CALCIO
Lugano, il rammarico è grosso
I bianconeri si fanno rimontare un doppio vantaggio a Lucerna: sono ancora terzi
Pubblicato il 03.04.2022 18:42
di Silvano Pulga
Un pareggio in trasferta, in genere, per chi viene a conoscenza del risultato a fine partita, è un buon risultato, specialmente quando lo ottieni davanti a 15.000 spettatori avversari. Poi, però, vai a vedere il tabellino o, meglio ancora, parli con chi la partita l'ha vista, e allora la soddisfazione si trasforma in rammarico. Perché il Lugano, ancora una volta, ha dimostrato di avere fatto il salto di qualità sotto l'aspetto della mentalità. Ma, nuovamente, è stato tradito da alcuni errori individuali. Come già in passato, i bianconeri sono capitolati su una palla ferma, per un errore di piazzamento della retroguardia. Peccato, perché in tanti momenti si era vista una squadra padrona del gioco. E il tiro sbagliato da Rüegg (alla prestazione dell'ex Zurigo, forse la migliore, sinora, in maglia bianconera,  è mancato solo il gol), nel finale, non fa che accrescere il rimpianto.
Si torna da Lucerna con un punto, dunque, che consente ai ticinesi di rimanere aggrappati alla parte alta della classifica, con il Servette dietro che crolla clamorosamente nel derby del Lemano, ma con un San Gallo che diventa sempre più minaccioso: ora i biancoverdi (che, a Sion, hanno ottenuto la terza vittoria consecutiva e il decimo risultato utile, che significano una marcia migliore della capolista Zurigo) sono quinti, staccati di 6 lunghezze, ma con lo scontro diretto ancora da giocare con i ragazzi di Croci Torti in Svizzera orientale. Al netto di altri brutti pensieri per il futuro, i quali vengono guardando le immagini che ritraggono la grinta di Zeidler, ma che comunque nessuno (e ci mancherebbe) in Ticino si permette di fare adesso.
Rimanendo a Lucerna, il sentimento di chi ha visto la partita è, appunto, il rammarico. Perché a noi, complessivamente, il Lugano è piaciuto: maturo, con il giusto atteggiamento in campo, nonostante l'ambiente ostile; bravo a ripartire, soprattutto nel primo tempo. Pochi i passaggi sbagliati in fase di ripartenza, buona la ricerca della profondità, anche se si dovrebbe provare, in certi momenti, a insistere meno a cercare l'uomo sulle fasce per imboccare, invece, la via più breve verso la porta avversaria. E deve aver pensato la stessa cosa il Crus quando, nel secondo tempo, ha inserito Amoura e Aliseda, per dare rapidità e incisività alle azioni di contropiede, al posto di Bottani e Celar che avevano (soprattutto il ticinese) dato tutto quello che avevano. 
Forse sarebbe servito anche un cambio in mezzo: ma, purtroppo, in questo momento mancano alternative all'altezza, per far rifiatare le fonti del gioco bianconero. Però, in ogni caso, seppur soffrendo, nella ripresa, dopo un quarto d'ora di sbandamento seguito al gol di Ugrinic, il Lugano era riuscito a riprendere in mano il pallino dell'incontro. Peccato che i subentrati non siano riusciti (soprattutto Amoura, che deve evidentemente ancora ritrovare la miglior forma fisica) a tenere alto il baricentro nei minuti finali: e, purtroppo per i sottocenerini, ancora una volta una palla ferma ha deciso tra la vittoria e un altro risultato. Il rammarico, quindi, ci sta. 
Concludendo: teniamoci il buono, che c'è, ed è un buon viatico per il futuro. E auguriamoci che, in tempi brevi, alcuni giocatori importanti, tra i rincalzi, trovino la forma ideale. Le partite, infatti, al di là che si disputino con 11 giocatori alla volta, si giocano ormai in 15. E servono 15 elementi al massimo, per arrivare in fondo e non fermarsi, come in questa occasione, a una manciata di metri dal traguardo. E per non doversi rammaricare ancora. 
(Nella foto di Graziano Chiodero, Amoura e Burch)