CALCIO
"In finale sarà tutta un'altra storia"
Livio Bordoli, intervenuto nella nostra chiacchierata, ha parlato di Lugano e Bellinzona
Pubblicato il 26.04.2022 06:54
di L.S.
“Si sapeva che sarebbe finita così”. Lo dice Livio Bordoli, a commento della netta sconfitta del Lugano a San Gallo.
L’ex tecnico del Lugano aggiunge: “Da qui al 15 maggio, giorno della finale di Coppa, c’è il rischio che vedremo altre partite così da parte del Lugano. È normale, lo avevo detto da tempo che il traguardo sarebbe stato unicamente la Coppa. È lì che i giocatori hanno la testa”.
Si è parlato tanto di bocciatura delle seconde linee, ma Bordoli è d’accordo soltanto a metà.
“È vero che hanno mostrato soltanto a sprazzi il loro potenziale e onestamente vedo difficile che possano essere dei futuri titolari di questo Lugano. Detto questo, non gli getterei addosso tutte le colpe. Non è facile giocare in queste condizioni, dove i presunti titolari non sono al massimo della forma e soprattutto hanno il pensiero rivolto alla Coppa”.
Preoccupato per la finale?
“Assolutamente no, sono sicuro che Croci-Torti la preparerà benissimo, così come ha fatto per la semifinale. Sarà tutto un altro Lugano, mi pare evidente. Sono un po’ più preoccupato invece per la prossima stagione: la società dovrà essere molto brava sul mercato per andare a coprire quei buchi che ci saranno dopo le partenze di elementi che per tanti anni sono stati dei cardini di questa squadra”.
Si torna a parlare di VAR e del rigore fischiato contro il Lugano a San Gallo.
“Ormai è il VAR che decide, l’arbitro non ha più il potere di interpretazione. In condizioni normale è un rigore che non avrei dato ma ormai sappiamo che per gli arbitri è diventato difficile esercitare il loro potere”.
Si chiude con il Bellinzona, che ha cambiato allenatore.
“Avevo parlato con Aeby nelle scorse settimane e mi diceva che c’erano delle interferenze per quanto riguarda la formazione. Si sentiva un po’ condizionato. Devo dire che a Lugano, quando ero alle dipendenze di Renzetti e Bentancur, non avevo mai avuto nessun tipo di pressione. Ci trovavamo il giorno dopo la partita per discutere di ciò che era successo e ci siamo sempre chiariti. Ma in campo ho sempre messo la formazione che volevo io”.
E di Schällibaum cosa pensa?
“Ottima scelta. Ha 60 anni, è esperto, non ha certo bisogno di qualcuno che gli dica cosa fare. Con la sua personalità potrà fare molto bene”.