Ci poteva andare
meglio? Sì, certo, ma io sono convinto che in questo gruppo ci si può qualificare.
Dobbiamo abituarci a pensare diversamente, a essere più ambiziosi, a non aver paura di nessuno.
Lo abbiamo già visto quattro anni fa in Russia e l’anno scorso agli Europei: possiamo giocarcela con tutti.
Dirò di più: non mi preoccupano tanto le partite contro Brasile e Serbia, dove le motivazioni saranno altissime. Sono più preoccupato della partita contro il Camerun. Oltretutto è l’esordio e per la prima partita avrei preferito giocare contro il Brasile.
I brasiliani partono sempre per vincere, lo sappiamo, ma da 20 anni non ci riescono. Anche loro soffrono la pressione. Non basta avere i giocatori più forti per vincere, il PSG lo insegna in questi anni.
Per quanto riguarda la Serbia non sono preoccupato per ciò che è successo quattro anni fa. La storia delle aquile non si ripeterà. In Russia la situazione non fu gestita benissimo: stavolta, con Tami a capo della delegazione, sono sicuro che queste cose non capiteranno più.
Continuo ad avere grande fiducia nella nostra nazionale, anche perché conosco bene il valore dei giocatori e del suo allenatore. Ho solo un dubbio ed è relativo a Xhaka. E non parlo di ciò che è successo contro il Kosovo. Mi riferisco al suo modo di giocare: se non cambia marcia a questa squadra non serve. Abbiamo attaccanti come Okafor, Vargas e Embolo che hanno bisogno di giocare ad alto ritmo. Quando c’è poca intensità vanno in difficoltà. Non siamo una squadra capace di far girare palla come la Spagna, non abbiamo quelle qualità tecniche. Noi dobbiamo giocare sempre al massimo e uno come Xhaka, se non modifica il suo modo di giocare, non ci serve. Allora preferisco avere in mezzo al campo gente come Freuler, Zakaria o Aebischer.
Concludo con un’annotazione positiva riguardante i portieri. Con Sommer, Omlin e Kobel mi sento assolutamente sicuro. Sono tutti e tre molto forti, non so quante squadre al mondo ne abbiano tre di questo livello.
Dobbiamo abituarci a pensare diversamente, a essere più ambiziosi, a non aver paura di nessuno.
Lo abbiamo già visto quattro anni fa in Russia e l’anno scorso agli Europei: possiamo giocarcela con tutti.
Dirò di più: non mi preoccupano tanto le partite contro Brasile e Serbia, dove le motivazioni saranno altissime. Sono più preoccupato della partita contro il Camerun. Oltretutto è l’esordio e per la prima partita avrei preferito giocare contro il Brasile.
I brasiliani partono sempre per vincere, lo sappiamo, ma da 20 anni non ci riescono. Anche loro soffrono la pressione. Non basta avere i giocatori più forti per vincere, il PSG lo insegna in questi anni.
Per quanto riguarda la Serbia non sono preoccupato per ciò che è successo quattro anni fa. La storia delle aquile non si ripeterà. In Russia la situazione non fu gestita benissimo: stavolta, con Tami a capo della delegazione, sono sicuro che queste cose non capiteranno più.
Continuo ad avere grande fiducia nella nostra nazionale, anche perché conosco bene il valore dei giocatori e del suo allenatore. Ho solo un dubbio ed è relativo a Xhaka. E non parlo di ciò che è successo contro il Kosovo. Mi riferisco al suo modo di giocare: se non cambia marcia a questa squadra non serve. Abbiamo attaccanti come Okafor, Vargas e Embolo che hanno bisogno di giocare ad alto ritmo. Quando c’è poca intensità vanno in difficoltà. Non siamo una squadra capace di far girare palla come la Spagna, non abbiamo quelle qualità tecniche. Noi dobbiamo giocare sempre al massimo e uno come Xhaka, se non modifica il suo modo di giocare, non ci serve. Allora preferisco avere in mezzo al campo gente come Freuler, Zakaria o Aebischer.
Concludo con un’annotazione positiva riguardante i portieri. Con Sommer, Omlin e Kobel mi sento assolutamente sicuro. Sono tutti e tre molto forti, non so quante squadre al mondo ne abbiano tre di questo livello.