La neve cade e imbianca intanto che il giudice e la corte si
consultano, anch’essi vittime e carnefici del regolamento tecnologico chiamato
Var. Il tribunale è allestito al Letzigrund, ma la camera di consiglio è a
Volketswil, al caldo e al chiuso. Un mondo digitale decide i destini delle aree
di rigore, ancora pregne di sudore e sospiri. Ci sono centimetri, appoggi,
grammi e fotogrammi, passi, tutto un soppesare noioso. Le passioni si smontano
e si rimontano, così, annodate nei cavilli e prigioniere di competenze
regolamentari che sono panacee per le incompetenze vere. Mentre la neve cade e
se ne frega, maledetto rimasuglio di un mondo che fa ciò che gli pare.
Non ne posso più di questo aggeggio che ha stravolto il
gioco e i giocatori, elevando l’arbitro a protagonista assoluto e spesso
inadatto. In questi due giorni nella Svizzera ghiacciata, da Zurigo a Losanna
ne ho viste di tutti i colori, rigori non visti e riapparsi, fuorigioco
segnalati e rimangiati, reti annullate e poi convalidate. Falli e falletti,
tuffi e tuffazzi, grida di dolore finto e preso per buono, come a teatro.
Frantumazioni vere e presunte, schermi occhiuti, fischi spropositati o
ritardati, bandierine inchiodate a terra.
Non ne posso più di questo aggeggio che ha stravolto anche
gli arbitri, ormai incapaci di distinguere a occhio nudo uno strattone da un
pizzicotto, una carezza da uno schiaffo. E nel momento di massimo impettimento,
come una statua con tutti gli occhi puntati su di sé, l’arbitro sta con una
mano all’orecchio in attesa dell’aiutino. È il protagonista, attorno a lui
vagolano giocatori questuanti che vengono invitati alla calma da sapienti gesti
con la mano libera, come un padre che invita a non rompere coi chupa-chups.
In un mondo così, vigilante e rigido come l’inverno del nostro
scontento, come fai a ritrovare la fanciullezza del gioco o l’erotismo dello
sbaglio? Contano solo le revisioni, l’insipienza, l’appiccicaticcio regolamento
orwelliano. Di automa in automa saremo ridotti come i tosaerba programmati dal
divano. Dopo, bofigh su.