Qualificazioni mondiali
Sprofondo azzurro
Il movimento calcistico italiano vive una crisi di sistema da anni
Pubblicato il 25.03.2022 11:29
di Angelo Lungo
Nazionale: Mondiali 2010 eliminazione nella fase a gironi; Mondiali 2014 eliminazione nella fase a gironi; Mondiali 2018 non qualificata; Mondiali 2022 non qualificata.
Club: ultima vittoria in Champions 2010; ultima Coppa Uefa conseguita nel 1999.
Numeri impietosi e icastici. Ci si potrebbe fermare e non andare oltre. Il calcio italiano si trova in una crisi perenne, dura da anni e difficilmente ne uscirà.
La FIGC è un organo pletorico e politicizzato. Risponde a logiche di mero potere. Preda di dirigenti che ambiscono a poltrone e stipendi. Basti pensare che: Giancarlo Abete, presidente FIGC durante Brasile 2014, di anni 72, è stato appena nominato  commissario della Lega Dilettanti, una delle componenti più importanti della Federazione. Gravina è un gestore eterodiretto, un amministratore e niente altro. Le squadre della Serie A dovrebbero essere ridotte. Bisognerebbe cambiare radicalmente il settore giovanile: serve poco, ossia copiare paesi come: Germania, Francia, Svizzera, Belgio.
La Lega di Serie A è rissosa, divisa in fazioni. I club si scontrano, ognuno preso a difendere il proprio “particolare”. Il Presidente, appena eletto, non trova il gradimento di Juve, Milan e Inter. Tutti contro tutto. La situazione economica è disastrosa. Inter e Juve hanno debiti che sfondano i 500 milioni di euro. Il Milan ne ha 100, solo perché la proprietà ha ripianato un precedente passivo di oltre 300 milioni di euro.
Il Campionato è scadente da un punto di vista tecnico. Gioco spezzettato e sincopato. Manca il ritmo e la velocità. Gli allenatori sono conservativi. Sono ossessionati dal risultato. Il 62% delle rose è composto da giocatori stranieri di seconda e di terza fascia. Le Primavere hanno solo il 30% di calciatori italiani.
La stampa sportiva è tifosa. È poco incline a criticare poiché manca di coraggio. Parteggia ed è incapace di svolgere il ruolo che dovrebbe avere.
Quella contro la Macedonia del Nord è una sconfitta pari, per gravità, a quella subita contro la Corea del Nord nel 1966.
Diceva Freak Antoni: “Si dice che una volta toccato il fondo non puoi che risalire. A me capita di cominciare a scavare”.