Cade
l'Inter a modo suo. Come solo lei sa fare. Secondo gli addetti ai
lavori era la favorita per il titolo. Poteva solo perderlo. E lo ha
fatto in maniera artistica quasi sublime. I suoi tifosi la conoscono.
Sanno che cos'è l'interismo. Non si tratta di una regola pratica ma
di un imperativo categorico: la Beneamata vive di eccessi e
disconosce ogni forma di razionalità. Non vi è certezza del suo
comportamento. La tranquillità non le appartiene. Quando viene
etichettata come vincente, smarrisce ineluttabilmente il suo precario equilibrio. Le piace
lasciarsi andare e farsi travolgere. È sovente in balia del destino
e non del fato.
Il
risultato di Bologna-Inter è clamoroso. Una partita incredibile,
l'epilogo è stato, sportivamente, drammatico. I nerazzurri hanno
confermato il loro difetto stagionale: mancano l'appuntamento
decisivo. Sono probabilmente i più forti ma non i più bravi. Sono
privi di carattere, della volontà di andare oltre. Se il loro
progetto tattico salta, scompare la sicurezza. La sicumera si
trasforma in debolezza. Dominato l'inizio dell'incontro, il pareggio
li ha destabilizzati, il nervosismo ha preso il sopravvento e nel
finale è arrivata una sconfitta che rimarrà storica.
Radu,
il portiere di riserva, ha deciso di diventare protagonista, uscire
dall'anonimato e darsi in pasto ai social. Lo schema del calcio
moderno: estremo difensore che riceve palla tra i piedi e azione che
deve cominciare dal basso. Si parla dell'abolizione del rinvio.
Errore
sesquipedale nella giocata e milanesi che sono precipitati nel
baratro.
L'esito
è chiaro: il Milan ha la grande occasione a portata di piede.
Possono scippare lo scudetto ai cugini. I rossoneri hanno coraggio.
Sono supportati da convinzione e consapevolezza. Il traguardo è in
vista. Si tratta di rimanere calmi e continuare così come è
cominciata la stagione.
Non
solo il presente è foriero di presagi vittoriosi, il futuro che si
approssima è raggiante: stanno arrivando i milioni degli arabi.
E
agli interisti non resta che il rimpianto, la seconda stella era là,
bastava seguire il suo cammino. Si consoleranno con il loro consueto
esistenzialismo, che non passa mai di moda e lenisce i patimenti.