CALCIO
"Pensiamo ai playoff, per il futuro c'è tempo..."
Il Chiasso gioca bene e vince ma purtroppo il pubblico diserta il Riva IV: parla il DG Bignotti
Pubblicato il 24.04.2022 17:35
di Enrico Lafranchi
Per il Chiasso dovremmo parlare di “Marcia trionfale” riferendoci al titolo del famoso film di Marco Bellocchio. Il titolo ci sta tutto ma il tema è un altro, i suoi contenuti sono molto diversi visto che dalla caserma si va diritti sul campo che non ha nulla da spartire con quello militare del film (interpretato da un grande Franco Nero) accolto peraltro tiepidamente da critici e pubblico.
Un po’ come il Chiasso di Vitali e Bignotti. Sabato al Riva IV in fatto di affluenza si è toccato il fondo, poco più di 100 spettatori!
Fa male, inutile chiedersi che cosa funziona e che cosa no. La società sta facendo di tutto per riavvicinare i tifosi, ha chiuso i botteghini e spalancato i cancelli ma di gente se ne vede sempre di meno. E dire che la squadra sta andando a gonfie vele, ha vinto tre partite su tre come il Bellinzona (senza calcolare la sconfitta subìta dai granata con il Breitenrain, si trattava di un recupero). Ci sarebbero gli “ingredienti” giusti per diventare pazzi del pallone nella città di confine. Invece lo stadio comunale intitolato al mitico Ferdinando “Puci” Riva, in arte Riva IV, ha tutta l’aria di un deserto che vive… E c’è di più, negli scorsi giorni si sono anche sentite voci di una possibile “ritirata”. Balle cinesi? Mah, sul Chiasso c’è sempre qualcuno che dice la sua. Solo i più esperti in “geografia rossoblù” sanno esattamente come stanno le cose dietro le quinte. Cerchiamo allora di fare chiarezza con il Direttore generale, soddisfattissimo dell’impianto tecnico che ha costruito ma anche un tantino preoccupato per gli spalti sempre più vuoti…
Bignotti, partiamo dallo strepitoso ciclo iniziato a febbraio (7 vittorie, 4 pareggi, 0 sconfitte). A che cosa è dovuto questo cambiamento di rotta?
“Sicuramente al fatto che i nostri giovani hanno preso confidenza con la categoria, quasi tutti venivano da categorie inferiori. Avevano bisogno di tempo per adattarsi, ora stanno dimostrando che possono fare molto bene, si sono incamminati su un percorso di graduale e intensa crescita. Penso a Maurin, Said, Nivokazi come pure a coloro che fino all’anno scorso hanno giocato meno”.
D’accordo, ma non è che i vostri avversari siano improvvisamente diventati dei brocchi, avete fermato anche il Breitenrain. Direi che c’è stata una metamorfosi radicale, una trasformazione autentica:
“Non parlerei di cambiamento totale ma di maturità. La squadra ha continuato a lavorare bene, con inesauribile intensità settimana dopo settimana: è questo, secondo me, che ci ha portato a questi risultati positivi. Il campionato non è ancora finito, si può ancora fare tanto, siamo molto motivati”.
Il Chiasso si limiterà a recitare un ruolo di “castigamatti” o giocherà a carte scoperte, intendo dire per la promozione?
“Affronteremo ogni partita come se fosse una finale di… Champions League. È innegabile che i punti da recuperare sono tanti ma di sicuro non ci presenteremo al Playoff arrendevoli. Intanto dobbiamo prima andare a Bavois che è una partita molto difficile (campo minato da cui è uscito sconfitto lo Stade Nyonnais e dove il Breitenrain ha pareggiato e il Bellinzona è passato per il rotto della cuffia, ndr). Se riusciamo a chiudere la Regular season al terzo posto sarebbe già un traguardo significativo”.
Usciamo un attimo dai binari di Promotion League. Vedendo che il Kriens è diventato squadra materasso di Challenge (lamenta qualcosa come 28 punti di ritardo dalla penultima, l’Yverdon) mentre l’anno scorso vi ha rosicchiato 5 punti, guardando la classifica non rimpiange di avere buttato via la salvezza che era a portata di mano?
(Esita un attimo…). “Credo che bisogna guardare avanti e non indietro, è andata così. Rammaricarsi non fa bene alla salute (…), viviamo con la consapevolezza di quello che stiamo facendo adesso, con la volontà di migliorarci ancora”.
Sono già in vista programmi per l’immediato futuro?
“Assolutamente no”.
Neanche per quanto riguarda Vitali?
“È prematuro parlarne per tanti aspetti, a maggio faremo le valutazioni finanziarie con gli azionisti, poi predisporremo il futuro”.
È necessario prendere atto anche del distacco (invero doloroso) sempre più marcato dei tifosi: lei è tranquillo o un po’ preoccupato?
“Tranquillo è una parola che probabilmente nel calcio non esiste, ci sono difficoltà anche in club che vanno per la maggiore. In uno piccolo come il nostro cerchiamo di lavorare per cercare stabilità, dandoci una mano l’un l’altro”.
I suoi ex sono favoriti: è sempre di questo avviso?
“Il Bellinzona è la squadra più forte. Ha fatto una scelta molto ponderata e mirata consegnando la squadra a un allenatore molto bravo e che conosce la categoria”.
Schällibaum non è un nome nuovo neanche a Chiasso:
“Purtroppo l’ho avuto per poco tempo, ribadisco che Schällibaum è il mister che porterà i granata in Challenge League. Lo avevo già detto prima con Aeby, adesso ne sono ancora più convinto”.
C’è ancora qualcosa da aggiungere? Pensiamo di no, il Chiasso è una squadra giovane che gioca sempre per vincere. E una società che sorprende per la capacità di scoprire sempre nuovi talenti provenienti da un po’ tutte le parti della Svizzera. E non solo!