In
Sardegna, in provincia di Nuoro, negli scorsi giorni, si è giocata
una partita. La categoria è quella dei giovanissimi, ragazzi tra i
14 e i 15 anni. Si sono scontrate due squadre: Fanum Orosei-La
Caletta. È finita per 40 a 0 per i padroni di casa, queste gare si
disputano con tempi che durano 35 minuti.
La
partita era decisiva: il Fanum Orosei aveva bisogno di segnare almeno
35 gol, per poter superare la Lupi Goceano di Bono (Sassari), in
testa alla classifica. Pari punti: decisiva la differenza reti.
La
Caletta ha schierato ragazzini con un'età media più bassa degli
avversari e in campo aveva solo 10 giocatori.
Apriti
cielo. La notizia è rimbalzata su tutti i media nazionali.
Luigi
Secci, ex dirigente della Figc Nuoro, afferma: “Non si può
accettare una cosa del genere. Si aprono le scuole di calcio, si
organizzano i tornei giovanili per educare i giovani al rispetto. Non
per umiliarli”.
Gianni
Cadoni, presidente regionale della Figc, spiega: “Dobbiamo stare
più attenti ai ragazzini che ai risultati. Le regole vanno
rispettate, ma anche trovare delle deroghe. Specie quando si capisce
che ci sono situazioni che in qualche modo possono far male a chi
pratica questo sport, soprattutto quando si parla di ragazzini”.
Carzedda,
presidente de La Caletta, ammette: “Sapevano che sarebbe stato un
massacro e i ragazzi erano preparati. Sono scesi comunque in campo
con entusiasmo. I calciatori avversari, ogni volta che infilavano una
palla in rete, ci chiedevano scusa”.
Farris,
presidente della Fanum, sostiene: “Vincere per noi era
fondamentale. La competizione è stata serena, leale, corretta,
rispettosa dell'avversario e assolutamente regolare. Non ci sono
state polemiche, contestazioni o recriminazioni né in campo né
fuori”.
Le
partite tra ragazzini dovrebbero essere solo divertimento. Tutto
cambia, in peggio, quando ci si mettono di mezzo gli adulti. La
vittoria è inutile quando sconfigge il buon senso.
Scrive
Alessandro Manzoni: “Il buon senso c'era; ma se ne stava nascosto
per paura del senso comune”.