È stata "…una spaccatura senza
precedenti. Il coronavirus ci è costato in prima e seconda Bundesliga tedesca più di un
miliardo di euro in cifra d’affari”. L’ha detto Donata Hopfen, direttrice
della Deutsche Fussballiga (DFL) nel suo rapporto 2022, comprendenti le cifre
delle due stagioni 2019/20 e 20/21.
Certo, la Germania non è né Italia, Francia,
Spagna o Inghilterra – le cinque leghe che vanno per la maggiore in Europa – ma
difficile credere che anche in questi paesi le cifre siano molto differenti.
"I tempi di quella crescita quasi
evidente sembrano essere finiti", ha commentato le cifre la
direttrice: “Non c'è dubbio che questo avrà un’influenza non indifferente
sui prossimi anni".
Anche nella stagione in corso, che vede il
Bayern solitario dominatore, i 36 club professionisti devono fare i conti con altre
cifre rosse.
Dal momento che la maggior parte delle partite
ha dovuto svolgersi senza tifosi pubblico, i ricavi delle partite della sola 1a
e 2a Bundesliga, che provengono principalmente dai biglietti, sono stati in
calo di circa il 95 per cento rispetto all'ultima stagione pre-pandemica.
Inoltre, c'è una mancanza di entrate da
sponsorizzazione e da diritti e licenze. E non sono prevedibili al momento
conseguenze economiche della guerra in Ucraina.
Principalmente colpite dal fenomeno lo sono
state le persone direttamente impiegate attorno alle partite come la sicurezza
e la ristorazione che si son viste ridotte da un giorno all’altro il proprio
lavoro fino all’80 per cento.
Hopfen conclude in toni calcistici: “Abbiamo
già iniziato a recuperare il risultato, ma ci vorrà ancora del tempo ad
arrivare in parità”.