Marko Basic
ha guidato la difesa con risolutezza e ha firmato la vittoria con due reti,
necessarie per rispedire a casa i romandi con le pive nel sacco. Reti
pesantissime, una manna per il Bellinzona in quanto Samba è tuttora fermo a
quota 20, Correia (sostituito nel secondo tempo) non segna più dalla gara con
il Black Stars (che al Riva IV ha incassato due autogol spianando la vittoria
al Chiasso), e Souza ha messo per l’ultima volta la sua firma contro lo Young
Fellows (su rigore). Restano Centinaro, non al top della conduzione ma che si è
applicato molto e a cui va riconosciuto il merito di avere portato via da Cham
1 punto, e Peyretti che ha perso il fiuto del gol già dopo San Gallo (0-1 col
Brühl). Sembra proprio che a prendere in mano il destino del Bellinzona sia Basic
che di testa (è la sua specialità) fa passare da qualche settimana brutti
momenti ai portieri.
Marko,
“eroe” della giornata è un titolo che ti va a pennello:
“Oggi ho
avuto un po’ di fortuna. Ho preso il “vizio” di proiettarmi nel gioco aereo
sotto porta. Non sempre funziona, ci sono di mezzo i portieri e anche i legni
della porta, ora il palo ora la traversa… Oggi è andata bene, sono contento per
me ma anche per i ragazzi, la società e i tifosi. Il fatto di essere riusciti a
ribaltare la partita sotto una pioggia battente ti dà naturalmente una bella
soddisfazione. Sentivamo non tanto la rabbia per la partita che avevamo perso a
Nyon dove ci sono stati giocatori espulsi, persino il mister. Eravamo in una
giornataccia, praticamente ci siamo fatti i gol da soli, abbiamo perso 4-1 e
loro si sono comportati in malo modo con provocazioni varie (esattamente quanto
è successo al Comunale: abbiamo notato in campo, dopo lo 0-1, irritanti e
fastidiose perdite di tempo) anche sul parcheggio (!). Per questo sono ancora
più felice”.
Oggi
questi stessi avversari ti hanno messo in croce per un tuo intervento:
“Si è
trattato di un contrasto duro come può capitare in partita, mi dispiace per il
ragazzo che si sia fatto male (Dugourd), ma non era sicuramente questa la mia
intenzione. Si sono molto arrabbiati, ho chiesto scusa sia al giocatore che ai
suoi compagni ma dopo una sconfitta è più difficile essere lucidi e accettare
le scuse”.
Fantastico
il tuo secondo gol, sul primo in mischia come hai fatto a vedere il pallone?
“C’era in
effetti una selva di gambe davanti a me, me lo sono trovato bruscamente sul
piede, ho reagito veloce e l’ho messa dentro (ride, ndr). Ma la soddisfazione è
di essere tornati alla vittoria qui in casa. Non c’era moltissima gente, ma
sentivamo gli incitamenti e gli applausi (fragorosi come sempre quelli di
Bellinzona boys, inzuppati d’acqua ma presenti con tamburi e l’immancabile
bandierona, ndr) del pubblico che si è rivelato per davvero il dodicesimo uomo
in campo”.
Partita
dai due volti, nel secondo tempo si è visto tutto un altro Bellinzona: che cosa
è successo durante la pausa?
“Il mister
ci ha parlato in modo chiaro nello spogliatoio. Conosco Schällibaum da quando
ero a Lugano, è una persona molto emotiva capace di trasmettere ai giocatori
una carica in più. Non vorrei dire che nel primo tempo abbiamo sbagliato
atteggiamento, qualche errorino sì l’abbiamo fatto e loro sono stati bravi a
sfruttare il nostro disimpegno trovando il gol. Nella ripresa abbiamo cambiato
marcia, penso che si sia visto anche un atteggiamento diverso da parte di
tutti. Ci sono tanti giocatori giovani, qualcuno sente più di altri la
pressione da parte della società, magari anche da se stessi. Però abbiamo
dimostrato che siamo una squadra di carattere, queste sono partite che ti fanno
crescere come uomo e come giocatore”.
In attesa
di sapere come si metterà il girone di promozione, tra Breitenrain e Stade
Nyonnais chi preferiresti incontrare?
“Non saprei
dire, Il Nyon aveva due o tre assenze importanti, il capitano (Marque) che è il
loro giocatore più esperto, l’attaccante capocannoniere (Bunjaku) e il
giocatore che si è infortunato oggi (Dugourd). Dimostrano una grande
personalità nel gestire il gioco, sono fisicamente forti e hanno quella grinta
che serve per vincere le partite. È difficile dire quale delle due ci andrebbe
meglio, dobbiamo badare a noi stessi. Se giochiamo le rimanenti partite come
nel secondo tempo non avremo problemi con nessuno”.
Marko è
sempre il primo a saper leggere, dentro il campo, le difficoltà della partita
(vedasi quanto aveva dichiarato dopo quel maledetto mercoledì), a gettarsi alla
carica (ha segnato a tre minuti dalla fine!), sarà sicuramente l’ultimo a
gettare la spugna. Il suo carisma e la sua grinta fanno di lui anche un
uomo-spogliatoio: “I ragazzi sono capaci di qualsiasi impresa”. Sarà anche un
buon profeta? Il pubblico lo ha ricoperto di applausi, i ragazzini gli hanno
chiesto l’autografo. È diventato anche l’uomo immagine dell’ACB. La sua
speranza è che arrivi il giorno in cui si sveglierà e non si accorgerà di avere
sognato…