CALCIO
Super League, un'oasi (o quasi) per i nostri giovani
Il nostro massimo campionato è il quinto al mondo per minuti giocati dagli Under 21
Pubblicato il 09.04.2022 11:15
di Red.
Il tema di grande attualità di questi giorni è la riforma del calcio svizzero. Se ne sta parlando tantissimo: Super League a 12 squadre e introduzione dei playoff. Si deciderà il 20 maggio prossimo.
Verrebbe da dire che una modifica, dopo tanti anni, si rende necessaria. Chi ha studiato la nuova formula è alla ricerca di maggior suspence. Con i playoff, si vuole un mese di maggio al cardiopalma. Dove tutto si decide solo alla fine, come in un grande giallo.
Chi ha a cuore lo sviluppo del nostro calcio, ha invece messo l’accento in questi anni sulla crescita dei nostri giovani.
Si chiede maggior spazio per loro: con questa Super League ci sarebbe troppa pressione sulle squadre e troppo poco tempo di gioco a disposizione. Con il rischio di rallentarne la crescita o di vederli partire troppo presto verso l’estero.
Ma è veramente così?
Sembrerebbe di no. Ne riferisce oggi il giornale romando Le Matin. Secondo un recente studio dell’osservatorio del calcio (CIES), che ha stilato una classifica dei 60 campionati di tutto il mondo per minuti giocati da giocatori Under 21 (da inizio gennaio 2021), la nostra Super League occupa il quinto posto! Dietro a Venezuela, Danimarca, Austria e Serbia.
Non male insomma. Oltre a ciò, siamo pure noni nella classifica relativa all’età media, con 26,1 anni.
Insomma, nel nostro paese i giovani godrebbero di sufficiente spazio.
E ci sarebbero anche un paio di motivazioni piuttosto solide.
La prima è di ordine economico: il nostro è un calcio relativamente “povero” e inserire i giovani in prima squadra è una sorta di necessità. Non possiamo rivaleggiare finanziariamente con realtà molto più grandi e potenti, perciò dobbiamo puntare sulla formazione e la post-formazione.
Lo ha detto Marcel Hottiger, responsabile dei nostri talenti in seno all’ASF.
L’aspetto economico però non può spiegare tutto: gli allenatori infatti non accorderebbero così tanta fiducia a giocatori con poca esperienza se questi non possedessero i requisiti tecnici.
La verità è che la nostra formazione funziona bene e i giovani dispongono di notevole qualità.
Come conferma anche il tecnico del San Gallo Peter Zeidler, che ha allenato in Germania, Austria e Francia: “I giocatori svizzeri dispongono di solide basi tecnico-tattiche. Oltretutto sono attenti e disciplinati durante gli allenamenti. E questa è una grossa qualità”.
Il calcio svizzero raccoglie i frutti dell’eccellente lavoro realizzato da Hansuedi Hasler, direttore tecnico della nostra federazione (ASF) dal 1995 al 2009. “Non possiamo permetterci di sbagliare un solo giocatore”, ha detto ancora Hottiger, che ha ricordato come 10 degli 11 titolari dell’Under 21 che in marzo hanno affrontato il Galles e poi i Paesi Bassi, giocano nel nostro campionato e hanno praticamente tutti (o quasi) un ruolo da titolare.
Il capo della formazione dello Young Boys Gérard Castella aggiunge un altro tassello: “Il passaggio a cinque cambi ha dato ancora maggiori possibilità a questi giovani. Il periodo covid, con gli stadi a porte chiuse, ha poi permesso ad altri di esprimersi senza pressioni”. Quasi fosse un allenamento, aggiungiamo noi.
La conclusione la lasciamo ancora a Marc Hottiger: “Le cifre di questa ricerca non mi sorprendono, ma non dobbiamo rallegrarcene troppo. Dobbiamo essere ancora più esigenti e precisi. Non possiamo permetterci di fare passi indietro”.