Quello
tra Inter e Milan è un derby infinito. Quello di Coppa Italia se lo
sono aggiudicato i nerazzurri. Il motivo è semplice: hanno schierato
un centravanti. Partita decisa da Lautaro Martinez. L'argentino,
apparso indolente negli ultimi tempi, ha sfoderato due numeri di alta
scuola e ha deciso l'incontro. La squadra di Inzaghi è apparsa più
quadrata e solida, con un preciso impianto tattico. Quella di Pioli
sembra una formazione estemporanea, vive di sussulti e folate, manca
di un attaccante di livello.
Ma
niente è finito, anzi tutto ricomincia. La sfida prosegue in
campionato: l'obiettivo vero a cui entrambe mirano. L'equilibrio è
totale. Fare pronostici è operazione speciosa. Tutto può accadere.
La differenza la faranno i dettagli e la concentrazione. Si tratta di
due formazioni imperfette: possono vincere o perdere contro tutti.
Certo il livello di tensione si è alzato notevolmente, l'esperienza,
vista la posta in palio, sarà un fattore fondamentale. Da anni le
milanesi non erano protagoniste per la vittoria del titolo. Una
stracittadina continua.
Inter
e Milan, acerrime avversarie in campo, sono unite nel giocare
un'altra partita: quella dello stadio. L'impianto di proprietà, nel
calcio moderno, genera notevoli introiti, è imprescindibile. E
Milano città, nonostante la sua vocazione europea, proprio non
riesce a costruirlo. Le società hanno presentato un progetto nel
2019. Non hanno ancora ricevuto risposta dal Comune. La fanno da
padrone i bizantinismi italici. È la politica miope e calcolatrice,
incapace di uscire dalle sue logiche dilatatorie. Ora il
sindaco-manager si è inventato uno studio, un esperto deve redigere
una relazione, per la modica cifra di 300.000 euro. Ci impiegherà 5
mesi. È possibile che sia organizzato, pure, un referendum.
Ma
tutto potrebbe cambiare. Gli sceicchi stanno per acquistare il
Diavolo. Quest'ultimo potrebbe rivedere le stelle, ritornerebbero i
tempi berlusconiani: quelli delle campagne di rafforzamento
milionarie.
E
si vocifera che i nuovi proprietari intendano scaricare i cugini.
Vogliono fare da soli: i mezzi li hanno. Magari ristruttureranno San
Siro.
E
l'Inter? Poco male, potrebbe trasferirsi all'Arena dove giocava
quando si chiamava Ambrosiana.