CALCIO
Il patatrac dell'era Abramovich
Il magnate russo deve vendere il Chelsea ma la trattativa è piuttosto complicata
Pubblicato il 28.04.2022 09:19
di Giorgio Keller
Suo proprietario (perlomeno) di maggioranza, Roman Abramovich deve vendere il Chelsea a causa della sua vicinanza con il presidente russo Vladimir Putin. Questa non ci giunge nuova.
Per il momento, l’operazione “sale” non ha ancora avuto luogo, anche perché ci sono incertezze riguardo agli acquirenti da una parte e dal prezzo di vendita dall’altra. Sembra che sia stato impedito il passaggio delle azioni a una fondazione vicina ad Abramovich, gestita da sua figlia Sofia. Si sa che un elvetico, il ricco bernese Hansjörg Wyss, ha messo i piedi in avanti per comperare il club con una cordata di amici-imprenditori, ma tra il 55.enne Abramovich e l’86.enne faccendiere e dottore in medicina non c’è solo una differenza d’età ma anche di milioni. 
Intanto la rivista settimanale tedesca SportBild ha fatto quattro conti in tasca all’oligarca russo. In 19 anni sotto la presidenza Abramovich, il club ha conosciuto molti successi, dal punto di vista sportivo. Ma - facendo di conto - anche un disastro finanziario.
Un occhio che ride e uno che piange: durante il periodo di Roman Abramovich - Roman Arkadjewitsch Abramowitsch, in italiano Abramovich -, il Chelsea FC ha vinto la Champions League due volte, oltre a titoli nazionali, ma finanziariamente risulta tutt’altro. Secondo Sport Bild, il club ha perso 1,29 miliardi di euro in 19 anni. E i debiti complessivi del club sarebbero di 2,15 miliardi di euro, dunque un altro ostacolo per la vendita.
Stipendi: una delle ragioni principali della difficoltà di vendere sono gli enormi stipendi. Nella stagione 2020/2021, il club ha versato 353 milioni di euro, per un totale di 844 dipendenti (!), tra cui 169 giocatori che militano in diverse squadre. Al che, non dimentichiamolo, di regola si aggiunge una percentuale in doppia cifra per tutte le prestazioni sociali, assicurazioni e quant’altro. Stando al settimanale tedesco, dal 2003, il Chelsea avrebbe versato 3,74 miliardi in stipendi, di cui 3,43 miliardi per la squadra professionista.
Un’altra ragione importante della spesa sono i transfer. Dal 2003, il club ha investito 2,8 miliardi di euro in nuovi giocatori, ad esempio nella sola stagione 2017/18 ben 353 milioni. Non è dato a sapere quanti agenti alla Raiola siano inclusi in questi calcoli.
Dall’altra parte della colonna contabile, "solo" 948 milioni di euro sono stati incassati in questo ventennio grazie alle partenze. La più redditizia è stata quella di Eden Hazard, ceduto tre anni fa per 115 milioni di euro. Chi a suo tempo vendette Neymar per 222 sacchi, saluta cordialmente.
Dall’altro della sua fortuna valutata 13 miliardi, l’oligarca riuscirà a digerire le perdite. Pur di vendere, rinuncerebbe anche a un miliardo di crediti, ma appunto, chi compra vuole bilanci pari. La lista dei pretenders è lunga ma l’affare non sembra ancora concluso: oltre a Wyss,  il primo a buttarsi nella mischia, troviamo sauditi, ghanesi, statunitensi e diplomatici in pensione fino alla voce di Hamilton & Williams, formula 1 e tennis.
Abramovich, amico del presidente russo Putin, ha affermato che vorrebbe riversare il guadagno nella fondazione a favore delle vittime della guerra in Ucraina. Qui, attenti. In primis, Putin ha dichiarato нет, njet, cioè no alla parola guerra. E secondariamente, in Ucraina ci sono state anche molte vittime russe…