CALCIO
SOS gioco aereo: Lugano, abbiamo un problema
Bianconeri troppo fragili a San Gallo: in Coppa sarà sicuramente un'altra partita
Pubblicato il 25.04.2022 08:43
di Silvano Pulga
C’è una costante, un fil rouge in tanti gol incassati quest’anno dal FC Lugano: l’inferiorità nel gioco aereo rispetto agli avversari. Gol incassati su colpo di testa, o sfruttando qualche spizzata di un compagno saltato più in alto di un terzino bianconero, sono una trama vista spesso, coi sottocenerini in campo. Lo disse una volta Croci Torti, commentando il gol del pareggio incassato a Lucerna qualche settimana fa: quando un giocatore alto 1,84 salta con un altro che è 1,92, in genere quest’ultimo prevale.
Ci è stato detto, correttamente, che a volte giocatori non altissimi hanno grandi qualità in elevazione. Vero anche quello, così come è oggettivo che un giocatore con queste caratteristiche, in riva al Ceresio, non ci sia, e che la contraerea ticinese, oggi, può contare praticamente solo su Marić. E non è un caso che Bottani, alla vigilia della semifinale di Coppa, rispondendo a una domanda fattagli da un giornalista della RSI, che gli chiedeva quali degli ex compagni avrebbe voluto in campo, abbia risposto, senza esitare, Čovilo. Vale a dire un baluardo quasi insuperabile nel gioco aereo, in grado anche, in qualche occasione (per esempio a Sciaffusa, in  coppa svizzera) di risolvere situazioni intricate. Rigorosamente di testa, manco a dirlo.
Fatta questa premessa, che da sola non basta a spiegare il tutto, ma che ci auguriamo sia considerata quando si deciderà, quest’estate, di tornare sul mercato, dobbiamo dire che ieri, a San Gallo, la squadra non ci è dispiaciuta, nei primi minuti. I luganesi, contro un avversario che non aveva nelle gambe i supplementari, avevano messo in campo una fase di contenimento abbastanza efficace, in attesa di capire se ci sarebbero stati degli spazi per far male agli avversari. L’episodio del rigore (ne ha già scritto in modo esaustivo il direttore, e siamo d’accordo con lui) ha certamente scompaginato i piani, mettendo a nudo limiti peraltro ampiamente attesi, e accentuati da errori individuali a carico di elementi che, giovedì, non avevano giocato. Scontata la rabbia del Crus a fine partita: senza quelle topiche della retroguardia forse la sfida si sarebbe potuta raddrizzare, fermo restando che, nella ripresa, con tre reti di vantaggio, i ragazzi di Zeidler hanno sollevato il piede dall’acceleratore.
Scontati i commenti a fine partita, da parte praticamente di tutti: non è questo il Lugano che vedrete, il 15 maggio, a Berna. Su questo non ci piove. Nonostante tutto, pensiamo che il gruppo abbia energie fisiche e mentali che gli permetteranno di presentarsi al meglio all’appuntamento del Wankdorf. Certo, come diceva il Crus, ci vorrà molta, molta più cattiveria sottoporta, e un altro atteggiamento, da qua alla finale, a partire da sabato sera contro il Grasshopper. Vero che la vittoria dello Young Boys rende tutto più difficile in ottica terzo posto; però, sarebbe una bella cosa presentarsi allo Stade de Suisse davanti in classifica al San Gallo. Non cambierebbe niente, all’atto pratico: ma sarebbe un segnale forte a un ambiente che, ieri, ha dimostrato tutto il suo entusiasmo, riempiendo lo stadio e facendo man bassa di magliette celebrative della finale. In Ostschweiz sono in tanti a pensare, specialmente dopo la partite di domenica pomeriggio, di avere già la coppa in bacheca: bisogna far loro venire qualche dubbio in più. E dare loro la consapevolezza che, a Berna, i palloni che ieri sono stati parati dal portiere o fermati da qualche difensore, saranno calciati con molta, molta convinzione. Il resto sarà conseguente.    
(Nella foto di Graziano Chiodero, lo scontro tra Zigi e Durrer)