Calcio
Xavi sta facendo rinascere il Barca
I catalani stanno ritornando, grazie a una loro passata leggenda
Pubblicato il 22.03.2022 12:05
di Angelo Lungo
L'estate del Barcellona è stata da tregenda. Tutto ha avuto inizio con la clamorosa dipartita di Messi: il fuoriclasse, il figlio che il club aveva cresciuto e allevato amorevolmente. Un legame, una simbiosi interrotta per una questione dozzinale: i soldi.
Di seguito Joan Laporte, il presidente, aveva comunicato che la situazione economica del club era sull'orlo del baratro. Finanze disastrate con un debito complessivo che aveva sfondato il miliardo di euro.
Campagna acquisti bloccata e al ribasso, lontani i tempi in cui i catalani spadroneggiavano sul mercato.
Non andava meglio sul fronte politico-calcistico: scontro con l'Uefa per via della vituperata Superlega; scontro con Tebas, il presidente della Liga, per via della ripartizione dei diritti televisivi.
Si sperava nel campo. Il terreno verde, la palla che rotola e tutto fa dimenticare. Niente: risultati disastrosi. In Champions un rovescio storico: dopo 17 qualificazioni consecutive ecco l'eliminazione nella fase dei gironi. In campionato nono posto.
Misura colma. In questi casi la prassi è nota: esonero dell'allenatore. Via Koeman. E dentro la leggenda Xavi. Una scommessa tra lo zero e l'infinito. Xavi, abbandonato il paradiso dorato del Qatar, ha inteso cogliere l'occasione. E coronare il sogno, proprio nel momento, per i blaugrana, più drammatico degli ultimi 20 anni. Si è affidato a facce conosciute. In campo già sembrava un allenatore, dirigeva il gioco con maestria e finezza, indicava la posizione ai suoi compagni.
A che punto siamo? Il Barcellona è nei quarti dell'Europa League ed è considerato come il favorito per la vittoria finale. In campionato nel recente “classico” ha travolto il Real. Espugnato il Bernabeu con un risultato clamoroso.
Xavi sta costruendo e lo sta facendo in maniera intelligente: rinnovare il passato attraverso idee e coraggio. Il mantra è il gioco ampio e non poteva essere altrimenti, considerato che è stato a contatto con Cruijff e Guardiola. Il suo vero Barcellona, probabilmente, lo si vedrà nella prossima stagione. Ma, forse, toccato il fondo si può risalire invece di continuare a scavare.