Non
si può dire che nella squadra diretta da Martin Lengen, allenatore
dopolavorista, non funzioni lo spirito di gruppo. Al termine della
partita si è vista sul campo una gioia incredibile, trascinante. A
conferma che staff e giocatori sono una compagnia affiatatissima. Si
è capito al volo che dopo il blackout la squadra ha fatto quadrato
tanto da inanellare due vittorie di fila, per di più in trasferta. I
bernesi hanno mostrato mercoledì un grande carattere, quel carattere
giustamente necessario per ambire alla promozione.
Ma,
andrà veramente così? Lengen, che indubbiamente è l’uomo
“miracolo” di questa ‘squadra operaia’, afferma che al
momento non è stato ancora deciso nulla per quanto riguarda la
possibilità di essere ospitati, in caso di promozione, al Wankdorf
(come si era pensato in un primo tempo, ce ne aveva dato conferma il
DS Galli). È comunque in grado di dirci qualcosa di più quando gli
chiediamo se il club ha i mezzi per disputare il campionato di
Challenge League: “Non dipende da noi, la decisione spetta al
nostro presidente!”.
Presidente
che di nome fa Claudio Engeloch, orgoglioso (è al timone da 7 anni)
di definire il FC Breitenrain “club-culto” della città (un
migliaio di soci affiliati, di cui la metà sono giovani). Dunque se
tutto procede come si spera la squadra – a dipendenza di quello che
sarà il verdetto in Promotion League – parteciperà al prossimo
campionato di Challenge League.
Finora
per il mister la cosa più importante era di gettare i semi, al
raccolto si penserà tra qualche settimana. Tra le varie
problematiche ci sarà anche quella di trovare, perlomeno
parzialmente, uno sbocco semiprofessionistico per i giocatori. Per
quanto riguarda l’organico il discorso è invece rassicurante: la
squadra sembra essere già in grado di reggersi a un livello
superiore: è frizzante, ha grinta da vendere e pratica un buon
calcio.
Di
sicuro il Breitenrain in questo rush finale gode di ottima salute:
nessuna sostituzione sino al 65’, poi solo due cambi tattici negli
ultimi 7 minuti. Che la tattica operata dal mister si sia rivelata
sagace è evidente.
Può
sembrare banale chiedergli a questo punto se è rimasto soddisfatto
della prestazione oltre che della vittoria.
“Sono
molto contento, la squadra si è battuta con gagliardia, ha lottato
su ogni pallone. Non era semplice, tantomeno scontato, visto lo
spessore dell’avversario. Abbiamo avuto un maggior possesso palla,
siamo anche riusciti a sfruttare un’eccellente condizione fisica”.
Avete
espugnato il Comunale con pieno merito, in fondo a voi sarebbe andato
bene un pareggio.
“Esatto,
eravamo consapevoli che avremmo incontrato una formazione molto su di
giri, lo dimostrano i risultati ottenuti dal Bellinzona quest’anno.
Naturalmente il fatto di rientrare a casa con i 3 punti è qualcosa
di veramente super”.
E
dire che dopo le vostre ultime magre eravamo portati a pensare che
non ce l’avreste fatta a rialzarvi…
“Sono
pensieri normali, sicuramente non cattivi (Lengen abbozza un sorriso,
ndr), ogni partita fa storia a sé: ce ne sono ancora otto da
disputare, tutte molto difficili: i giochi sono tuttora aperti”.
Su
quale piano è da mettere la forza della sua squadra: su quello
agonistico (gioco frizzante, volitivo) o è piuttosto una questione
di carattere (mai darsi per vinti, arrembanti nella ricerca del
risultato)?
“Direi
che sta nel collettivo. Ho la fortuna di lavorare con un gruppo di
ragazzi entusiasti e molto umili”.
È
risaputo che il calciatore professionista è sempre impegnato al
massimo per il calcio, mentre il dilettante lo gioca per divertimento
e passione: la verità magari sta qui?
“Beh,
può essere un ragionamento giusto… tutti noi abbiamo lasciato il
posto di lavoro o la scuola a mezzogiorno per poi salire di lì a
poco direttamente sul pullman che ci ha portati in Ticino…”.