L’agnello non arriva sgambettante a Pasqua, viene
sacrificato prima come simbolo di pace universale tranne la sua. Vorrebbe tanto
che gli si lasciasse un minimo di contropiede, una vittorietta di corto muso
che gli permettesse un lunedì come tutti gli altri, a garrire in libertà. E
invece no.
È che agli Agnelli va male anche il mercoledì, cotti e mangiati in salsa spagnola e il giovedì le scorribande nei prati d’Europa sono già belle che finite e chissà l’anno prossimo come sarà. C’è poco da stare Allegri, al Max resta solo qualche rimpianto come condimento del maître. Rugani di qua e Rugani di là, il mescolamento è di rigore e l’agnello cuoce meglio, in una bella teglia cuadrada e in forno per 180 minuti, tra andata e ritorno.
Poi l’agnello viene infilato nei Sacchi e distribuito dalle Gazzette ai più bisognosi, con contorno di broccoli (ehm… verdura onomatopeica), da servire anche nei Sottomarini Gialli che fin dai tempi dei Beatles e di Piccard onorano la bestiola come compagna di merende nei mari limacciosi della Cempions.
Non sempre toccare la gobba porta fortuna, specialmente all’agnello.
È che agli Agnelli va male anche il mercoledì, cotti e mangiati in salsa spagnola e il giovedì le scorribande nei prati d’Europa sono già belle che finite e chissà l’anno prossimo come sarà. C’è poco da stare Allegri, al Max resta solo qualche rimpianto come condimento del maître. Rugani di qua e Rugani di là, il mescolamento è di rigore e l’agnello cuoce meglio, in una bella teglia cuadrada e in forno per 180 minuti, tra andata e ritorno.
Poi l’agnello viene infilato nei Sacchi e distribuito dalle Gazzette ai più bisognosi, con contorno di broccoli (ehm… verdura onomatopeica), da servire anche nei Sottomarini Gialli che fin dai tempi dei Beatles e di Piccard onorano la bestiola come compagna di merende nei mari limacciosi della Cempions.
Non sempre toccare la gobba porta fortuna, specialmente all’agnello.