Consapevolezza, forse, dovrebbe essere la parola chiave, in questi
giorni di vigilia di una partita che non sarà, una volta tanto, di svolta, ma
che è senza dubbio la più importante della stagione, visto che mette in palio
una finale. E allora, di seguito, diciamo di cosa si dovrebbe essere
consapevoli, tifosi e addetti ai lavori.
Consapevolezza che la squadra, il proprio obbiettivo minimo, lo ha
raggiunto: la salvezza in largo anticipo. Scontato? Beh, leggiamo prima il
tabellino del Lucerna in campo domenica pomeriggio con il San Gallo, e che ha
concrete possibilità di doversi giocare lo spareggio salvezza contro la seconda
di Challenge League.
Consapevolezza che, a luglio, nel pre stagione, la squadra si è
radunata la prima volta senza allenatore titolare, con una proprietà nuova che
non aveva ancora presentato le credenziali alla Lega (e già c'era qualche
crepa), e con i giocatori del Sona in campo in prova. C'eravamo anche noi, e
non è stato un bel momento.
Consapevolezza che il gruppo, comunque vada, ha fatto una grande
stagione, in campionato e in Coppa. Nel 2016, in quest'ultima competizione, si
arrivo in finale, è vero: ma il percorso fu oggettivamente più semplice,
nonostante i brividi del derby sotto la pioggia contro il Bellinzona.
Consapevolezza che, in questo preciso momento, non è un vantaggio
per il Lugano che dalla Coppa siano fuori le squadre d'oltre Gottardo e Novena
normalmente protagoniste: Lucerna e San Gallo sono in un momento di forma
notevole. E, soprattutto i biancoverdi di Zeidler, hanno un conto aperto dallo
scorso anno, che intendono saldare, oltre a sapere di avere un debito enorme
con una tifoseria che vive di passione. Debito che vorrebbero non diciamo
estinguere, ma almeno ridurre. Le motivazioni, insomma, non mancheranno, anche
se ogni discorso è prematuro, visto che all'orizzonte c'è l'Yverdon di Uli
Forte e Marco Degennaro: gente che, di Coppa, ne capisce, e tanto.
Consapevolezza che, in campionato, anche per stanchezza degli
altri, il terzo posto è ancora raggiungibile. Non sarà facile, ma il Lugano è
lì.
Consapevolezza che la squadra, comunque sia, è maturata rispetto
alle scorse stagioni. Nonostante questi due ultimi risultati negativi, si ha
comunque la sensazione che il gruppo sia maturato a livello di mentalità: e
questo è un traguardo che si rincorreva da diverse stagioni.
Consapevolezza che, nonostante quanto sopra, lo spogliatoio non ha
abbastanza energia mentale (per ora) per reggere la tensione di una vigilia
così importante e di una posizione di vertice in campionato. Per ora: ma è un
aspetto sul quale si potrà lavorare, per crescere. E allora, il Crus riuscirà a
far passare i propri messaggi che invece, in questi giorni, si sono infranti
contro il muro eretto dall'emotività dei suoi ragazzi.
Consapevolezza che, nonostante quanto sopra, questo gruppo, a
giugno, arriverà al capolinea. E che la società dovrà ricostruirne la spina
dorsale, fermo restando che si ripartirà da alcune certezze: Bottani e, quasi
sicuramente, Sabbatini e, speriamo, Maric e qualche altro senatore di livello.
Consapevolezza che, in panchina, ci sono giovani che dovranno
essere plasmati. Cercando di capire chi ha margini di crescita e chi, per
inadeguatezza tecnica, non potrà far parte del progetto.
Ecco, con questa consapevolezza, giovedì sera, andremo allo
stadio. E chissà che anche il Crus e i suoi non troveranno, in questi giorni,
un po' di consapevolezza anche loro. Ma, soprattutto, di leggerezza. Perché il
Lucerna scenderà in campo giovedì senza i favori del pronostico, sapendo di
aver già vinto la Coppa lo scorso anno, e con la necessità di raggiungere il
vero obiettivo stagionale: il mantenimento della categoria. Se vogliamo, una
situazione simile a quella del Lugano in campo, in Svizzera centrale, in quella
sera del 2016. Sabbatini e Bottani c'erano: e spetta a loro, oggi, dare quella
tranquillità ai compagni. Che sarà la chiave per fare bene, e non solo giovedì
a Cornaredo.