Intendiamoci: lo Zurigo sceso in campo, sabato sera, al Wankdorf
contro i campioni n carica dello Young Boys, sarebbe rimasto ampiamente in
testa alla classifica, anche in caso di sconfitta: 14 erano i punti di
vantaggio per la capolista, al fischio d'inizio. Troppo ampio, infatti, il
vantaggio in graduatoria, frutto di una stagione regolare, proprio come quella
che quasi sempre contraddistinto il cammino dei bernesi in queste ultime
quattro vittoriose stagioni. Tuttavia, la sfida ha, di fatto, costituito il
passaggio di consegne tra le due compagini, dopo che il risultato del
Klassiker, poche settimane fa, aveva stabilito la supremazia dei tigurini
sull'altra rivale per il titolo, il Basilea.
Non era facile, per l'undici di André Breitenreiter (nella foto): qualche assenza
importante nella formazione di partenza (tra tutti il ticinese Marchesano, ma
anche Tosin è partito, come il primo, dalla panchina), uno stadio gremito a
sostenere i propri beniamini nell'ultimo assalto (oltre 30.000 i presenti, con
una buona rappresentanza di tifosi biancoblù nell'area ospiti). Tuttavia, i
suoi hanno giocato una partita gagliarda, contenendo gli attacchi avversari,
contrastati vigorosamente sul piano anche fisico, da sempre punto di forza dei
gialloneri. Buona la prova di Dzemaili, in mezzo al campo, a suo agio in queste
situazioni, perlomeno sino a quando è stato sostenuto dal fisico. Ma hanno ben
figurato anche i tre difensori, supportati dagli esterni nel contenere gli
attacchi avversari, e molto bene ha fatto Wilfred Gnonto, partito titolare
assieme all'ex Chiasso e Lugano Ceesay. Il verbanese di scuola Inter è stata
una vera spina nel fianco per la difesa bernese, con le sue ripartenze
efficaci, la sua rapidità e la capacità di saltare l'avversario nei duelli
individuali. Dopo un primo tempo concluso a reti bianche, nella ripresa la
sfida si è decisa a favore degli ospiti. Prima una rete annullata ai padroni di
casa (62') e poi i cambi del tecnico tedesco dello Zurigo (Kramer per Ceesay al
53', Marchesano per Coric e Hornschuh per Dzemaili al 70') in risposta a quelli
effettuati da Vanetta. E, come spesso accade, sono stati i subentranti a
decidere, andando in rete Kramer al 74', concludendo un'iniziativa personale in
contropiede, e Marchesano 5' più tardi, abilissimo a finalizzare un assist di
Gnonto, ancora una volta protagonista con una devastante percussione dalla
sinistra. Utile, solo ai fini statistici, il gol di Sierro, per i campioni in
carica, in pieno recupero.
Una prova maiuscola, quindi. I tigurini giocavano in trasferta, sul
campo sintetico; non solo, venivano da una sconfitta casalinga severa, che
aveva messo fine a una lunghissima serie positiva, e avrebbe potuto incrinare
alcune certezze. Intendiamoci: anche in caso di sconfitta la capolista avrebbe
mantenuto un vantaggio rassicurante. Invece, André
Breitenreiter ha fatto una scelta diversa: scendere in campo per vincere.
Nessun calcolo, nessuna alchimia: i suoi hanno giocato per cercare il risultato
pieno, contrastando gli avversari colpo su colpo, affrontandoli anche sul piano
fisico, da sempre il punto di forza dei bernesi. Efficaci nelle letture
difensive, rapidi nelle ripartenze, i biancoblù sono andati in gol la prima
volta proprio grazie a un contropiede magistrale, che ha sorpreso del tutto
sbilanciata la squadra avversaria. Ma la cosa importante è stata la mentalità
messa in campo, la volontà di mostrare chiaramente a tutti chi sono i più
forti. Riuscendoci. Onore, quindi, ai biancoblù neocampioni virtuali, che
attendono solo la certezza matematica per festeggiare: non accadeva dal 2009,
mentre è dal 2003 che a vincere il titolo sono una delle tre tra Basilea, Young
Boys e Zurigo. Chissà che, nel futuro prossimo, non si veda qualche altra
compagine in cima: si dice che qualcuno, a Sud del Gottardo, abbia progetti a
medio termine in tal senso.