No. Non è bastato nemmeno Juvonen. Domenica sera alla Gottardo Arena ha parato 36 dei 38 tiri del Losanna. Per una
percentuale del 94,7%. Pure migliore di quella registrata nelle partite di
regular season vinte, che era del 93,5%.
Il portiere finlandese ha fatto il suo dovere, dando ancora una volta all’Ambrì la possibilità di vincere.
È la squadra nel suo complesso che - pur creandosi occasioni anche migliori di quelle del Losanna - non l’ha colta, mettendo a nudo tutti i limiti di questo gruppo. E la sterilità quasi assoluta in termini offensivi dei 5 minuti di superiorità numerica avuti dai biancoblù nel secondo tempo è l’emblema di questi limiti.
L’Ambrì ha un buon portiere. Ha due blocchi di talento. Ha cuore e determinazione. Gioca semplice e ha una buona organizzazione. E soprattutto l’Ambrì è vivo e ci crede. E questo è davvero tanto. Vale il prezzo del biglietto.
Ma questa non è la regular season. Sono i pre-playoff. Che poi sono scontri diretti. E dunque - aldilà del nome assolutamente fuorviante - sono di fatto dei veri playoff. E per vincere le sfide decisive nelle “series” evidentemente questo non basta. Se Juvonen non fa uno shutout non basta. Bisogna anche avere profondità, leadership, esperienza e la giusta cattiveria.
Chiudo gli occhi. E sogno. D'Agostini è tornato ad essere più veloce del vento. Hietanen si prende le sue responsabilità ed imposta l’azione da dietro e con eleganza porta il disco nel terzo avversario scodellando assist perfetti. Pestoni e Bürgler non conoscono stanchezza. Fora e Sekac si sfidano in una bagarre senza guantoni che infiamma la Gottardo Arena, entrambi vengono espulsi e il Losanna perde il suo uomo migliore. Gli arbitri usano sempre lo stesso metro di giudizio. E pure il giudice unico per una volta sembra che sia davvero seduto di fianco ai biancoblu.
La realtà però è nuda e cruda. Pure in gara-3 a Losanna ci sarà da soffrire. E ci sarà da sputare lacrime e sangue. Ma questo Ambrì - e questo è certo - sa farlo. Con onore e grande dignità. E lo farà fino in fondo.
Il portiere finlandese ha fatto il suo dovere, dando ancora una volta all’Ambrì la possibilità di vincere.
È la squadra nel suo complesso che - pur creandosi occasioni anche migliori di quelle del Losanna - non l’ha colta, mettendo a nudo tutti i limiti di questo gruppo. E la sterilità quasi assoluta in termini offensivi dei 5 minuti di superiorità numerica avuti dai biancoblù nel secondo tempo è l’emblema di questi limiti.
L’Ambrì ha un buon portiere. Ha due blocchi di talento. Ha cuore e determinazione. Gioca semplice e ha una buona organizzazione. E soprattutto l’Ambrì è vivo e ci crede. E questo è davvero tanto. Vale il prezzo del biglietto.
Ma questa non è la regular season. Sono i pre-playoff. Che poi sono scontri diretti. E dunque - aldilà del nome assolutamente fuorviante - sono di fatto dei veri playoff. E per vincere le sfide decisive nelle “series” evidentemente questo non basta. Se Juvonen non fa uno shutout non basta. Bisogna anche avere profondità, leadership, esperienza e la giusta cattiveria.
Chiudo gli occhi. E sogno. D'Agostini è tornato ad essere più veloce del vento. Hietanen si prende le sue responsabilità ed imposta l’azione da dietro e con eleganza porta il disco nel terzo avversario scodellando assist perfetti. Pestoni e Bürgler non conoscono stanchezza. Fora e Sekac si sfidano in una bagarre senza guantoni che infiamma la Gottardo Arena, entrambi vengono espulsi e il Losanna perde il suo uomo migliore. Gli arbitri usano sempre lo stesso metro di giudizio. E pure il giudice unico per una volta sembra che sia davvero seduto di fianco ai biancoblu.
La realtà però è nuda e cruda. Pure in gara-3 a Losanna ci sarà da soffrire. E ci sarà da sputare lacrime e sangue. Ma questo Ambrì - e questo è certo - sa farlo. Con onore e grande dignità. E lo farà fino in fondo.
(Matt D'Agostini nella foto Putzu)