La
vittoria di un Campionato costituisce l'apoteosi. Il sogno che
diventa realtà. La speranza che si concretizza. Una stagione
calcistica è lunga e può essere imprevedibile. Il successo finale
sancisce il premio agognato. I sacrifici sportivi ripagati. Ecco
l'urlo della folla. Ecco il canto: Campioni. Canto da gridare per
tutta la stagione successiva, per rammentare agli avversari chi si è
fregiato del titolo.
Il
Psg, nell'ultimo turno pareggiando 1-1 con il Lens, ha conquistato il
10° torneo nazionale, diritto a esibire la stella, eguagliato il
record del Saint-Etienne.
Via
ai festeggiamenti? Macché!
A
Parigi si sono viste scene surrealiste. Tutto è cominciato dopo la
clamorosa eliminazione, in coppa, subita dai francesi contro il Real.
I tifosi non l'hanno presa bene, da allora la protesta è continua e
indefessa. Fischi assordanti che risparmiano solo Mbappé. Ultras che
hanno addirittura abbandonato gli spalti prima della fine della
partita. Loro che sono irriducibili, loro che portano il vessillifero
dei colori da difendere sempre, loro che sono l'avanguardia della
passione. La proprietà, a partire dal 2011, ha speso oltre 1
miliardo e 400 milioni. Il miraggio, l'orizzonte che si vorrebbe
raggiungere, è: la Champions. Ma nei momenti topici, il crollo è
puntuale. Passano gli allenatori, arrivano frotte di giocatori, ma il
risultato è sempre lo stesso: sconfitta.
Cosa
manca al Psg?
L'anima,
il soffio vitale, l'afflato. La squadra che si compone. Lo spirito
che rende uniti i singoli.
E
poi un progetto tecnico coerente. Le risorse finanziarie sono
sprecate.
I
parigini non giocano a calcio. Sono una selezione di calciatori. Lo
strapotere in campionato non li aiuta.
Ora
si parla dell'ennesimo anno zero. Leonardo in discussione. Pochettino
vacilla. L'argentino, in verità, aspettava la chiamata del
Manchester United. Per la panchina si fanno i nomi di Zidane o Conte.
E
c'è il paradosso Mbappé. Il fuoriclasse, com'è noto, ha il
contratto in scadenza. È concupito dal Real. La dirigenza araba, per
non smentirsi, gli ha sottoposto un nuovo accordo: bonus di quasi 100
milioni alla firma; stipendio sui 50 milioni annui.