Calcio
Imputato Donnarumma, alla sbarra!
Quello di Gigio è stato un errore dei tanti: però, visto il momento nel quale è avvenuto, è risultato essere decisivo
Pubblicato il 27.03.2022 10:25
di Silvano Pulga
Come prevedibile, l'inattesa sconfitta contro la Macedonia ha scatenato, nella vicina Penisola, processi più o meno sommari per individuare le responsabilità della disfatta. Sul banco degli imputati, sicuramente, Roberto Mancini, portato in trionfo a luglio, dopo li vittoria dell'Europeo, e oggi additato come principale responsabile di questa sorprendente débâcle, che ha avuto lo spareggio con la Macedonia di questa settimana come ultimo atto, ma che viene da lontano. In realtà, al Mancio andrebbe dato atto di aver ricostruito, dalle macerie della doppia sfida persa con la Svezia, con conseguente eliminazione dai mondiali in Russia, una squadra capace di infilare una lunghissima serie di partite senza sconfitte, arrivando poi alla conquista dell'Europeo (seppure rischiando di uscire con l'Austria e battendo poi, ma solo ai rigori, Spagna e Inghilterra).
Quello che si può dire, dopo qualche giorno e a mente fredda, è che gli Azzurri, tutto sommato, sotto la gestione Mancini hanno fatto vedere un calcio divertente, nonostante un panorama, a livello individuale, non certamente esaltante. Da settembre in poi si è invece andato incontro a un'involuzione, che ha messo in luce la mancanza di uno (o due) giocatori d'attacco di livello internazionale. Non è un caso che, di punta, nelle quattro squadre di testa della Serie A, il solo Insigne giochi titolare, e abbia (tra l'altro) già le valigie pronte per partire, a fine stagione. Mettiamoci poi il grave infortunio a Chiesa, che ha privato il CT di uno dei talenti migliori della rosa, ed ecco che il quadro diventa più chiaro.
Si parla molto anche di Gravina, il quale ha però già detto che intende andare avanti. Di nemici ne ha tanti, in un calcio che si ritrova in difficoltà davanti all'imminente abolizione del FPF, che verrà sostituito da un nuovo sistema, che chiederà a garanzia iniezioni di denaro vero e non debiti. I nuovi parametri per l'iscrizione ai campionati non piacciono ai tanti che, magari, davanti ai microfoni dei giornalisti si dicono entusiasti. Va da sé che molti si augurano che, vista la situazione, possa essere messa in dubbio la presidenza FIGC. Discorsi complessi, dove il calcio s'intreccia alla politica. Affaire à suivre.
Di come siano andate le cose in campo, ne abbiamo già scritto. Certo, suo malgrado emerge, ancora una volta, Donnarumma: uno che avrebbe desiderato essere notato per altri motivi. Intendiamoci: quello di Trajkowski è stato un bel tiro. Possiamo anche dire che sul macedone sono andati in tre, e nessuno ha chiuso lo specchio della porta, in particolare il secondo palo. Però, l'avvocato del diavolo ci potrebbe dire che questa cosa consentiva all'ex portiere del Milan di avere la miglior visuale possibile sul pallone che partiva. La biglia medesima è rimbalzata sul terreno qualche metro prima della mano protesa del portierone il quale, tuttavia, è apparso in ritardo. Quello che è oggettivo è che la stessa si è insaccata, affondando le speranze di tornare a vedere, dopo 8 anni, l'Italia in una fase finale mondiale. Non era mai accaduto che gli Azzurri bucassero due qualificazioni di seguito: e il fatto di non essere i primi a non staccare il biglietto per la fase finale di un Mondiale da campioni europei in carica, non costituisce certo una consolazione, per gli appassionati di calcio della vicina Penisola.
Donnarumma, insomma. Ci diranno che i tifosi rossoneri hanno un conto aperto con lui, che c'è premeditazione e pregiudizio: già a suo tempo, dopo i fischi di San Siro, scrivemmo che gli appassionati (non solo di fede rossonera, tra l'altro) avevano il pieno diritto di esprimere, sonoramente e in modo civile, il proprio dissenso sulle scelte del giocatore che avevano soprattutto danneggiato economicamente, e in un momento difficile, la società che lo aveva lanciato nel calcio professionistico. Anche se, in quel momento, indossava la maglia azzurra. Stiamo parlando di professionisti, in fondo: gente abituata a giocare davanti a decine di migliaia di persone, in stadi in trasferta. Ovviamente, non ci associamo a chi si è detto, da tifoso, felice dell'eliminazione perché attribuibile al portiere: quello è un po' oltre, e ricorda il famoso marito autolesionista.
Noi preferiamo parlare di calcio, e circoscrivere il tutto all'aspetto tecnico. Che, forse, avrebbe dovuto considerare anche il CT. Questa sconfitta non ha, sul campo, un solo padre, naturalmente. Quello di Gigio è stato un errore dei tanti: però, visto il momento nel quale è avvenuto, è risultato essere decisivo. Diciamolo: un portiere, come tutti, deve giocare con continuità. Anzi, forse più degli altri: le tensioni psicofisiche della partita non sono replicabili, in allenamento, soprattutto per chi gioca tra i pali. L'ex portiere del Milan, nel proprio club, non è titolare fisso. Non solo: veniva da un'eliminazione traumatica in Champions League con il suo club, dovuta anche a un suo errore. Ecco, forse bisognava prendere il coraggio a due mani, e tenerlo fuori. Due linee di febbre, un dolore al ginocchio. Si sarebbe perso comunque, magari per un errore del sostituto? Forse. Però, quello che è apparso evidente, vedendo la partita, è che Donnarumma ha smesso di essere un fuoriclasse, ed è diventato uno dei migliori. Perché un fenomeno, qual pallone, lo avrebbe preso. Forse, anche qualcuno tra i migliori. Lui, invece, ha raccolto il pallone in fondo al sacco. E allora, a questo punto, meglio far giocare in nazionale uno dei migliori, titolare nel suo club. E, al massimo, imprecare contro la sfortuna, a fine partita, per un dolore al ginocchio malandrino. Ma, chissà perché, dopo aver visto la sua recente esibizione a San Siro, siamo convinti che Cragno, quel pallone, lo avrebbe messo in angolo. O forse no: ma, in fondo, il bello del calcio è proprio poter giudicare, col senno del poi.