Suo
proprietario (perlomeno) di maggioranza, Roman Abramovich deve vendere il
Chelsea a causa della sua vicinanza con il presidente russo Vladimir Putin. Questa
non ci giunge nuova.
Per
il momento, l’operazione “sale” non ha ancora avuto luogo, anche perché ci sono
incertezze riguardo agli acquirenti da una parte e dal prezzo di vendita dall’altra. Sembra che sia stato impedito il passaggio delle azioni a una
fondazione vicina ad Abramovich, gestita da sua figlia Sofia. Si sa che
un elvetico, il ricco bernese Hansjörg Wyss, ha messo i piedi in avanti per
comperare il club con una cordata di amici-imprenditori, ma tra il 55.enne
Abramovich e l’86.enne faccendiere e dottore in medicina non c’è solo una
differenza d’età ma anche di milioni.
Intanto
la rivista settimanale tedesca SportBild ha fatto quattro conti in tasca
all’oligarca russo. In 19 anni sotto la presidenza Abramovich, il club ha conosciuto
molti successi, dal punto di vista sportivo. Ma - facendo di conto - anche
un disastro finanziario.
Un
occhio che ride e uno che piange: durante il periodo di Roman Abramovich - Roman
Arkadjewitsch Abramowitsch, in italiano Abramovich -, il Chelsea FC ha vinto la
Champions League due volte, oltre a titoli nazionali, ma finanziariamente risulta tutt’altro. Secondo Sport Bild, il club ha perso 1,29 miliardi di euro in 19
anni. E i debiti complessivi del club sarebbero di 2,15 miliardi di euro,
dunque un altro ostacolo per la vendita.
Stipendi:
una delle ragioni principali della difficoltà di vendere sono gli enormi
stipendi. Nella stagione 2020/2021, il club ha versato 353 milioni di euro, per un
totale di 844 dipendenti (!), tra cui 169 giocatori che militano in diverse squadre. Al che,
non dimentichiamolo, di regola si aggiunge una percentuale in doppia cifra per
tutte le prestazioni sociali, assicurazioni e quant’altro. Stando
al settimanale tedesco, dal 2003, il Chelsea avrebbe versato 3,74 miliardi in
stipendi, di cui 3,43 miliardi per la squadra professionista.
Un’altra
ragione importante della spesa sono i transfer. Dal 2003, il club ha
investito 2,8 miliardi di euro in nuovi giocatori, ad esempio nella sola
stagione 2017/18 ben 353 milioni. Non è dato a sapere quanti agenti alla Raiola
siano inclusi in questi calcoli.
Dall’altra
parte della colonna contabile, "solo" 948 milioni di euro sono stati incassati
in questo ventennio grazie alle partenze. La più redditizia è stata quella di Eden
Hazard, ceduto tre anni fa per 115 milioni di euro. Chi a suo tempo vendette Neymar per
222 sacchi, saluta cordialmente.
Dall’altro
della sua fortuna valutata 13 miliardi, l’oligarca riuscirà a digerire le
perdite. Pur di vendere, rinuncerebbe anche a un miliardo di crediti, ma
appunto, chi compra vuole bilanci pari. La lista dei pretenders è lunga
ma l’affare non sembra ancora concluso: oltre a Wyss, il primo a
buttarsi nella mischia, troviamo sauditi, ghanesi, statunitensi e diplomatici
in pensione fino alla voce di Hamilton & Williams, formula 1 e tennis.
Abramovich,
amico del presidente russo Putin, ha affermato che vorrebbe riversare il
guadagno nella fondazione a favore delle vittime della guerra in Ucraina. Qui,
attenti. In primis, Putin ha dichiarato нет, njet, cioè no alla parola
guerra. E secondariamente, in Ucraina ci sono state anche molte vittime russe…