Calcio
La scarpa di Nicola, la risata di Acerbi, le parole di Corsi
Nel Campionato italiano le polemiche non finiscono mai
Pubblicato il 26.04.2022 04:07
di Angelo Lungo
Davide Nicola è l'allenatore della Salernitana. È subentrato in corsa. Ha un sogno nel cuore: salvare, e sarebbe clamoroso, i campani. In carriera è già riuscito a compiere imprese simili: con Crotone, Genoa e Torino. Analizza meticolosamente le partite, attraverso numeri e dati. Ama leggere libri di filosofia. Durante l'ultima partita, contro la Fiorentina, dopo un errore in impostazione di un suo calciatore, si è tolto una scarpa, minacciando il malcapitato difensore Luca Ranieri. Gesto replicato nel concitato finale, quando si è tolto nuovamente una scarpa e l'ha scagliata per terra. Nel dopopartita ha spiegato che voleva togliersi un sassolino che gli dava fastidio e che intendeva richiamare l'attenzione del suo giocatore.
Sicuro che Ranieri sarà più concentrato e ligio alle indicazioni tattiche del suo mister.
Francesco Acerbi è un difensore centrale della Lazio. Il Milan è passato all'Olimpico durante i minuti di recupero. Un gol importantissimo ai fini della classifica e rocambolesco nella sua esecuzione. Il nostro, dopo la rete, ha esibito un ghigno sardonico, apparso ironico. Marusic gli si è avvicinato per apostrofarlo. La colpa è quella di essere stata troppo molle nell'azione che ha decretato la vittoria dei rossoneri. Apriti cielo: tifosi scatenati. Social inondati di contumelie. Sotto accusa il tifo dichiarato di Acerbi per il Diavolo. La passione che prende il sopravvento sulla professione.
Niente di inedito. Sospetti e congiure sono una parte fondamentale del Campionato italiano, sono pastoie ancestrali.
Fabrizio Corsi è il presidente dell'Empoli. Ha spiegato perché è conveniente acquistare giocatori stranieri. Costano meno. Il pagamento è dilazionato e non è necessario depositare garanzie bancarie in Lega. Chiosa: “Compro un calciatore in Croazia, se non riesco a pagare la seconda rata, nasce un trattativa per cui cisi  accorda con il club. Tutto senza coperture finanziarie da esibire. Questi debiti non sono riconosciuti dalla Lega”. Spiegato l'arcano perché su 300 atleti che scendono in campo in una giornata, ben 200 provengono dall'estero. E la maggior parte non sono certo dei fuoriclasse.