizio del girone di ritorno. Ma rimane positivo: “Ne ho approfittato per fare giocare un po’ tutti. Mi ero reso conto che le due partite contro i vodesi (la prima persa in casa dello Stade Nyonnais) non le abbiamo azzeccate”.
E con il Bellinzona come è andata? “È stata una partita interessante, tirata sino all’ultimo. L’abbiamo iniziata male, loro hanno avuto due grosse occasioni in avvio di partita (Souza, Sandrijaj), noi non siamo stati in grado di metterla dentro negli ultimi minuti (Kissling, Reichmuth). Poteva vincere l’una o l’altra squadra, premetto che si è giocato su un campo dove il controllo del pallone era molto problematico. Ma non mi lamento, ho visto di peggio a Nyon”.
A proposito, Miguel Reichmuth fa parte della rosa della prima squadra: “Esatto, anche Hodza si allena insieme a Marchesano e compagni. Sabato ho fatto giocare anche Kamberi e Buschman, quest’ultimo era al suo rientro dopo cinque mesi di infortunio”. Nella U21 spiccano i nomi di Rodriguez (già ACB) e Kedus Haile Selassié (fratello del bianconero Maren): “Il progetto dello Zurigo è di fare giocare nella U21 anche qualche giocatore esperto consentendo così ai giovani di maturare e crescere. Roberto (fratello di Ricardo, il “Toro” rossocrociato, ndr) funge da capitano, è un po’ il papà della squadra. E come centrale posso contare su Genis Montolio, venticinquenne spagnolo. Quanto a Selassié (classe 2002) è un talento puro”.
Colatrella è alla sua prima stagione nella città della Limmat. È entusiasta di come si lavora e dell’organizzazione della società: “Mi diverto tantissimo nel vedere i ragazzi in continua progressione, vogliosi di sempre migliorarsi. Molti di loro puntano al calcio professionistico, sono però consapevoli di quanto sia difficile arrivarci. Alcuni dovranno accontentarsi di giocare in ChL o in PL Promotion. In questa stagione abbiamo dovuto scartare diversi giocatori che giocavano poco”.
Genesio, che conosciamo sin dai tempi in cui giocava con le bianche casacche, aveva già lavorato tanto con i giovani. Non si è dunque stupito più di tanto quando Ancillo Canepa lo ha chiamato alla guida della Under 21: “Il presidente Canepa è un uomo di sport eccezionale, ha strutturato la società in modo che possa compiere passi rilevanti anche negli anni a venire”.
Insomma il FCZ del leggendario Edy Nägeli, poi passato nelle mani di Sven Hotz – 93 anni in ottobre, per un ventennio anche lui amatissimo presidente-manager – con rispetto parlando è ancora oggi la <squadra della Limmat>: “Sì, è la squadra dei lavoratori, mentre il GC rimane per tradizione la squadra dei ricchi. La nuova proprietà cinese è riuscita a riportare le “cavallette” in Super League: è già qualcosa di notevole. Ma hai ragione tu quando dici che lo Zurigo è la squadra del popolo. Figuriamoci ora che è tornata ai vertici del campionato! Il suo allenatore sta stuzzicando mese dopo mese l’attenzione dei tifosi (oltre 17 mila spettatori alla partita con il San Gallo, ndr).
Che tipo è André Breitenreiter? “È una persona aperta, disponibile anche in ambito sociale. Un grande comunicatore: ascolta con attenzione le analisi che facciamo noi, ci dà consigli in prima persona. Come allenatore ha straordinarie competenze tecnico-tattiche. Praticamente ci vediamo ogni giorno all’Heerenschürli dove giocano la Under e la squadra femminile. Lo Zurigo è fortunato ad avere un allenatore come lui”.
Parlavamo dell’esperienza che negli anni Colatrella si è fatto con i giovani. Ha sicuramente raccolto le soddisfazioni che cercava dopo avere smesso di giocare: la sua carriera di calciatore aveva raggiunto l’apice con il Thun promosso in Super League nel 2001: “Vero, come giocatore-allenatore sono poi stato in diverse squadre della Svizzera centrale, vedi in particolare Kickers e Goldau”. Mentre a Lucerna… : “Ho allenato le Under 17, 18 e 21, poi sono diventato responsabile del Settore giovanile. C’era Gerry Seoane, in cinque anni abbiamo portato il Lucerna ad alti livelli. In seguito ho deciso di tornare in campo come vice di Celestini”.
Come è andata? “Benissimo, abbiamo vinto la Coppa svizzera, una grande festa. Io sono partito prima, lui in novembre: aveva avuto difficoltà con la rosa a causa di numerosi infortuni. Stimo molto Fabio, per me è l’allenatore più forte che circola da noi. È molto preparato, ha innovative idee di gioco. Mi auguro che possa ritrovare presto una squadra, in Svizzera o all’estero. È comunque sotto contratto con il Lucerna fino al 2023”.
Visto che siamo in tema di allenatori, mi interessa un tuo parere su Aeby: “Ho notato che rispetto alla partita dell’andata ha dato molto più equilibrio alla squadra. Jean-Michel ha le idee chiare, mette bene in campo la squadra, ritengo sia l’allenatore giusto per riportare il Bellinzona in ChL”. Finalmente una Challenge League a 14? “Qualcosa si sta effettivamente muovendo in seno alla SFL. Vedrei bene una Super League a 12 e la ChL a 14: compagini come Bellinzona, Chiasso e Stade Nyonnais meritano di giocare in Challenge”.
In chiusura non possiamo non parlare dei tuoi trascorsi a Locarno… “È stato un periodo bellissimo, indimenticabili i derby giocati con Chiasso e Bellinzona… Come allenatori ho avuto Francesco Monighetti e Roberto Chiappa. Eravamo una bella squadra: Sacchetti, Popescu, Morandi, Sitek, Pedrotti, Marzio Morocutti… Ti dirò che per me essere stato chiamato dal Locarno è stato un grandissimo regalo. Lo seguivo già negli anni di Pauli Schönwetter. Mi dispiace tantissimo per il club, la regione, i tifosi, il Pardo Club… Ero stato ricontattato all’epoca in cui avevo smesso di giocare col Thun, lo seguo ancora oggi nel calcio regionale…”. Ti rivedremo un giorno in Ticino? “Beh, non si sa mai… Del Ticino mi piace la mentalità e l’atmosfera che lo animano. E si parla tanto di calcio…”.
(nella foto Genesio Colatrella firma il contratto con lo Zurigo tra il presidente Ancillo Canepa e sua moglie)