CALCIO: A SION SI STA METTENDO IN LUCE IL 20.ENNE DOLDUR CRESCIUTO NEL TEAM TICINO
Doldur, un altro ticinese in Super League
Il fantasista nato a Bellinzona ha sempre più spazio nel Sion di Grosso
Pubblicato il 28.01.2021 10:46
di Luca Sciarini
Domani 29 gennaio, compirà 21 anni.
Da qualche partita ha fatto stabilmente il suo ingresso nella Super League che conta. Con la maglia del Sion.
Fabio Grosso, campione del mondo con l’Italia nel 2006, ha capito che questo “fantasista dai piedi buoni” nato a Bellinzona ha delle qualità e ultimamente lo sta schierando da titolare.
Stiamo parlando di Siyar Doldur, ragazzo di origini turche nato a Bellinzona assieme ad altri tre fratelli.
Ha iniziato presto a dare pedate ad un pallone Siyar: aveva 5 anni e con il gruppo Carasso alle Semine iniziò a farsi notare. Un luogo dove tanti piccoli ragazzi hanno sognato di diventare qualcuno e alcuni hanno vinto la loro scommessa. Kubi su tutti.
Con i primi allenatori, Simone Summer e Martino Gigantelli si è messo subito in luce con la maglia dei giovani granata. Ottima tecnica, rapido e con una buona visione di gioco, era facile capire che Siyar avrebbe potuto avere un futuro.
Ma nel calcio gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo e spesso si chiamano infortuni. Tra un crociato rotto in allenamento con la Under 16 (“ho sentito subito crack durante un cambio di direzione”) e un menisco saltato dopo una partita nella nazionale svizzera under 18 contro la Svezia (“ho giocato 70 minuti e non mi sono accordo di niente, solo il giorno dopo ho notato che si era gonfiato”), si spera che Doldur abbia già regolato i conti con la sfortuna.
L’esperienza del Team Ticino gli lascia ancora oggi buoni ricordi.
“Sono stato davvero bene, ho avuto la fortuna di poter lavorare con degli allenatori che mi hanno dato tutti qualcosa di importante. Giussani, Immersi, Minelli e Mangiarratti sono stati fondamentali per la mia crescita. C’è chi mi ha insegnato l’aggressività, chi mi spingeva di più a giocare il pallone e chi mi ha fatto capire l’importanza del gruppo”.
Nel Team Ticino ha giocato con compagni che come lui hanno iniziato una carriera importante.
“Su tutti senza dubbio Guidotti e Morandi, due amici che sento ancora molto spesso. Ci scambiamo le nostre esperienze ed è bello vedere cosa stanno facendo. Sono due grandi talenti”.
Su questo ragazzo, ovviamente anche lui di talento, ci mette subito gli occhi Marco Degennaro e il Sion.
“Mi volevano già per la Under 18 ma purtroppo l’anno prima mi ruppi il crociato, così dovetti attendere per il passaggio in Vallese. L’anno dopo però ci andai e fu la prima esperienza lontano da casa. Vivevo nell’hôtel a Martigny assieme ad altri giocatori. Qui mi trovo bene e l’ambiente è davvero ottimo. Peccato che manca un po’ il sole, che non vedo ormai da due settimane”.
Nel momento in cui doveva fare il salto nella Under 21 del Sion, qualcosa però non va.
“L’allenatore di quella squadra, Sébastien Bichard, non mi voleva, così decisi di andare in prestito al Bellinzona. Era allenato da Tirapelle e la squadra davvero molto forte. Oltretutto c’era un grande ambiente e il terzo posto finale è stato un bel risultato. Per me era la prima volta con i “grandi” e perciò è un’esperienza che non dimenticherò mai”.
A quel punto Siyar avrebbe dovuto fare rientro a Sion e invece…
“Mi chiama Bignotti e mi dice che mi ha visto al Torneo Pasquale e che gli sarebbe piaciuto se fossi andato a Chiasso. Pensai che la Challenge League sarebbe stata meglio della Prima Lega, così accettai. Era l’anno di Maccoppi prima e Lupi poi: mi sono trovato molto bene, peccato per i risultati che non arrivavano. Oltretutto durante un prepartita, un compagno mi diede un colpo a un ginocchio e dovetti restare fermo per un po’. Diciamo che quell’anno non riuscii a esprimermi al massimo soprattutto per colpa degli infortuni”.
Dopo l’anno a Chiasso, ad agosto 2020 finalmente il ritorno a Sion. Inizialmente l’idea era quella di tornare con la Under 21.
“Il primo messaggio che ricevetti parlava proprio di una convocazione con la Under 21, poi però ne arrivò un altro con cui mi convocavano per il test covid. Ero stato scelto per andare con la prima squadra. Non me l’aspettavo”.
Come fu l’impatto?
“Quel giorno fu piuttosto strano, poiché non si sapeva ancora il nome dell’allenatore. Alla sera però comunicarono Fabio Grosso e devo dire che fu una bella notizia per me. Essere allenato da uno con il suo curriculum, un campione del mondo, era una grande emozione”.
Dopo un po’ di panchina, da qualche partita sei ormai titolare.
“Sono felice di come stanno andando le cose. Onestamente non me l’aspettavo, anche se il mister mi ha sempre detto che mi stavo allenando bene e che se fossi andato avanti così mi avrebbe dato una chance. È stato di parola e di questo lo ringrazio”.
Com’è stato il tuo debutto?
“Fu a Basilea, da titolare oltretutto. Ero molto teso e emozionato, giocare in uno stadio così, anche se vuoto, mi provocava grosse emozioni. Pensavo anche alla mia famiglia che mi stava guardando alla TV. Per fortuna è andato tutto bene”.
Genitori che ti hanno sempre sostenuto, vero?
“Sì, proprio cosÌ, anche se mi hanno chiesto di non mettere mai da parte gli studi. Così ho frequentato la scuola sportivi di Tenero, in cui mi sono trovato veramente bene. È una bella soluzione per chi vuole continuare una carriera ad alto livello”.
Pochi giorni fai hai incontrato il Lugano: che effetto ti ha fatto?
“Per me che sono di Bellinzona era una specie di derby ed è stato molto bello. I bianconeri mi hanno fatto veramente una bella impressione: solidi dietro e micidiali nelle ripartenze, con un giocatore come Bottani che quando mette il turbo fa davvero paura”.
A giugno ti scade il contratto con il Sion: cosa farai?
“Io qui mi trovo benissimo e mi piacerebbe restare. Credo di rinnovare, ho già parlato con Degennaro, che in questi anni mi ha aiutato tantissimo e con il presidente Constantin, che mi ha proprio chiamato pochi giorni fa e mi ha fatto i complimenti. Mi ha fatto veramente piacere. Mi ha detto che se giocherò sempre così prima o poi arriverà anche il gol. Speriamo…”.