CALCIO
"Il ruolo dell'allenatore è il più importante"
Livio Bordoli, responsabile tecnico della FTC, torna sul caso della settimana
Pubblicato il 29.03.2022 17:27
di L.S.
Un allenatore che insulta un arbitro. A volte la cosa trascende, si arriva all’aggressione verbale. Qualcuno le chiama minacce. Cambia poco la sostanza.
Questa volta è il ruolo forse più importante e delicato a finire sotto le luci dei riflettori.
Ne abbiamo parlato con Livio Bordoli, responsabile tecnico della Federazione Ticinese di Calcio, con evidente riferimento a ciò che è successo domenica tra Savosa/Massagno e Porza: un caso che fortunatamente non capita spesso, ma ogni tanto purtroppo si presenta.
Bordoli, due parole su ciò che è successo domenica?
“Non ingigantirei troppo ciò che è capitato. Sono cose che succedono ogni tanto sui campi di calcio.  Un arbitro che viene insultato purtroppo è quasi la normalità. So che è brutto dirlo ma è proprio così. L’arbitro in questione ha deciso di sospendere la partita e non se la sentiva più di andare avanti ha fatto bene”.
Com’è attualmente la situazione sui campi regionali?
“Prima di tutto mi preme dire che è importante lasciare tranquilli gli arbitri, altrimenti tra un po’ non ne avremo più da mandare in giro. Per il resto, nelle partite che ispezioniamo io e i miei colleghi, abbiamo riscontrato un buon clima. Certo, c’è sempre la partita in cui c’è un po’ più di aggressività, ma solitamente le cose filano per il verso giusto”.
Avete creato appunto un gruppo di “esperti” che va in giro a vedere un po’ di partite, vero?
“Sono ex allenatori che vanno sui campi per vedere da vicino le varie situazioni e capire se ci sono dei problemi. Sono stato a vedere Lema-Pura, un derby sentitissimo, con circa 400 persone al campo. È stata una partita dura e tosta, ma sempre giocata con grande fairplay. La cosa più bella è stata il terzo tempo”.
Quando si parla del ruolo dell’allenatore, cosa ne pensa?
“È il ruolo più importante, parte tutto da lui. Se si comporta bene l’allenatore, solitamente non ci sono problemi. Io ne conosco tanti, anche quello del Porza, e sono tutte bravissime persone. Non vorrei che venissero penalizzate tutte le società per un caso isolato”.
Ma cosa potrebbero fare di più gli allenatori?
“A volte potrebbero capire in anticipo il nervosismo di qualche loro giocatore. Con i cambi volanti, si può farlo uscire e riflettere su ciò che sta facendo e poi, una volta calmato, farlo rientrare. Credo che gli allenatori siano in grado di gestire questo tipo di situazioni”.
Lei ha fatto anche diverse serate proprio con gli allenatori.
“Sì, con loro e anche con gli arbitri. Con gli allenatori abbiamo fatto quattro serate molto interessanti prima del covid e ho sempre detto che capisco l’emozione, e a volte anche le reclamazioni. Se ti fischiano un rigore contro all’ultimo minuto è umano reclamare e arrabbiarsi. Ma c’è modo e modo di farlo”.
Parliamo di una cosa bella, la giornata che avete organizzato alla Geretta di Bellinzona.
“È stata una giornata stupenda, organizzata dalla FTC in collaborazione con l’US Pro Daro, i Camaleonti e i ragazzi dell’Azatlaf. Abbiamo giocato un torneo di calcio in una giornata improntata alla beneficenza e alla solidarietà. C’era tanta musica e i ragazzi si sono divertiti tantissimo. Un’esperienza assolutamente da ripetere”.