A Londra, nel grande
teatro di Wembley, si può perdere. Anche se non è un’Inghilterra in grande spolvero e soprattutto nel primo tempo
gioca a ritmi piuttosto lenti.
La Svizzera di Murat Yakin, che conosce la prima sconfitta sulla panchina rossocrociata, è concentrata e non molla nulla. Sembra che il ritiro di Marbella gli abbia fatto bene.
Compatta, brava nel trovare soluzioni offensive, mette subito in difficoltà i padroni di casa.
Segna di testa Embolo su pennellata dai Shaqiri (qualche secondo prima, nella stessa azione, c’era però un fuorigioco non segnalato di Widmer) e poi Widmer e Shaqiri colpiscono un'asta e un palo.
Anche Rodriguez, in buona serata, scalda le mani a Pickford da fuori area. È bello vedere questa Svizzera.
Il primo tempo sta per terminare con un dominio elevetico quando Frei commette l’errore che non vorresti mai vedere. Soprattutto al minuto 46, quando sei pronto per tornare negli spogliatoi.
Rinvio sbagliato, corto sui piedi di un inglese e in tre passaggi Shaw può scagliare un missile alle spalle di Omlin. La sensazione della beffa rende il té della pausa più amaro.
Nella ripresa gli inglesi cambiano marcia. Non incantano, è vero, ma prendono in mano la partita e la Svizzera non può più ripartire.
La sensazione è che nonostante la maggior spinta dei padroni di casa, gli elvetici possano portare a casa il pareggio. Fino al fallo di mano, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, di uno scomposto Zuber.
Il VAR guarda e riguarda, chiama l’arbitro al video e a quel punto non ci sono speranze.
Kane, osannato dal suo pubblico ma non in grande spolvero, non sbaglia. Destro basso forte alla destra di Omlin e partita in ghiaccio.
La Svizzera ci prova ancora nel finale ma non si rende mai veramente pericolosa.
Finisce con una sconfitta e la sensazione di una Svizzera calata con il passare dei minuti.
Bene Shaqiri, meno Xhaka. Peccato per l’errore di Frei, altrimenti piuttosto attento, mentre Embolo si è mosso bene e ha segnato un gran bel gol.
Contro il Kosovo si vedrà un altro tipo di partita. Bisognerà attaccare e provare a vincere.
Per ritornare sulla strada di quel successo a cui ci eravamo tanto abituati.
La Svizzera di Murat Yakin, che conosce la prima sconfitta sulla panchina rossocrociata, è concentrata e non molla nulla. Sembra che il ritiro di Marbella gli abbia fatto bene.
Compatta, brava nel trovare soluzioni offensive, mette subito in difficoltà i padroni di casa.
Segna di testa Embolo su pennellata dai Shaqiri (qualche secondo prima, nella stessa azione, c’era però un fuorigioco non segnalato di Widmer) e poi Widmer e Shaqiri colpiscono un'asta e un palo.
Anche Rodriguez, in buona serata, scalda le mani a Pickford da fuori area. È bello vedere questa Svizzera.
Il primo tempo sta per terminare con un dominio elevetico quando Frei commette l’errore che non vorresti mai vedere. Soprattutto al minuto 46, quando sei pronto per tornare negli spogliatoi.
Rinvio sbagliato, corto sui piedi di un inglese e in tre passaggi Shaw può scagliare un missile alle spalle di Omlin. La sensazione della beffa rende il té della pausa più amaro.
Nella ripresa gli inglesi cambiano marcia. Non incantano, è vero, ma prendono in mano la partita e la Svizzera non può più ripartire.
La sensazione è che nonostante la maggior spinta dei padroni di casa, gli elvetici possano portare a casa il pareggio. Fino al fallo di mano, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, di uno scomposto Zuber.
Il VAR guarda e riguarda, chiama l’arbitro al video e a quel punto non ci sono speranze.
Kane, osannato dal suo pubblico ma non in grande spolvero, non sbaglia. Destro basso forte alla destra di Omlin e partita in ghiaccio.
La Svizzera ci prova ancora nel finale ma non si rende mai veramente pericolosa.
Finisce con una sconfitta e la sensazione di una Svizzera calata con il passare dei minuti.
Bene Shaqiri, meno Xhaka. Peccato per l’errore di Frei, altrimenti piuttosto attento, mentre Embolo si è mosso bene e ha segnato un gran bel gol.
Contro il Kosovo si vedrà un altro tipo di partita. Bisognerà attaccare e provare a vincere.
Per ritornare sulla strada di quel successo a cui ci eravamo tanto abituati.
(Foto Putzu)