Calcio
Il Crus alla volata decisiva
Al di là della semifinale di Coppa, c'è un campionato che vede il Lugano in lotta per il terzo posto
Pubblicato il 21.03.2022 10:39
di Silvano Pulga
In passato, tante volte si era chiesto, al Lugano, di fare un salto di qualità in ottica di consapevolezza e maturità. Non che fossero mancati i risultati (dalla risalita in massima serie, due qualificazioni europee e una finale di Coppa svizzera raggiunta); tuttavia, spesso, sembrava difettare alla rosa quel quid in più sotto l'aspetto della mentalità. La versione tutto sommato più matura della squadra, vale a dire quella della scorsa stagione, allenata da Jacobacci (e con Croci Torti assistente), pur avendo fatto bene, non riuscì a centrare il traguardo europeo, probabilmente per questo motivo. La partita di domenica pomeriggio, dal punto di vista del pronostico, appariva scontata. Tuttavia, si trattava proprio di quelle situazioni dove se vinci hai fatto quanto ci si aspettava e, al contrario, in caso di sconfitta o pareggio, finisci sotto processo. I bianconeri venivano dalla bella affermazione del Tourbillon; tuttavia, nell'ultima apparizione a Cornaredo, erano stati puniti (in modo cinico, ma senza rubare nulla, tutto sommato) dal Basilea guidato dall'ex Abascal. Serviva vincere, ma non solo: era necessario farlo in modo autorevole sul piano del gioco e, soprattutto, della personalità. La squadra più forte, infatti, oltre a vincere, deve dimostrare di poter disporre dell'avversario, alzando e abbassando l'acceleratore a piacimento, controllando le varie fasi di gioco, senza rischiare. Qualcosa che, in Ticino, tutto sommato, nelle scorse stagioni, si è visto poche volte. Anche se, lo si ribadisce, in questi anni i risultati sono arrivati.Ecco, ieri si è avuta invece questa impressione, peraltro già intravista in Vallese. Il Lugano ha sempre tenuto in mano le redini del gioco; è passato in vantaggio abbastanza presto, ha cercato il raddoppio, ma senza strafare e senza concedere nulla a un avversario sì modesto, ma che aveva nell'attacco il suo reparto migliore. I ticinesi si sono anche trovati a sbagliare un rigore (situazione non nuova quest'anno, e che dovrà essere considerata, anche alla luce di una partita secca da giocare in aprile: ma, magari, ne parleremo più avanti); tuttavia, anziché sbandarsi, hanno subito trovato il gol del raddoppio dopo pochi minuti, tra l'altro con una combinazione davvero pregevole sotto l'aspetto tecnico, chiudendo così la prima frazione con il risultato in cassaforte.Nella ripresa, i sottocenerini hanno controllato agevolmente. E, quando gli avversari hanno rialzato la testa, hanno ripreso a macinare gioco, trovando la rete della sicurezza dopo pochi minuti, tra l'altro con una combinazione tutta sudamericana tra i nuovi arrivati (e questa è un'ottima notizia, in chiave futuro). Si dirà che una rondine non fa primavera: ma qua, siamo alla seconda in otto giorni. E anche il calendario, in fondo, ci viene incontro.In campo, e in conferenza stampa di fine partita, il Crus si è presentato in una versione tutto sommato nuova: compassato, tranquillo, ironico sempre ma senza eccessi, soprattutto in panchina. Non sappiamo se sia stato il recente soggiorno tedesco: però il tecnico di Vacallo appare concentrato come un corridore sulla rampa di partenza del Gran Premio delle Nazioni, quando esisteva ancora. Tanti complimenti alla squadra, allo staff tecnico: a lui solo la responsabilità delle scelte, ma nel senso di aver scontentato qualcuno, lasciandolo fuori dall'undici iniziale. Poche parole sui singoli, e la sensazione che, da parte di tutto il gruppo, ci sia la sensazione che si possa davvero fare qualcosa d'importante. Lo ha detto Lavanchy (uno dei migliori in campo) al microfono di Massimo Miccoli della RSI: l'anno prossimo è l'anno prossimo, ora siamo a questa stagione, e noi ci saremo sino alla fine. Il suggello alla dichiarazione di pace fatta col pubblico di casa, dopo i fischi e le polemiche delle settimane passate, al termine di una prestazione davvero maiuscola dell'esterno romando.Ecco, guardando Croci Torti ieri in sala stampa, si ha l'idea che vi sia la consapevolezza che, quest'anno, si sia creata un'alchimia irripetibile. Attenzione: non si dice che in futuro sarà impossibile migliorarsi. Ma, più semplicemente, che il gruppo, che ha attraversato, dall'estate scorsa a oggi, momenti anche difficili (ci ricordiamo bene il giorno del raduno d'inizio stagione, e la tensione che si tagliava nell'aria), abbia raggiunto una coesione e un equilibrio, anche tecnico, di grande livello. All'orizzonte c'è un finale di stagione che potrebbe regalare emozioni grandissime: ma, al di là della semifinale di Coppa, evocata ieri parlando della trasferta a Lucerna dopo la sosta, c'è un campionato che vede i bianconeri agganciati, in classifica, ai campioni in carica, e in lotta per il terzo posto. Il Crus, uomo di calcio e di spogliatoio, ha colto che questo gruppo vuole provare a farsi ricordare, anche se, alla fine, molti, a giugno, andranno per la loro strada. Poi, quest'estate, al raduno d'inizio stagione, sarà un'altra faccenda: ma quello riguarderà quelli tra gli anziani che rimarranno, e coloro i quali già ora provano a dimostrare di essere il futuro. Però il presente sono anche i senatori, quelli che c'erano con Celestini e Jacobacci. E, parlando di Sabbatini e Bottani, con Zeman e nella cavalcata vincente in Challenge League con Livio Bordoli. Un gruppo comunque irripetibile, insomma, che data di scadenza a fine stagione. Lo sanno loro, e lo sappiamo noi. Ma che sogna, un domani, di poter essere ricordato, da qualche parte, nel nuovo stadio. Ed è anche il sogno di tanti, in riva al Ceresio.