TRIBUNA PRESIDENZIALE
La riforma mi piace, il calcio italiano no: felice invece per Abel
Sì ai futuri playoff, Juve-Inter e City-Atletico hanno fatto discutere: Braga campione in Brasile
Pubblicato il 07.04.2022 04:05
di Angelo Renzetti
Non ho grandi rimpianti per il pareggio di Lucerna, anche se ho ovviamente spiace poiché avevamo la partita in mano. Ma durante un campionato partite così capitano: alcune le vinci, altre le perdi. I cambi? Non ho appunti da fare a Croci-Torti che ha puntato sulla rapidità di Amoura e Aliseda: soprattutto il primo, tra l’infortunio e il ramadan, non può essere al massimo della forma. Mi è invece piaciuto molto Ruegg, in continua crescita: dopo l’assist con il Losanna, un altro molto bello a Lucerna. Mi spiace invece per l’infortunio di Facchinetti, che stava vivendo un periodo positivo.
Ho letto in queste ore della riforma dei campionati per le prossime stagioni e devo dire che l’idea è coerente con l’intenzione di avere un numero maggiore di partite decisive. Anche i playoff sono interessanti e credo che potranno attirare più di pubblico. Si parla molto del senso di giustizia dello sport e su quello si può discutere, ma se l’intenzione è quella di creare un calendario più appassionante, credo che si sia sulla strada giusta.
Non è invece sulla strada giusta il calcio italiano: ho visto Juve-Inter e anche se la “mia” Juve non ha giocato male, credo che ormai in Italia si giochi un calcio troppo lento, in cui si specula su tutto. I “mali” sono sempre gli stessi e avanti di questo passo si allontanerà il tifoso. La colpa è anche dei media, che prima enfatizzano e poi ti buttano giù, e dei settori giovanili, in cui si dovrebbe lavorare meglio a tutti i livelli. Ne ho avuto la prova con giocatori alcuni italiani che erano arrivati a Lugano quando ero presidente: hanno faticato ad ambientarsi per colpa del loro atteggiamento.
Per quanto riguarda invece la partita di Champions tra City e Atletico, ho sentito tante polemiche sul modo di giocare di Simeone. Per me si tratta di un grande allenatore, che gioca con gli elementi che ha, senza la puzza sotto il naso. Alla fine è il risultato a contare e per ottenerlo uno utilizza la tattica che preferisce.
Concludo con un applauso all’amico Abel Braga, che ha vinto il campionato carioca. È stato bello vederlo festeggiare, se lo merita tantissimo. A Lugano ha lasciato un bel ricordo, si tratta di una persona molta umana che ha saputo farsi apprezzare anche al di fuori del campo. E il fatto che sia tornato in patria e abbia vinto, mi rallegra moltissimo. Bravo Abel.