Il
Qatar è ricchissimo grazie al suo sottosuolo. Madre natura gli ha un
concesso un territorio che ha ingenti risorse naturali. Le più
preziose e ricercate: il gas e il petrolio. I rapporti con i suoi
vicini non sono ottimali. L'Emiro, che lo governa, consapevole di una
tale situazione politica, ha deciso di giocare la sua partita
diplomatica a livello internazionale, adoperando un grimaldello
capace di aprire numerose serrature: il calcio.
Il
Mondiale sarà una vetrina formidabile. Il piccolo paese avrà un
ribalta inimmaginabile. Per anni è stato un cantiere aperto dove, a
tempo di record, sono state costruite città, strade, aeroporti e
tanto altro. E naturalmente gli stadi. Una metamorfosi costata 200
miliardi di dollari, secondo le stime fornite dalle stesse autorità.
Gli
impianti calcistici in totale sono otto: tutti nuovi, uno solo
riammodernato. Si sarebbe potuto giocare anche d'estate, quando le
temperature superano i 40 gradi, visto che le strutture sono dotate
di tetti, che si aprono e chiudono, e di aria condizionata. Ci sono
dei sensori che regolano la temperatura in ogni settore del campo.
Gli
stadi sono tutti molto vicini tra di loro, distanziati da un minimo
di 5 a un massimo di 75 km. Il tifoso più appassionato potrà
assistere nella stessa giornata anche a due partite.
Gli
organizzatori si aspettano tanti turisti, che troveranno oltre 130
mila camere d'albergo e appartamenti che potranno essere affittati
temporaneamente. E niente paura per gli spostamenti: autostrade a 6
corsie e numerosi parcheggi a disposizione. L'offerta è completata
da una modernissima rete metropolitana e dall'opportunità di
utilizzare bici elettriche gratuitamente.
Ma
chi fine faranno gli impianti costruiti che hanno una capienza tra i
40 e gli 80 mila spettatori? Rimarranno fatidiche cattedrali nel
deserto?
Macché.
Alcuni spariranno, saranno smantellati, sono stati progettati con
materiali poi scomponibili. Gli altri saranno ridotti. Nello spazio
riservato alle tribune saranno edificate: scuole, cliniche e negozi.
Nulla
è stato lasciato al caso. Non temano Ronaldo e Messi: giocheranno
nelle migliori condizioni possibili.