Domani 29
gennaio, compirà 21 anni.
Da qualche
partita ha fatto stabilmente il suo ingresso nella Super League che conta. Con la
maglia del Sion.
Fabio Grosso,
campione del mondo con l’Italia nel 2006, ha capito che questo “fantasista dai
piedi buoni” nato a Bellinzona ha delle qualità e ultimamente lo sta schierando
da titolare.
Stiamo parlando
di Siyar Doldur, ragazzo di origini turche nato a Bellinzona assieme ad altri
tre fratelli.
Ha iniziato
presto a dare pedate ad un pallone Siyar: aveva 5 anni e con il gruppo Carasso
alle Semine iniziò a farsi notare. Un luogo dove tanti piccoli ragazzi hanno
sognato di diventare qualcuno e alcuni hanno vinto la loro scommessa. Kubi su tutti.
Con i primi allenatori,
Simone Summer e Martino Gigantelli si è messo subito in luce con la maglia dei
giovani granata. Ottima tecnica, rapido e con una buona visione di gioco, era
facile capire che Siyar avrebbe potuto avere un futuro.
Ma nel calcio gli
imprevisti sono sempre dietro l’angolo e spesso si chiamano infortuni. Tra un
crociato rotto in allenamento con la Under 16 (“ho sentito subito crack durante
un cambio di direzione”) e un menisco saltato dopo una partita nella nazionale
svizzera under 18 contro la Svezia (“ho giocato 70 minuti e non mi sono accordo
di niente, solo il giorno dopo ho notato che si era gonfiato”), si spera che
Doldur abbia già regolato i conti con la sfortuna.
L’esperienza del
Team Ticino gli lascia ancora oggi buoni ricordi.
“Sono stato
davvero bene, ho avuto la fortuna di poter lavorare con degli allenatori che mi
hanno dato tutti qualcosa di importante. Giussani, Immersi, Minelli e Mangiarratti
sono stati fondamentali per la mia crescita. C’è chi mi ha insegnato l’aggressività,
chi mi spingeva di più a giocare il pallone e chi mi ha fatto capire l’importanza
del gruppo”.
Nel Team Ticino
ha giocato con compagni che come lui hanno iniziato una carriera importante.
“Su tutti senza
dubbio Guidotti e Morandi, due amici che sento ancora molto spesso. Ci
scambiamo le nostre esperienze ed è bello vedere cosa stanno facendo. Sono due grandi
talenti”.
Su questo
ragazzo, ovviamente anche lui di talento, ci mette subito gli occhi Marco
Degennaro e il Sion.
“Mi volevano già per
la Under 18 ma purtroppo l’anno prima mi ruppi il crociato, così dovetti attendere
per il passaggio in Vallese. L’anno dopo però ci andai e fu la prima esperienza
lontano da casa. Vivevo nell’hôtel a Martigny assieme ad altri giocatori. Qui
mi trovo bene e l’ambiente è davvero ottimo. Peccato che manca un po’ il sole,
che non vedo ormai da due settimane”.
Nel momento in
cui doveva fare il salto nella Under 21 del Sion, qualcosa però non va.
“L’allenatore di
quella squadra, Sébastien Bichard, non mi voleva, così decisi di andare in
prestito al Bellinzona. Era allenato da Tirapelle e la squadra davvero molto
forte. Oltretutto c’era un grande ambiente e il terzo posto finale è stato un
bel risultato. Per me era la prima volta con i “grandi” e perciò è un’esperienza
che non dimenticherò mai”.
A quel punto Siyar
avrebbe dovuto fare rientro a Sion e invece…
“Mi chiama
Bignotti e mi dice che mi ha visto al Torneo Pasquale e che gli sarebbe piaciuto
se fossi andato a Chiasso. Pensai che la Challenge League sarebbe stata meglio
della Prima Lega, così accettai. Era l’anno di Maccoppi prima e Lupi poi: mi
sono trovato molto bene, peccato per i risultati che non arrivavano. Oltretutto
durante un prepartita, un compagno mi diede un colpo a un ginocchio e dovetti
restare fermo per un po’. Diciamo che quell’anno non riuscii a esprimermi al
massimo soprattutto per colpa degli infortuni”.
Dopo l’anno a Chiasso,
ad agosto 2020 finalmente il ritorno a Sion. Inizialmente l’idea era quella di
tornare con la Under 21.
“Il primo
messaggio che ricevetti parlava proprio di una convocazione con la Under 21, poi
però ne arrivò un altro con cui mi convocavano per il test covid. Ero stato
scelto per andare con la prima squadra. Non me l’aspettavo”.
Come fu l’impatto?
“Quel giorno fu
piuttosto strano, poiché non si sapeva ancora il nome dell’allenatore. Alla
sera però comunicarono Fabio Grosso e devo dire che fu una bella notizia per
me. Essere allenato da uno con il suo curriculum, un campione del mondo, era
una grande emozione”.
Dopo un po’ di
panchina, da qualche partita sei ormai titolare.
“Sono felice di
come stanno andando le cose. Onestamente non me l’aspettavo, anche se il mister
mi ha sempre detto che mi stavo allenando bene e che se fossi andato avanti
così mi avrebbe dato una chance. È stato di parola e di questo lo ringrazio”.
Com’è stato il
tuo debutto?
“Fu a Basilea, da
titolare oltretutto. Ero molto teso e emozionato, giocare in uno stadio così,
anche se vuoto, mi provocava grosse emozioni. Pensavo anche alla mia famiglia
che mi stava guardando alla TV. Per fortuna è andato tutto bene”.
Genitori che ti
hanno sempre sostenuto, vero?
“Sì, proprio
cosÌ, anche se mi hanno chiesto di non mettere mai da parte gli studi. Così ho
frequentato la scuola sportivi di Tenero, in cui mi sono trovato veramente
bene. È una bella soluzione per chi vuole continuare una carriera ad alto
livello”.
Pochi giorni fai
hai incontrato il Lugano: che effetto ti ha fatto?
“Per me che sono
di Bellinzona era una specie di derby ed è stato molto bello. I bianconeri mi
hanno fatto veramente una bella impressione: solidi dietro e micidiali nelle
ripartenze, con un giocatore come Bottani che quando mette il turbo fa davvero
paura”.
A giugno ti scade
il contratto con il Sion: cosa farai?
“Io qui mi trovo
benissimo e mi piacerebbe restare. Credo di rinnovare, ho già parlato con
Degennaro, che in questi anni mi ha aiutato tantissimo e con il presidente
Constantin, che mi ha proprio chiamato pochi giorni fa e mi ha fatto i
complimenti. Mi ha fatto veramente piacere. Mi ha detto che se giocherò sempre
così prima o poi arriverà anche il gol. Speriamo…”.