CALCIO
"La Coppa è sempre stato il vero obiettivo"
Ieri sera a Fuorigioco Croci-Torti è tornato sulle emozioni della semifinale e sul carattere dei suoi uomini
Pubblicato il 23.04.2022 08:33
di L.S.
Mattia Croci-Torti è un allenatore felice, com’è ovvio che sia dopo aver conquistato una finale di Coppa Svizzera.
Ieri sera a Fuorigioco, collegato da casa, il mister bianconero ha riguardato con occhi lucidi le immagini che gli passavano davanti. Quelle di una serata memorabile, di una vittoria storica, che potrebbe portare alla gloria se il 15 maggio i bianconeri batteranno a Berna il San Gallo.
Il Crus è uno di spirito, che sa fare anche dell’autoironia quando ci vuole: “Pensandoci bene, forse ieri sera (giovedì, ndr) ho un po’ esagerato in qualche situazione in panchina. Ma ogni tanto nel calcio c’è bisogno di mettere un po’ di pressione a chi dirige la partita”. Ovviamente sempre nei limiti dell’educazione e della correttezza, anche se un giallo se l’è preso.
Insomma, il Crus è un McSorley che ce l’ha fatta, almeno nell’atteggiamento in panchina, nella capacità di caricare la squadra. Ha raggiunto tutti i suoi obiettivi stagionali e se dovesse vincere la Coppa, sarebbe l’apoteosi.
Al mister piace dare merito ai suoi giocatori, com’è giusto che sia: “Nessuno mi ha tradito, tutti mi hanno sempre garantito che avremmo fatto una grande partita. Anche quelli che sono in partenza mi hanno fatto capire che per loro la Coppa è il vero obiettivo. Sinceramente più del terzo posto. Alzare un trofeo è un’altra cosa”.
“Queste partite le vincono gli uomini prima dei giocatori e io so chi ho nello spogliatoio”, ha continuato il Crus. “Pensate che uno come Lovric, che l’anno prossimo giocherà nell’Udinese, ogni tanto viene nello spogliatoio e mi dice di stare tranquillo, che mi farà vincere la Coppa”.
Gli elogi a Bottani per lo stoicismo mostrato (“il suo infortunio non era pretattica, infatti adesso è ancora fuori uso per qualche giorno”) e il pensiero inevitabile dopo il rigore sbagliato di Maric (“non ho pensato a nulla, mi sono detto che dovevo restare lucido, tranquillo e alla fine avremmo portato a casa la qualificazione”), in una serata in cui il tecnico non può ovviamente sottrarsi al capitolo Saipi: “Ho sempre avuto stima in Osigwe, era lui il portiere di Coppa, ma mi sono reso conto che non era pronto per una partita del genere. Era troppo tempo che non giocava e così ho preferito affidarmi a Saipi”.
Mossa saggia, probabilmente decisiva, che non ha scalfito la serenità di un Osigwe che a fine partita, con il megafono in mano, era uno dei trascinatori nei festeggiamenti con i tifosi. Quando si dice spirito di squadra, quello vero.
Una notte in cui ha dormito poco e ieri sera il Crus si è già messo al lavoro per preparare la sfida di domani al Kybunpark di San Gallo, proprio contro quella squadra che si troveranno di fronte nella finalissima.
Domani sarà un’altra partita, è chiaro, eppure c’è curiosità di vedere come reagiranno le due squadre dopo la finale conquistata.
Il Crus ha detto chiaramente che adesso, soprattutto per necessità, ci sarà spazio per le seconde linee. Aliseda e Amoura su tutti, dovranno dimostrare di valere il Lugano. Ma non saranno ovviamente gli unici.
Perché se è vero che la finale è conquistata e il terzo posto non sembra rappresentare un vero e proprio assillo, è innegabile che queste ultime sei gare di campionato serviranno per capire qualcosa di più anche sul Lugano del futuro.
A quello su cui il Crus e la società stanno lavorando da tempo.