Calcio
Un sottomarino affonda la Juve
L'eliminazione dei bianconeri racconta la crisi del movimento calcistico italiano
Pubblicato il 17.03.2022 11:03
di Angelo Lungo
L'eliminazione della Juve dalla Champions è emblematica e fa rumore. Sancisce che il calcio italiano non è competitivo. Il campionato non è allenante. Le partite non sono spettacolari. Mancano di ritmo e di velocità. Il gioco è spezzettato. La tattica la fa da padrona, ma senza soverchie ambizioni. L'obiettivo è limitare l'avversario. Colpire, inesorabilmente, le debolezze dell'avversario. Manca il coraggio di affrontare il contendente, esibendo il proprio stile e la propria cifra tecnica. Gli allenatori sono conservativi. Amministratori che adottano il buon senso del padre di famiglia. Il risultato è l'alibi che conduce le azioni e legittima qualsiasi tipo di prestazione. Il miglior calcio in Italia lo praticano il Sassuolo e la Fiorentina, poiché le due proprietà hanno deciso di sperimentare e hanno affidato la panchina a due giovani emergenti. Il resto è tutto nella norma: una continua latenza, in termini di idee e di coraggio.
Le difficoltà economiche sono evidenti e impediscono l'arrivo di campioni. Talenti italiani in giro non se ne vedono e se ci sono sono tenuti ben nascosti.
La Juve è stata estromessa dalla settimana classificata della Liga. Il Villareal è una formazione normalissima. Ha aspettato, ha avuto pazienza e ha colpito con cinismo. La carenza dei bianconeri è emersa sul piano caratteriale. La Vecchia Signora, che ha una proprietà stabile, non ha lesinato cospicui investimenti. Allegri è strapagato. La rosa, secondo il portale Transfermarkt, vale circa 600 milioni di euro. Ma i mesi sono passati e di gioco se ne è visto ben poco. Avanti a giustificare i risultati ottenuti con il “corto muso”. L'allenatore, nel dopopartita, ha sostenuto che in Europa ci sono ben 10 squadre più forti della sua. Ha aggiunto che è “pura disonestà intellettuale parlare di fallimento”. Se questo è il metro di giudizio, se questa è la migliore analisi possibile è chiaro che il problema è la mentalità. Trattasi di puro giustificazionismo.
L'unica e mesta consolazione è quella che il finale di campionato si annuncia incerto. Lo vincerà la meno peggio. E chi vorrà vedere lo spettacolo dovrà volgere lo sguardo al di là della Manica.