Il
Milan vive una fase cruciale: sul piano sportivo e su quello
societario. Si sta giocando il campionato, il duello, appassionante,
è proprio con i rivali cittadini. Ma dalla Francia è arrivata una
notizia clamorosa: è imminente un passaggio di proprietà. La fonte
è “L'Equipe”. Il gruppo Elliot starebbe trattando con
“Investcorp”, una società che ha sede nel Bahrein. Quest'ultima
ha investitori di rilievo: ricche famiglie dello Stato del Golfo, un
fondo sovrano di Abu Dhabi.
Il
club sarebbe valutato un miliardo di euro. Elliot incasserebbe
un guadagno netto di circa 300 milioni. Il valore così alto è
dovuto; al risanamento delle finanze avviato negli ultimi anni; a una
rosa molto giovane; all'assenza di debiti, ripianati ampiamente; al
brand globale che hanno i milanesi. E sullo sfondo c'è la questione
stadio. La convinzione generale è che, prima o poi, a San Siro o a
Sesto San Giovanni, un nuovo impianto verrà costruito. Una struttura
moderna consentirebbe di aumentare notevolmente i ricavi.
La
sfida che attenderebbe la società araba è, tuttavia, ardua. La
gestione del movimento calcistico italiano non è in linea con i
tempi. La Serie A è un campionato di retroguardia. Il divario con le
altre leghe è ampio.
La
questione stadio è complicatissima: il progetto presentato, da Milan
e Inter, nel 2019 è frenato. Sono le pastoie di cui si nutre e che
tanto piacciono alla politica. Tutto è fermo e la vicenda è
oltremodo complicata.
La
venuta degli arabi cambierebbe, però, radicalmente le sorti del
Milan. I tifosi lo sperano. Gli immancabili social riportano la loro
euforia. Fine dell'austerità e via a campagne acquisti milionarie.
Già prefigurano, come automatico, il predominio sul torneo
nazionale. I mediorientale hanno risorse inesauribili e non badano a
spese. Intendono vincere.
Il
calcio del terzo millennio è una formidabile cassa di risonanza.
Consente una legittimazione immediata: questo è il portato del
blasone di alcuni club. L'immagine è proiettata a livelli
internazionali. È uno straordinario grimaldello sociale: apre la
porta della popolarità.
E
fa sospendere ogni tipo di riflessione.
La
sfera è troppo iconica: è impossibile fermarla.