HOCKEY
Vincere con "pochi" soldi: il dilemma bianconero
Hnat Domenichelli si confessa al Cdt e parla di "frustrazione" per una stagione deludente
Pubblicato il 09.04.2022 10:15
di L.S.
Si vuole vincere il campionato nei prossimi tre (cinque) anni, possibilmente con McSorley in panchina.
Il concetto espresso dai dirigenti del Lugano alla vigilia della stagione era piuttosto chiaro. E bisogna dire, estremamente coraggioso. Per questo piaceva.
Non la solita lagna del “prendiamo partita per partita” o le lamentele di chi mette sempre i piedi avanti.
No, questa volta il club ha detto chiaramente di voler tornare grande, là in alto, dove vivono e vincono le big. Dove il Lugano non arriva dal lontano 2006, in una stagione che fu il preludio allo scandalo del discogate e che suscitò enormi polemiche.
Ma torniamo al presente. Hant Domenichelli, potrà piacere o no, è una persona che dice sempre ciò che pensa, con estrema sincerità. Sa fare autocritica con una onestà disarmante, quasi spiazzante.
Intervistato oggi da Flavio Viglezio del Cdt, la parola che riecheggia nella sua analisi è frustrazione.
I tifosi sono contenti ed elargiscono voti “fuori mercato” alla loro squadra? Lui no. Si rammarica, è lucido nel ripercorrere un’annata decisamente al di sotto delle aspettative.
Nono posto in Regular Season e fuori in quattro partite nei quarti di finale. Un fallimento.
È vero, Domenichelli ricorda i tanti infortuni, soprattutto quello del suo portiere, ma non si nasconde dietro un dito.
E tra le righe, ma nemmeno troppo, sembra voler rallentare su quella strada dell’entusiasmo imboccata dalla dirigenza.
Vincere? Difficile, per non dire quasi impossibile, a meno di un accordo finanziario di tutta la Lega. Che in questo momento non si intravede.
Le altre sono più forti, troppo più forti e nemmeno nella prossima stagione sembra esserci la possibilità di ridurre questo divario.
Ma non basta. Il direttore sportivo si sbilancia, ormai si capisce che vuol tirare fuori tutto il dispiacere accumulato.
E aggiunge che il Lugano di quest’anno non è più forte di quello della scorsa stagione.
Se così fosse, ma si potrebbe discuterne, allora dovrebbe recitare il mea culpa. Questa squadra l’ha costruita lui, l’ha voluta a sua immagine e somiglianza, potando i rami “secchi” della vecchia gestione sportiva. Era la sua squadra, anche se allestita con un budget in continua discesa.
E l’incongruenza sta proprio qui, nel voler vincere spendendo meno, risparmiando ancora. Anche in futuro.
Chissà cosa ne pensano i vertici del club: avranno cambiato rotta o saranno rimasti ancorati alle loro ambizioni di inizio stagione? Lo scopriremo presto.
Forse si era puntato tanto, per non dire troppo, sulla personalità di McSorley. Il mago che avrebbe dovuto portare una nuova mentalità, un nuovo modo di intendere e vivere l’hockey.
McSorley, nonostante qualche alibi, ha inciso poco. Sia a livello di gioco che di personalità.
Chi si ricordava o sperava di rivedere il trascinatore di Ginevra, sarà rimasto deluso.
La sua squadra ha segnato tanto ma ha subito troppo? Allora verrebbe da dire che la qualità e il talento ci sono, l’organizzazione meno.
È quanto diceva un famoso allenatore di calcio: “i gol li fa il talento, ma li evita il cuore”.
In attesa della prossima stagione, c’è da giurarci, ci sarà da divertirsi in questo mercato estivo.
Con un occhio al budget e l’altro alle ambizioni.
(foto Putzu)