CALCIO
"Lascio per il bene della squadra"
Jean-Michel Aeby ha parlato oggi al Comunale dopo aver salutato la squadra: si aspetta il sostituto
Pubblicato il 19.04.2022 20:59
di Enrico Lafranchi
Jean-Michel Aeby ha rinunciato a continuare la sua “avventura” con il Bellinzona. Da oggi non è più l'allenatore dei granata.
Nelle ultime settimane il mister, che aveva riabbracciato con entusiasmo lo stadio che gli aveva dato tante soddisfazioni da giocatore, non si sentiva più a suo agio.  Il rapporto con Pablo Bentancur si era complicato e Jean-Mich’ si sentiva sotto pressione: così ha preferito lasciare.
Nel pomeriggio lo abbiamo raggiunto allo stadio, dove si era appena congedato dai giocatori che gli hanno manifestato tutta la loro simpatia. La squadra dopo la scarsa prestazione contro la capolista ha reagito con grinta andando a vincere sul terreno minato di Bavois dove il Breitenrain si era dovuto accontentare di un punto. Significa da una parte che il mister è stato bravo a trovare subito il bandolo della matassa ma dall’altra non se la è più sentita di stare al timone di una squadra che ormai non sentiva più sua da tempo. Ora c’è da augurarsi che il cambio di panchina (martedì l’allenamento è stato diretto dal suo vice Bustamante) non distolga i giocatori dall’obiettivo promozione che non è per nulla compromesso, seppure più difficile da centrare.
Il Bellinzona è però una bella squadra, vanta un potenziale di tutto rispetto, è pertanto in grado di recitare un ruolo determinante nel girone finale. Insomma il tonfo inaspettato contro il Breitenrain potrebbe non risultare decisivo.
Sentiamo intanto dalla viva voce di Jean-Mich’ il perché e il percome di questa sua uscita di scena:
“Ho dato le dimissioni perché sono stanco. Ho lavorato tanto da quando sono arrivato, è giunto il momento di concedermi una pausa. Ho dato tutto quello che era nelle mie possibilità, sono stati mesi duri. È il momento giusto, devo riguardarmi anche la salute”.
Ma come, il momento giusto con la squadra tuttora in lotta per salire in Challenge League?
“Beh, ci sono state divergenze di opinione con Pablo Bentancur. Non eravamo più sulla stessa strada, avevamo idee diverse. Lascio per il bene della squadra, sono sicuro che vincendo sabato saranno di nuovo vicini alla promozione”.
Non ti sentivi più libero?
“È proprio così, ero venuto qui per allenare ma giorno dopo giorno, settimana dopo settimana ho avvertito che questa possibilità non c’era più. È proprio questo il motivo per cui mi sono detto che è meglio andare via”.
Eppure i giocatori e i tifosi (sono venuti al Comunale in diversi martedì a salutarlo) erano con te:
“Sono molto amareggiato anche per questo. La squadra non mi ha tradito, ci mancherebbe, c’è sempre stato un gran bel feeling con tutti. A Bavois ha dato il 120 per cento, ho visto in campo dei ‘leoni’. Non ho mai avuto alcun problema con i ragazzi”.
Un addio peraltro composto:
“Non si è trattato di un colpo di testa, è da mesi che ci rimuginavo, tutto sommato sono contento di lasciare. Non mi si fraintenda: sono amareggiato, son tornato a Bellinzona dopo 35 anni, avevo lasciato tanti amici che ho ritrovato. Non mi sono mai sentito solo, è stato un piacere essere di nuovo qui”.
Belle parole, ma colme di rassegnata tristezza:
“C’è di mezzo anche la mia immagine, non sono l’ultimo arrivato. È la prima volta che mi permetto di prendere una simile decisione: ponderata, ragionata, assolutamente non impulsiva”.
La battuta d’arresto col Breitenrain ha avuto un ruolo importante o addirittura determinante?
“Non lo so, ai giocatori ho raccomandato di concentrarsi sulla partita con lo Stade Nyonnais. Per quanto mi riguarda ho cercato di fare del mio meglio, era difficile dare di più (24 partite, 16 vittorie, 5 pareggi, 3 sconfitte, ndr). Ma non è stato sufficiente, conosciamo bene come è l’ambiente del calcio”. Bentancur ti ha detto qualcosa al momento dei saluti?
“Non l’ho visto”.
Hai però sentito la vicinanza dei giocatori:
“Oh sì, mi hanno ringraziato, hanno ancora tanta voglia di vincere e questo è sicuramente un bellissimo segnale. Insieme abbiamo avuto un dialogo costruttivo, non ho mai dovuto alzare la voce. Oggi gli ho parlato con il cuore, mi sono commosso. Evitiamo le polemiche, non servono a niente. Sono fiero di uscire dalla porta principale, ma è ugualmente una brutta giornata per me: triste, molto triste".